LE OPINIONI

I piedi, lo specchio della salute

I nostri piedi ci raccontano, attimo per attimo, il cammino verso lo sviluppo armonioso della nostra persona

Esaminare le condizioni dei piedi e agire in modo da prevenire l’insorgenza di lesioni muscolari e osteoarticolari quali distorsioni, infortuni da overuse, metatarsalgia, fascite plantare, spina calcaneare, tendiniti, sovraccarichi muscolari, condropatie, patologie di anca, etc. E’ la gravità stessa che fa da guida alle deformazioni delle membrane cellulari, alle distorsioni del reticolo endoplasmatico, alla plasmazione del mesoderma da cui scaturisce la forma delle singole ossa del piede.

Alterazioni dei piedi nei bambini

Nei bambini è molto facile trovare alterazioni funzionali del piede come per esempio i piedi calcaneo-valghi. Questo perché la statica e la deambulazione non sono ancora efficienti e integrate per garantire un posizionamento fisiologico del piede. A 4-5 anni di età più del 90% di piedi calcaneo-valghi osservati ai 2-3 anni si sarà corretto spontaneamente; e senz’altro ancor di più se si saprà attendere l’età limite (6-7) anni per la correzione (Giacomo Pisani).

Durante il proprio sviluppo il bambino affinerà quell’attività neurologica che sarà fondamentale per il resto della sua vita; la capacità di conoscere attimo per attimo la condizione ambientale per poter collocare se stesso in modo istantaneo, in modo più preciso possibile per quello che è la sua condizione posturale nello spazio. In poche parole dovrà sviluppare il “ sistema propriocettivo.

Le variazioni delle stimolazioni ambientali e i segnali di differenza sono provocati dallo stesso moto del corpo. E poiché l’ambiente va ininterrottamente sentito e valutato, entra in scena, in connessione con tutte le altre vie in entrata (oculare, vestibolare tattile) il senso gravitario; gli si affiancano, nella dottrina neuro-muscolare, la cinestesia (senso glo-bale del movimento) e la propriocezione, processo di acquisizione dell’informazione ambientale da parte di organi terminali muscolari e articolari stimolati dalla stessa condizione del corpo (Sherrington). Possiamo così dire che muscoli, tendini, capsule e legamenti sono “organi di senso” e “organi di moto” impegnati nelle ricezioni delle stimolazioni ambientali prima che nella effettuazione della risposta di moto (Paparella Treccia).

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Dove vanno tutte queste informazioni?

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In prima battuta vanno nei centri spino segmentari, e più l’attività motoria si complica più sono chiamati in causa i centri sopraspinali, fino ad arrivare all’emisfero cerebrale destro nella zona dell’integrazione sensitiva motoria.

Da qui partono tutte le informazioni per organizzare un moto coerente alla richiesta ambientale. La massima attività cerebrale in tema di moto è data dall’apprendimento e dalla memorizzazione di un movimento. Questo consente al corpo di avere una modulazione premotoria all’a-zione. Cioè l’attività propriocettiva consente di preattivare i muscoli per anticipare delle risposte gestuali. In neurofisiologia si chiamano aggiustamenti posturali anticipatori. Il piede è un organo fondamentale per le informazioni propriocettive che invia al cervello. Infatti la rap-presentazione corticale a livello sensitivo è più grande perfino di quella della mano.

Ma non dobbiamo fare l’errore di pensare che sia il solo organo di informazione sensitiva. Tutte le strutture musco-scheletriche sono “informatori” propriocettivi, e la posizione statica e la deambulazione dell’individuo sono il risultato dell’elaborazione completa delle informazioni posturali propriocettive.

Camminare coinvolge l’intero sistema osteo-locomotorio

Il piede può adattarsi a esigenze dinamiche della colonna o degli arti, oppure altri segmenti del corpo si adattano alle esigenze dinamiche del piede. Secondo Bernstein i movimenti della deambulazione sono i più automatizzati e mostrano una riproducibilità estremamente precisa; i movimenti locomotori rappresentano sinergie estremamente diffuse che coinvolgono l’intera muscolatura e l’intero sistema osteo-locomotorio dal basso verso l’alto, oltre ad un grande numero di aree e di vie di conduzione del sistema nervoso centrale. Durante la deambulazione molti muscoli sono coinvolti, e molti muscoli danno il loro contributo all’attività propriocettiva. Analizzando i dati EMG di un ciclo del cammino si evidenzia che: Il tibiale anteriore è il muscolo che rimane contratto per più tempo, con picchi importanti di reclutamento subito dopo il contatto del tallone e all’inizio della fase di sospensione. I flessori plantari cominciano a contrarsi all’appoggio completo del piede e la loro azione va aumentando l’attività per raggiungere il massimo dopo lo stacco del tallone, quando tutti i flessori, peronei compresi, sono in azione.

In particolare soleo e tibiale posteriore sono in azione durante il pieno appoggio, mentre il gastrocnemio interviene nella fase di spinta. Il quadricipite ha due picchi di contrazione; il più importante inizia al contatto del tallone e diventa intenso al contatto delle dita, quando inizia la fase di estensione del ginocchio. Gli ischio-crurali intervengono in leggero anticipo rispetto al quadricipite, in particolare alla fine della sospensione e all’inizio dell’appoggio. II grande gluteo secondo alcuni autori è in condizioni basali nel cammino a velocità normale, secondo altri ha una piccola fase di reclutamento all’inizio della fase di appoggio. L’ileopsoas si contrae contemporaneamente al gluteo dalla parte opposta, ma con poca intensità. Altri muscoli interessati ma con pochissima attività sono: Adduttori, Erettori spinali, Deltoide.

Trapezio, Romboidi e Sovraspinoso sono in costante contrazione per tutto il ciclo del passo. Gli addominali non sembrano partecipare al cammino a velocità normale. Tranne che per i flessori dorsali del piede e i fissatori della scapola l’intervento di grossi muscoli è limitato a brevi contrazioni di stabilizzazione, quasi sempre in contrazione eccentrica. La maggior parte delle azioni che compongono il cammino sono legate alla forza di gravità e all’inerzia. Cavagna dice; “… ad ogni passo di marcia energia potenziale si trasforma in energia cinetica quando il corpo cade in avanti e, viceversa, energia cinetica si trasforma in energia potenziale durante il susseguente innalzamento del centro di gravità ”. L’intervento dei muscoli è necessario solo per “mantenere” il moto.

La rieducazione propriocettiva

Nella maggior parte dei casi si riduce ad un pietoso utilizzo della tavoletta destabilizzante propriocettiva nelle versioni destabilizzazione laterale e antero-posteriore. 1) Non si deve fare un intervento propriocettivo solo attraverso il piede. 2) Durante il normale moto dell’uomo numerosi movimenti anticipatori sono utilizzati per “rendere” il gesto fluido.

Durante una rieducazione propriocettiva vanno allenati.

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Per esempio, in caso di una distorsione di caviglia a destra si deve allenare il compartimento degli abduttori del tronco a sinistra.

3) Il gesto rieducativo deve avere un parametro più specifico possibile. 4) Come abbiamo visto l’intervento muscolare nel cammino, è estremamente ridotto. Non si devono rinforzare in modo importante tutti i muscoli. È invece importante saper identificare i muscoli deboli, così da poterli rinforzare in modo selettivo.

5) La locomozione dipende molto dall’inerzia, che raggiunge la sua massima efficienza se i segmenti ossei “lavorano” nella miglior fisiologia possibile. Un astragalo disallineato (che assume un atteggiamento postero-laterale dopo per esempio distorsione in inversione della caviglia) può creare i presupposti di una rotazione esterna della tibia o interna del femore, con sovraccarico cartilagineo. Bisogna sempre fare dei test “biomeccanici” sui segmenti ossei interessati ad una rieducazione cosi specifica come quella propriocettiva.

6) Abbiamo visto che la deambulazione è un processo automatizzato, con esecuzioni standardizzate. Nella camminata tipica si è evidenziata l’attività prevalente delle fibre rosse; alle fibre bianche si fa appello in condizioni nelle quali si esula dalla specificità. Nella rieducazione propriocettiva questo dato deve essere tenuto in strettissima considerazione. Alla faccia della tavoletta propriocettiva!

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