CULTURA & SOCIETA'

I nostri limoni: l’isola si riscopre terra dell’antico agrume e lancia la sfida a Procida e Sorrento

I LIMONI CHE SALVINI SI FA ARRIVARE DA ISCHIA TRAMITE UN SUO AMICO CHE VIENE OGNI ANNO IN VACANZA A SANT’ANGELO - Le piante di limoni a Ischia sono a macchie verdi disseminate in lungo ed in largo per tutto il territorio isolano diviso in appezzamenti di terreni privati ove trovano spazio con fierezza naturale i nostri limoneti fatti di piante non troppo alte i cui rami si allungano sotto pergolati ombrosi dai quali fanno bella mostra a grappoli o singoli i limoni nati dalle cinque fioriture della pianta alla sua crescita e lunga vita

Quando dalle nostre parti, si parla di limoni, si pensa subito alla vicina Procida o a Sorrento, escludendo volutamente la Sicilia, terra di limone per eccellenza, ma abbastanza lontana, per poterne parlare, dalla nostra realtà ischitana. Procida e i limoni ci avevano sempre fatto pensare che volendo competere con l’isola di Graziella sulla produzione dell’importante agrume, sarebbe stata partita persa. E’ vero che Procida vanta diversi limoneti sotto lunghi e folti pergolati di storiche ville e in giardini privati salvaguardati da un marchio che ne attesti sul mercato l’ originalità. Ma è pur vero che l’isola dì Ischia non è da meno.

Quindi, alla luce di quanto si può dimostrare, non è affatto vero che Procida ci superi nella produzione e bellezza dei limoni. Fatta questa premessa e chiarito il concetto, il limone, il limone ischitano è il protagonista si questo nostro Speciale della Domenica. I limoni ischitani sono un mix di profumi mediterranei, frutti della terra vulcanica (Monte Epomeo e Fumarole) e della mite brezza di mare, un dono per il gusto e per la pelle sull’isola del benessere per antonomasia. Per questo motivo è particolarmente indicato per le pelli che presentano macchie solari o di vecchiaia, rughe e smagliature. Il duo Giorgio e Caterina Calabrese, del limone in generale, ne danno una interessante descrizione. Ecco i due cosa dicono: “Fino a qualche anno fa il limone era considerato un agrume di cui si sfruttava solamente il succo per condire cibi salati e dolci. Da questa pratica è nato il modo di dire “spremuto come un limone” che stava a significare sfruttato al massimo e poi buttato. Oggi non più, del limone non si butta via nulla. Le bucce, infatti, si usano per preparare un liquore molto apprezzato: il Limoncello. Bisogna ora rivalutare e utilizzare il limone per quello che è: un vero frutto fresco. Non più dunque la cenerentola degli agrumi da spremere o da tritare, ma l’onore della tavola alla stregua degli altri agrumi. Alcune varietà, come i limoni di ischia, ben si prestano a far invertire la rotta.La prima fioritura è a marzo, che darà frutti nel tardo autunno e nell’inverno successivo, saranno molto succosi e avranno il nome commerciale “Marzano”.

La fioritura principale è da metà aprile a metà maggio, da questa si otterranno i “frutti invernali” a partire da fine settembre-ottobre fino a marzo e sono chiamati commercialmente “primofiore”. A fine maggio, primi di giugno: la pianta continua a fiorire da questa terza fioritura nascerano limoni spesso uniti a grappolo denominati “maiolini” o “biancucci” per via della loro colorazione giallo pallido. Dalla fioritura di luglio-agosto si possono ottenere i “verdelli” i cui frutti si raccolgono in estate. Se l’autunno si presenta mite la pianta fornisce una quinta fioritura dalla quale avranno origine i “bastardi” o “codoni”. La straordinaria fecondità di quest’albero è ben descritta dal Tasso in questi versi: “Co’ fiori eterni “il frutto dura. E mentre spunta l’un, l’altro matura”.” Le piante di limoni a Ischia sono a macchie verdi disseminate in lungo ed in largo per tutto il territorio isolano, diviso in appezzamenti di terreni privati ove trovano spazio con fierezza naturale i nostri limoneti fatti di piante non troppo alte i cui rami si allungano sotto pergolati ombrosi dai quali fanno bella mostra a grappoli o singoli i limoni nati dalle cinque fioriture della pianta alla sua crescita e lunga vita.

I nostri limoni sono quelli delle Chianole, di Buttavento, di Fiaiano, di Buonopane a Barano; di Casalauro, Fondobosso, La Foce dietro vi Iasolino,via Cartaromana, terreni a terrazza sotto il Montagnone lungo via Quercia a Ischia; Monte Vico, Fundera, Fango, Borbonica a Lacco Ameno; Paradisiello, la Rita, Sentinella, Croci, Castanito, Nizzola ,Perrone a Casamicciola; Succhivo, Ciglio,Noia,Bracconiere, Cava Grado, Cava Ruffano a Serrara Fontana; Spinavola, Le Canne, San Francesco, Zaro, Piromallo, Bocca, Monterone, Bosco, Campotese, Sorceto, Citara a Forio. Proprio a Cava Grado, dopo aver superato Forio e Panza, alle porte di Sant’ Angelo, c’è chi celebra i limoni ischtani su di un altare della bellezza, fra profumo e colore, gusto e ristoro, davanti allo straordinario scenario della naturale splendente fatta di sole, mare e verde. Si tratta di un ischitano di Serrara diventato personaggio di attrazione insieme al suo chiosco di limoni da mangiare, da spremere e da bere ,sacrario di un’attività che piace tanto ai turisti e paesani della zona. Chi è Costui che in nome dei nostri limoni si è costruito una notorietà che ha varcato i confini dell’isola e addirittura conquistato un grandissimo e sorprendente spazio nel sistema del rating internazionale di Google.?

Il suo nome è Enzo la Bomba che con la sua cascata di limoni giallo oro bene esposta sul banco del suo accorsato e colorito Pub & Bar sulla piazza di Cava Grado a Sant’Angelo d’Ischia, prepara nelle giornate roventi delle assolate estati ischi tane, esplosive e rinfrescanti limonate che gli sono valse a conquistare sul campo lo scoppiettante appellativo di Enzo la Bomba con cui ci campa alla grande. Hanno detto di lui:” Arrivi con l’autobus, e dopo il caldo patito ti fermi dal mitico Enzo la Bomba per una premuta di arance e limoni che è la fine del mondo, poi vai a passeggiare a S.Angelo ed al ritorno per dissetarsi e recuperare energie altra premuta di limone e torni come nuovo! Gusto unico ed inimitabile – Andrea Bertolino”. Brigitte Henrici è lapidale:” Bombaaaaa!”. Enzo ora in vista della nuova stagione turistica 2021 ripropone i suoi limoni: “L’unico vaccino sicuro al 100% lo trovi solo da Enzo la bomba. Sono pronto a ripartire per un estate ricca di vitamine”. Se Enzo la Bomba con i limoni Doc di Ischia tiene banco a Cava Grado, meglio di lui ha fatto il ministro leghista Matte Salvini nella sua storica visita all’isola d’Ischia del passato 2018. Si improvvisò, dopo averglieli fatti assaggiare, sostenitore dei nostri bellissimi limoni con la soddisfazione dei sindaci di Casamicciola GB Castagna, di Lacco Ameno Giacomo Pascale di Forio Francesco Del Deo che lo accolsero. Fu una visita proficua per la nostra isola con un Salvini pronto ad apprezzare i nostri prodotti, in questo caso i nostri bellissimi limoni, e diventarne il loro testimonial d’eccezione.

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Salvini, ll rapporto con i nostri limoni non lo ha mai smesso. Anzi, l’ha continuato facendoseli arrivare a casa sua l‘estate scorsa, tramite un suo amico che venne in vacanza in agosto dell’estate scorsa a Sant’Angelo. Li acquistò proprio da Enzo la Bomba a Cava Grado. La storia dei limoni è ultramillenaria. Sull’isola questa pianta vi ‘ arrivata per avercela porta popoli antichi di passaggio e insediatisi quale nuova terra conquistata. Quindi le origini del limone sono lontanissime. Nel 2000 a.C. nella valle dell’Indo, oggi Pakistan, vi era una popolazione che conosceva il limone. Apparve poi in Grecia, come mela della Media (Iran occidentale), nel V sec. a.C. Ritrovamenti fatti nella zona degli scavi di Pompei, farebbero pensare che il limone era già conosciuto in epoca romana. Ne scrisse come mela di media anche Virgilio indicandola quale antidoto contro i veleni. I Romani, probabilmente a causa del sapore acre ed acido del limone, non lo gradirono e del suo uso se ne persero le tracce. La riscoperta del limone si ebbe nell’anno mille, quando gli arabi apprezzandone l’uso alimentare e terapeutico, lo diffusero assieme ad altri agrumi nel Medio oriente. Furono Crociati e pellegrini di ritorno dalla Terrasanta, fra l’XI e il XII sec., a portare alberelli di limone nel sud Italia. Grazie alla vocazione mercantile di Amalfi l’agrume arrivò poi in molti territori della penisola, entrando in ricette di verdure, insalate e dolci.

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Il limone, oltre ai tanti utilizzi in gastronomia e profumeria, ha diversi usi tramandati di generazione in generazione. Per mantenere bianco lo smalto dei denti, c’era chi li strofinava con la scorza di limone una volta a settimana. Le ragazze per avere capelli splendenti si facevano impacchi d’olio d’oliva con succo di limone. Lo stesso composto spalmato sulla pelle era utilizzato da chi soffriva di eritema solare.Invece, chi trovava le proprie lentiggini eccessivamente marcate, per schiarirle si passava sulla pelle una combinazione di succo di limoni e acqua salata. In Italia la pianta fiorisce 4 volte l’anno, grazie al microclima locale di posti come la Sicilia, vocati alla sua coltivazione. Sulla pianta di limone è possibile trovare insieme le zagare (fiori), i fruttini in crescita e i frutti maturi. Per il consumo dei limoni italiani si parte in autunno con il limone primofiore (buccia liscia e colore giallo). Poi a gennaio arriva il limone invernale (buccia gialla), seguito in aprile dal limone bianchetto (buccia più chiara). In estate il limone da consumare è il verdello (buccia verde ma molto succo.

Foto Giovan Giuseppe Lubrano Foteroprter

antoniolubrano1941@gmail.com

info@ischiamondoblog.com

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Brigida

Bellissimo articolo ma pregherei di togliere il tag al mio nome. Grazie!

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