Un’arma batteriologica. Il pesce palla contiene una tossina (più precisamente la tetradotossina) che non si elimina neanche attraverso la cottura. Ernesto Azzurro, ricercatore ISPRA e curatore della campagna di
informazione, spiega a National Geographic quali sono i suoi effetti: “È una potente neurotossina, che blocca
l’attività dei canali di trasporto del sodio presenti nelle membrane dei neuroni mettendo a rischio la neuro-trasmissione. Gli effetti possono essere più lievi, come nausea e diarrea, o più gravi, come la paralisi respiratoria. Il problema è che non esiste antidoto”. In alcuni casi, questi effetti portano alla morte. I casi accertati finora (nessuno in Italia) sono stati 13. Chi mangia un pesce palla, insomma, rischia grosso ma perlomeno non va incontro a morte certa. “Dipende dalla stagione, dalla stazza del pesce e anche da quali parti si mangiano”, continua Azzurro; “la tossina si concentra soprattutto nel fegato e nelle gonadi e, in
concentrazioni minori, nella pelle e nei muscoli”. Ma è a rischio anche chi lo consuma dopo averlo eviscerato. Del resto, non è un caso se la tossina del pesce palla è una delle sostanze più monitorate dalle agenzie anti-terrorismo di tutto il mondo.