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I sindaci strizzano l’occhio al terzo mandato

Dopo il via libera della Camera, sembra spianata la strada all’approvazione della proposta che consentirà un terzo mandato sindacale consecutivo nei Comuni con meno di 5mila abitanti: ecco le opinioni di alcuni dei primi cittadini isolani

Il traguardo, legislativamente parlando, è a portata di mano. La Camera dei Deputati ha dato il primo via libera al provvedimento che modificherà l’articolo 51 del Testo Unico sugli Enti Locali, consentendo ai Comuni con meno di 5mila abitanti di eleggere lo stesso sindaco per tre mandati consecutivi. La proposta di legge prevede anche l’eliminazione del controllo di gestione e del documento unico di programmazione per i comuni con una popolazione fino a 5mila abitanti.

Enzo Ferrandino: «Per i comuni più grandi reputo equilibrato il limite dei due mandati, che consente di coniugare l’impegno richiesto e la durata dell’azione amministrativa, mentre per le piccole realtà sono favorevole al terzo mandato: reputo quindi appropriato il percorso legislativo in atto»

La cosiddetta «legge Pella» dal nome del primo firmatario, il vicepresidente vicario di Anci nazionale l’onorevole Roberto Pella, introduce inoltre una modifica in materia di inconferibilità e incompatibilità, per cui coloro che sono stati condannati, anche con sentenza non passata in giudicato, per uno dei reati contro la pubblica amministrazione, oltre a non poter ricoprire gli incarichi amministrativi di vertice nelle amministrazioni statali, regionali e locali, non potranno avere ruoli negli “enti di diritto privato in controllo pubblico”. È comunque ovvio che a livello isolano quello che interessa maggiormente è l’abolizione del limite dei due mandati di sindaco, che riguarda Lacco Ameno e Serrara Fontana. Se per Irene Iacono la prospettiva è ancora davvero molto lontana, avendo iniziato il suo primo mandato da meno di due mesi, per Giacomo Pascale si tratta di un’eventualità a medio termine, visto che il sindaco di Lacco Ameno da un anno ha iniziato il secondo incarico. «Si tratta – spiega Pascale – di una proposta che l’Associazione nazionale dei comuni italiani ha portato avanti da diversi anni, a cui si uniscono altre richieste. L’Anci ha quindi chiesto di eliminare il vincolo dei due mandati per i sindaci rispetto alle altre cariche elettive, che non hanno alcun vincolo di mandato. La possibilità del terzo mandato fino ad oggi era contemplata soltanto per i sindaci fino a tremila abitanti. Adesso la Camera ha approvato all’unanimità l’estensione di tale possibilità anche ai comuni fino a 5mila abitanti. Una delle “ratio” della norma sta nelle difficoltà che i piccoli comuni stanno affrontando addirittura nel reperire candidati sindaci alle elezioni. La cosa non mi ha sorpreso, perché se ne parlava da tempo.

Giacomo Pascale: «Da tempo l’Anci si batteva per questa proposta. In democrazia è sempre meglio che siano i cittadini a mandare a casa un’amministrazione, che non una disposizione di legge»

Nell’ultimo congresso Anci a Parma in tal senso è emersa un’ampia sinergia istituzionale tra i sindaci e le alte cariche dello Stato: erano presenti il Presidente Mattarella, il premier Draghi, oltre a vari ministri. Per noi – continua Pascale – sostanzialmente non cambia nulla: in democrazia è sempre molto meglio che siano i cittadini a mandare a casa un’amministrazione, che non una disposizione di legge. Personalmente, credo che due mandati siano sufficienti, poi bisogna dare spazio alle nuove leve. La scadenza del mio mandato è lontana: quattro anni, e fra quattro anni saremo tutti più vecchi, quindi non c’è alcuna fretta per pensare al “dopo”».

Reduce dal consiglio comunale del tardo pomeriggio di ieri a Serrara Fontana, la neosindaca Irene Iacono ha commentato: «Si tratta senza dubbio di un’opportunità per i territori come il nostro, perché avere la possibilità di un terzo mandato, per un sindaco che ha bene operato, è una chanche in più per la crescita, lo sviluppo e la pianificazione territoriale. Si pensi alla realizzazione delle opere pubbliche, che hanno un laborioso iter: avendo davanti la prospettiva di un possibile ulteriore mandati, i risultati attesi possono diventare più visibili. Di conseguenza va vista con favore l’approvazione di questa proposta che sta continuando il suo percorso legislativo».

Irene Iacono: «Si tratta di una buona opportunità per i territori come il nostro, perché un terzo mandato – per un sindaco che ha operato bene – consente di pianificare meglio le opere pubbliche, che necessitano di un determinato iter e quindi di tempo»

Il sindaco di Ischia, Enzo Ferrandino, ha un punto vista articolato sul tema: «Personalmente, ho una mia teoria: specialmente per i Comuni che superano i 15mila abitanti, che spesso sono contraddistinti da dinamiche comunitarie complesse, sia sociali che economiche, un sindaco è chiamato ad affrontare un impegno abbastanza gravoso. In tale contesto un arco temporale di due mandati, cioè dieci anni, secondo me rappresenta la durata giusta per coniugare l’impegno e la fatica che una persona deve affrontare per svolgere degnamente la funzione di sindaco in una simile realtà. Diverso invece il discorso per realtà più piccole, dove oggettivamente ampliare il numero di mandati e dare la possibilità ai sindaci di poter andare oltre il secondo è una cosa comunque positiva. Di conseguenza reputo appropriato il percorso legislativo in atto che sta portando ad abolire il vincolo dei due mandati».

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La proposta avanzata dall’Anci è stata approvata con 328 voti favorevoli e nessuno contrario dalla Camera e prosegue ora il suo iter al Senato. È chiara l’esistenza di una intesa trasversale in Parlamento per consentire la possibilità di un terzo mandato consecutivo per i Comuni fino a 5.000 abitanti, che – come ha ricordato Pascale – fino ad oggi era possibile solo per gli Enti fino a 3.000 abitanti. L’Anci ha sostenuto tale proposta in nome del principio di consentire ai cittadini elettori di indicare il proprio e più diretto rappresentante senza limiti temporali che, secondo il Coordinatore nazionale Anci dei piccoli Comuni, Massimo Castelli, «è un principio naturalmente valido per tutti i Comuni, un limite, tra l’altro, previsto solo per i Comuni». 

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