I sindaci al corteo del Cudas? Una scelta non condivisibile
E’ il parere del dirigente del PCIML Gennaro Savio che non ha compreso l’invito del comitato ai primi cittadin, ritenuti evidentemente complici della crisi della sanità locale I sindaci al corteo del
Non ci sono parole dinanzi alle immagini che giornali e televisioni hanno diffuso a riguardo della manifestazione di protesta indetta dal CUDAS, il Comitato Unitario per la Difesa e il Diritto alla Salute dell’isola d’Ischia, che ha concesso ai sindaci dell’isola d’Ischia di partecipare, e addirittura guidare, il corteo che si è snodato da Casamicciola sino a Lacco Ameno. Ai responsabili politici dello sfascio della sanità sulla nostra Isola, è stata data la possibilità di farsi il bello in quella che avrebbe dovuto essere una manifestazione popolare e che invece, ancora una volta, si è trasformata in una passerella per i primi cittadini isolani: assurdo! Si è trattato dell’ennesima scelta politica suicida da parte di un comitato che ancora una volta dimostra di non avere, nei suoi dirigenti, quella cultura popolare e proletaria che solo può portare le masse alla vittoria, così come d’altronde ha dimostrato la storia. Si è trattato dell’ennesima scelta suicida che, tra l’altro, è stata politicamente e socialmente parlando persino diseducante per le centinaia di giovani presenti e senza i quali avrebbero “manifestato” solo i dirigenti del CUDAS, i sindaci, il Vescovo Lagnese e pochi altri cittadini. Una scelta diseducante perché ai nostri ragazzi, e cioè alla classe dirigente del futuro, si è fatto credere che i responsabili politici della sanità a Ischia, che il popolo dovrebbe combattere affinché finalmente nelle sedi opportune si battano per la rinascita della sanità, sono i “supereroi” che nelle istituzioni difendono gli interessi della collettività: che vergogna! I sindaci del centrodestra e del centrosinistra, del Partito Democratico, di Forza Italia e di tutti quei partiti, compreso quelli attualmente al governo del Paese, che hanno affossato l’Italia e affamato gli italiani come Francesco Del Deo, Enzo Ferrandino, Dionigi Gaudioso, Giovan Battista Castagna, Giacomo Pascale, Rosario Caruso e Dino Ambrosino di Procida, anziché scendere in piazza a protestare contro se stessi e contro il loro potere politico e partitico locale, regionale e nazionale, bene farebbero a cominciare a fare il loro dovere politico ed istituzionale per frenare lo sfascio di ospedale e ambulatori sulla nostra Isola pretendendo dai loro referenti politici della Terraferma, per cui ad ogni occasione hanno pure il coraggio di raccogliere voti, interventi tesi a migliorare le prestazioni sanitarie e a riconoscere Ischia isola disagiata, battendo anche i pugni, se necessario, sulle scrivanie di onorevoli, senatori e presidente della Regione. E invece no, verso costoro per opportunismo e carrierismo politico, i sindaci isolani continuano ad essere politicamente servili e complici!
E sino a
quando il CUDAS anziché essere un comitato di lotta popolare autonomo e di
attacco verso il potere politico a tutti i livelli istituzionali, continuerà a
rappresentare “Il Comitato Unitario dei Sindaci Isolani”, per le popolazioni
dell’isola d’Ischia ci saranno poche speranze di riscatto. E pensare che già lo
scorso anno per una manifestazione indetta sempre dal CUDAS ci furono feroci
polemiche proprio per la presenza dei sindaci e del Consigliere regionale Maria
Di Scala ma, evidentemente, l’indignazione di allora non è servita a far
riflettere i dirigenti del comitato isolano sulla linea da adottare nella lotta.
E se sbagliare è umano, perseverare è diabolico… Il Partito Comunista Italiano
Marxista-Leninista guidato dal Segretario generale Domenico
Savio, di cui mi onoro di essere militante e dirigente e col quale
negli ultimi decenni abbiamo guidato comitati popolari coi quali abbiamo
ottenuto straordinarie ed inaspettate vittorie politiche e sociali in tutta
l’Isola proprio per la natura di classe e rivoluzionaria dell’organizzazione di
lotta, oltre a sostenere nella piena autonomia politica le iniziative di lotta
che si sviluppano sull’Isola, continuerà a battersi affinché Ischia venga finalmente
riconosciuta isola disagiata per migliorare le prestazioni sanitarie sul nostro
territorio. Perché è disumano e vergognoso, nel 2019, dover rischiare ancora la
vita per carenze nella struttura organizzativa della sanità isolana dove gli
ambulatori continuano ad essere soppressi e dove presso l’ospedale “Rizzoli”
sono sempre meno i medici presenti in organico.
*Dirigente del PCIM-L