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«I Partiti erano vere scuole di amministrazione»

ISCHIA – Non mi piace per niente Pomicino. Fossi in lui, guarderei di quanto è lievitato il debito pubblico mentre lui, medico, era ministro del bilancio. Tuttavia, a malincuore, devo dargli ragione. La Democrazia Cristiana, con quasi un governo diverso ogni anno, ha garantito paradossalmente stabilità al Paese, non agli esecutivi ma attraverso le sue personalità. Il circuito democratico funzionava molto meglio. Era un partito che conteneva al suo interno anche una sorta di opposizione critica. Il gioco delle correnti assicurava che nessuno stravincesse se non voleva trovarsi a gambe all’aria al congresso successivo. Non è nostalgia. I partiti erano scuole almeno di amministrazione: ti candidavano prima alla circoscrizione, poi al comune, poi alla provincia e alla regione. In parlamento arrivavano -salvo eccezioni- soggetti che sapevano cosa significava presentare una mozione o fare un emendamento. Guardiamo quali soggetti  i “Cinque stelle” hanno portato oggi in Parlamento. Il Partito Comunista, che era il principale partito di opposizione e amministrava regioni, province e comuni, non aveva interesse allo sfascio. Faceva opposizione come chi sapeva di governare comunque metà del paese. Pesi e contrappesi funzionavano, consentendo al paese di superare gli anni bui del terrorismo. E ora?.

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