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I rifiuti, l’ennesima emergenza e il progetto Ischia

E’ l’ennesima emergenza che ci colpisce! Questa volta complice un fitto calendario di interventi manutentivi al termovalorizzatore di Acerra. Una nota firmata da Simone Malvezzi, responsabile degli impianti campani gestiti dalla A2A Ambiente, la società che gestisce il TMV di Acerra, parla di 6 interventi di manutenzione programmata che riguarderanno progressivamente le tre linee dell’impianto da dicembre 2018 fino ad agosto del 2019. La fermata più critica, verso fine agosto 2019, sarà di circa 35 giorni per effettuare la revisione generale del turbogeneratore con il fermo contemporaneo di tutte e tre le linee. In quel periodo Acerra non potrà ritirare la frazione combustibile proveniente dai 7 impianti campani di tritovagliatura ed in particolare da Caivano. Questi interventi, che rientrano nelle normali attività programmate di manutenzione, si inseriscono in un contesto, come quello campano, già molto critico, e potrebbero avere un impatto ancor più negativo sulla nostra isola che è ancor più vulnerabile per una serie di problemi legati alla logistica della raccolta e dello smaltimento.

Per questi motivi il nostro gruppo di lavoro coordinato da me e l’ing. Michele Acunto fin dal 2013 elaborò ed illustrò a tutti i sindaci dell’epoca ed all’opinione pubblica un ambizioso e dettagliato progetto noto come “PROGETTO ISCHIA PULITA“ finalizzato alla realizzazione di impianti di trattamento RSU e recupero qui sull’isola. In questi anni abbiamo seguito sia l’evoluzione normativa, che l’evoluzione tecnologica e l’involuzione logistica dove si sono registrati importanti cambiamenti che in parte hanno modificato l’ordine delle priorità. Come si evince dalla tabella ricavata da MySir abbiamo registrato nel 2017 un nuovo record nella produzione di rifiuti con circa 42.000 t/anno e 4784 carichi spediti in terraferma. La raccolta differenziata va dal massimo registrato a Barano con circa il 58% al minimo di Serrara Fontana con un 19% (penalizzata quest’ultima dalla mancanza di un’area ecologica attrezzata). Ma il dato più critico, se messo in relazione ai grandi volumi raccolti, è quello di Forio, dove nonostante gli apprezzabili sforzi del gestore del servizio (che nel 2018 ha una media di RD del 40% con una punta a giugno del 44%), la mancanza ad oggi di più aree ecologiche con funzioni differenziate purtroppo fa lievitare i costi.

FONTE DATI MYSIR

Quello che vorrei sottolineare è che il problema dei rifiuti è molto complesso e richiede un approccio serio e professionale a vari livelli. E’ difficile sintetizzare in un articolo quali sono le possibili soluzioni. Il nostro gruppo di lavoro interdisciplinare in tutti questi anni ha già pubblicato molti articoli di dettaglio sul tema e penso che in questo momento possa essere utile fare un breve riepilogo dei titoli di alcuni dei temi che ci proponiamo di riesaminare e divulgare anche attraverso gli organi di stampa ed i social.

LA RACCOLTA RSU (2/3 DEL COSTO)

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Partiremo questa volta analizzando i problemi legati alla Raccolta Differenziata ed alla relativa logistica. (Ogni anno sull’isola spendiamo più di 21 milioni di € di cui circa 14 per la Raccolta ed il resto per il trasporto e lo smaltimento). In base alle nostre stime sarebbe possibile, razionalizzando il sistema, risparmiare circa il 20% sul totale dei costi e quindi circa 4.000.000 milioni di €/anno. Purtroppo la tensione che si sta generando sullo smaltimento ha già determinato un sensibile aumento dei costi. Per la frazione organica si parla già di aumenti nell’ordine del 20% e chi alimenta il traffico illecito di rifiuti trae indubbiamente enormi vantaggi da questa situazione. Bisogna quindi migliorare le sinergie e le economie di scala applicando le disposizioni della Legge Regionale 26 maggio 2016, n. 14, ossia “Norme di attuazione della disciplina europea e nazionale in materia di rifiuti” attraverso la costituzione di una società di servizi interisolana per la raccolta e lo smaltimento degli RSU, con l’obiettivo di un affidamento in house di tali servizi da parte degli stessi comuni isolani associati in un SAD (Sub Ambito Distrettuale). Comunque sottolineo ancora una volta l’importanza di disporre di aree ecologiche attrezzate con funzioni differenziate baricentriche rispetto ai bacini di produzione dei rifiuti e che siano eventualmente al servizio di più comuni.

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Altro elemento importante è rappresentato dai corrispettivi riconosciuti per la raccolta differenziata di alluminio, plastica, carta, alluminio, ferro etc. comuni nell’ambito dell’accordo ANCI CONAI in via di revisione. E’ molto importante che questi corrispettivi vengano sensibilmente aumentati in special modo per le isole minori per coprire l’enorme aumento dei costi ed evitare che gli stessi si riflettano sulla TARI. E’ sicuramente preferibile che vengano penalizzati alla fonte i prodotti usa e getta, disincentivandone il consumo, piuttosto che ricorrere all’aumento della TARI che colpisce indiscriminatamente tutte le famiglie. Dal momento che la frazione organica degli RSU rappresenta quasi il 30% del totale e’ molto importante che tutti gli isolani, che dispongano di un terreno, si attivino per realizzare il compostaggio della frazione organica dei propri rifiuti, mentre alberghi e ristoranti potrebbero consorziarsi e gestire le attività di compostaggio in comune. Ovviamente i comuni dovrebbero riconoscere una adeguata premialità.

Per quanto attiene ai piccoli impianti di trattamento rifiuti inclusi quelli di biogas e biometano consiglio grandissima prudenza. Nel corso di questi anni ho conosciuto moltissimi ciarlatani che promettevano soluzioni mirabolanti facendo miracolosamente sparire i sacchetti di rifiuti. Ricordo in particolare un gruppo di esperti che venne ad un incontro con operatori alberghieri e amministratori locali che, messo alle strette con richieste di chiarimento su processi adottati, brevetti ed applicazioni realizzate, continuò a divagare per quasi tre ore senza dare risposte concrete, al punto che un amministratore isolano commentò che gli sembrava di assistere alla scena cult di Totò che vendeva la Fontana di Trevi. Torneremo su questo tema anche per approfondire le tecnologie più recenti legate alla produzione di biometano da FORSU come la tecnologia Biosip, che verrà applicata in un impianto, in via di realizzazione da parte della Agatos a Milano. Attendo quindi con grande interesse che questo impianto vada in produzione.

IL TRASPORTO E LO SMALTIMENTO (1/3 DEL COSTO)

Problemi serissimi e gravi come quelli del trattamento e dello smaltimento degli RSU diventano quasi sempre oggetto di un confronto tra tifoserie, laddove dovrebbe prevalere un’analisi rigorosa e su basi scientifiche. Il nostro paese è particolarmente carente di impianti di trattamento RSU e di altre infrastrutture come le aree ecologiche attrezzate perché domina su tutto la paura alimentata dalla sindrome NIMBY (è la sigla che riassume una locuzione inglese — not in my backyard, non nel mio cortile — per esprimere le contestazioni contro i progetti di opere e infrastrutture) studiata ed analizzata a livello mondiale e particolarmente diffusa in Italia. A farne le spese sono stati gli impianti di termovalorizzazione (TMV) come quello di Acerra. L’Italia ne ha una quarantina concentrati al Nord, mentre Centro, Sud e Isole ne sono generalmente sprovvisti. Sarebbe quindi necessario raddoppiare il numero di questi impianti per allinearci al resto dell’Europa del Nord. In Campania Acerra e’ uno tra i migliori impianti e permette di smaltire quasi 700.000 t/anno, con emissioni molto basse. Avremmo bisogno di un altro TMV da almeno 400.000 t/anno (quella di Salvini di un TMV per provincia è solo una inutile provocazione perché un TMV sotto le 300.000 t/anno è antieconomico). Va comunque sottolineato ancora una volta che la realizzazione di un altro TMV è una condizione necessaria ma non sufficiente per risolvere il problema. Servono anche altri tipi di impianto ed il settore più critico in questo momento è rappresentato dalla assoluta insufficienza degli impianti di trattamento della frazione organica (FORSU). Quindi serve una strategia complessiva ben sintetizzata dal pentalogo delle famose 5R

Possiamo riassumere le indicazioni fornite con la strategia delle 5 R:

R come riduzione dei rifiuti
Scegliendo prodotti che abbiano minori volumi e pesi di imballaggio o ancora evitando gli sprechi (come gli shopper della spesa o la carta in ufficio).

R come raccolta differenziata
Imparare a distinguere i materiali con cui sono costituiti gli oggetti di cui vogliamo disfarci (i rifiuti appunto) e conferirli separatamente secondo le modalità di raccolta.

R come riuso degli oggetti ancora utili
Prima di definire un oggetto come rifiuto dovremo considerare se la sua utilità è cessata: un barattolo di vetro può essere riutilizzato infinite volte e un foglio di carta può essere scritto anche sul retro.

R come riciclo di materiali
La tecnologia sta continuamente rendendo possibili processi volti al recupero del materiale rifiuto rigenerando (carta da carta; vetro da vetro) o trasformandolo (felpe da bottiglie di plastica…).

R come recupero di energia
Se proprio i rifiuti non possono essere evitati, se gli oggetti non possono essere più riutilizzati e non sono riciclabili, allora devono essere utilizzati per produrre energia, ad esempio attraverso i termovalorizzatori, dove attraverso sofisticati impianti e sotto strette misure di controllo vengono bruciati e il calore prodotto viene utilizzato per produrre energia.

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