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Ciao Capezzuto, in consiglio Carmen Muro

Di Guglielmo Taliercio

PROCIDA – Cinque anni da sindaco dell’isola di Graziella, prima ancora dieci anni da consigliere comunale ed assessore ai lavori pubblici, poi una campagna elettorale persa con “Per Procida” a vantaggio di Dino Ambrosino e de “La Procida che Vorrei” che lo relega a “semplice” consigliere di minoranza unitamente a tutti gli assessori della sua precedente giunta.

Ieri mattina l’atto finale, politicamente parlando, non improvviso in quanto, dopo aver marcato solo due presenze nelle passate sedute di Consiglio e l’assenza sistematica dal lavoro delle commissioni consiliari, le voci già circolavano insistentemente da qualche giorno, di staccare la spina e rassegnare le dimissioni che, per legge, una volta registrate al protocollo generale dell’Ente sono irrevocabili.

Lo ha fatto con una nota indirizzata, come da prassi, al Primo cittadino Dino Ambrosino ed al presidente del Civico Consesso Antonio Intartaglia, nella quale Capezzuto scrive quanto segue: “Egregio presidente, egregio sindaco, con la presente rassegno le mie dimissioni da consigliere comunale. Purtroppo non potrò svolgere, come vorrei, il mio ruolo consiliare a causa delle responsabilità legate alla mia nuova funzione lavorativa. In questi mesi mi è stato impossibile esercitare, con il dovuto impegno, il compito di consigliere comunale. Ho sempre svolto la mia attività politica e amministrativa con grande passione e oggi devo prendere atto che ciò non è più possibile per le motivazioni di cui sopra. Passo la mano a chi sicuramente avrà più tempo da dedicare all’importante funzione di consigliere comunale”.

Un’uscita di scena che si chiude con una frase che sottolinea l’orgoglio di Capezzuto: “Dilungarmi sul ruolo amministrativo da me svolto per il passato – scrive – ritengo sia un atto superfluo, per chi come me ha avuto l’onore di essere stato sindaco di Procida”.

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Con il ritiro dalla politica attiva, almeno per il momento, anche di Vincenzo Capezzuto, dopo quella di Luigi Muro avvenuta nella primavera scorsa, quindi, è sempre più evidente e concreta  la chiusura di un ciclo politico ed amministrativo che, nell’ultimo ventennio, ha governato, nel bene o nel male, ovviamente a secondo i punti di vista, le sorti dell’isola.

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A confermarlo direttamente è lo stesso Vincenzo Capezzuto con il quale abbiamo avuto modo di scambiare qualche battuta: «La mia storia politica è fatta di un grande impegno e di una grande laboriosità e parlando con alcuni amici abbiamo condiviso che è necessario una fase di cambiamento che fondi le sue basi sulla qualità e non più sulla quantità. Ho sempre rivendicato di essere figlio di Ninuccio Capezzuto con una storia alle spalle».

Tanti gli interrogativi che oggi, quindi, ancor più di ieri, si aprono e attendono risposte, a partire dalle modalità e dalla tempistica con la quale un’area politica che, comunque, rimane pregnante nella società locale, al di là dello sgretolamento del gruppo dirigente prima e della disfatta elettorale dello scorso 31 maggio, dopo, saprà riorganizzarsi.

Nel mentre, ad affacciarsi per la prima volta al proscenio della vita politica procidana, entrando tra i banchi del parlamentino di via Libertà, sarà Carmen Muro.

 

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