CRONACAPRIMO PIANO

Il bene confiscato al boss ospiterà i disabili

Il Comune d’Ischia destinerà a tal uso un immobile che venne sottratto nel 2011 alla disponibilità del boss Giuseppe Avagliano, detto “O Magazzese”: pronto il progetto che sarà in gran parte finanziato dalla Regione. La casa rimase incustodita e nel 2016 fecero scalpore le vacanze dorate di un nipote dall’esponente malavitoso

E’ un passo significativo di un iter procedurale che può portare al lieto fine di una storia, che forse ci piace raccontare anche per questo. Perché, in un momento in cui motivi per sorridere ed essere ottimisti ce ne sono oggettivamente pochi, non può che far piacere rendere edotti i nostri lettori di fatti e vicende che in fondo sono anche una boccata di sano e ottimistico “ossigeno”.

La giunta municipale di Ischia, guidata dal sindaco Enzo Ferrandino, ha infatti votato una delibera avente ad oggetto “Avviso pubblico a favore dei Comuni per il finanziamento di progetti di riutilizzo dei beni confiscati, annualità 2020. Approvazione progetto esecutivo, progetto di riutilizzo di ben immobili confiscati alla criminalità organizzata da destinarsi a centro accoglienza portatori di sindrome ASD. Nomina RUP”. Insomma, nel palazzo municipale di via Iasolino si tocca uno step importante, quale quello costituito dalla possibilità di destinare ad altro utilizzo un bene confiscato alla camorra e che ricada nel territorio di pertinenza del Comune che ne fa richiesta. L’avviso pubblico relativo allo stanziamento di risorse di un “Fondo Unico per i Beni confiscati” prevede esplicitamente che gli enti locali “possono presentare istanza per il finanziamento di azioni finalizzate al recupero ed alla rifunzionalizzazione di beni immobili confiscali, trasferiti al loro patrimonio indisponibile e compresi nell’elenco pubblicato sul sito del Comune ai sensi dell’art. 48 comma 3 lettera c) del decreto legislativo 159/2011, da destinare ad attività istituzionali sociali/produttive”, Non solo, si aggiungono anche gli interventi di valorizzazione e recupero che sono ammessi e tra questi si legge: “Alla realizzazione di spazi di co-working per iniziative innovative promosse dai giovani (hub, innovatori sociali, ecc.), nonché spazi per l’inclusione lavorativa di giovani, disoccupati e di soggetti svantaggiati attraverso percorsi educativo-formativi e di tirocinio”.

Da qui il Comune ha dato incarico all’architetto Lia Baldino di redigere un progetto relativo al restyling di un’immobile da destinare ad una nobile finalità e cioè a centro di accoglienza per soggetti diversamente abili. Le opere prevedono un costo di circa 78.000 euro, di cui il 20 per cento (per l’esattezza 15.999,40) saranno a carico dell’ente di via Iasolino e la restante quota della Regione Campania. Responsabile unico del procedimento è stato nominato l’architetto Aniello Ascanio. L’immobile in questione è una villa confiscata diversi anni fa alla criminalità organizzata, che è ubicata in via Venanzio Marone e dunque nel pieno centro di Ischia, e che tornò prepotentemente agli onori della cronaca nell’estate 2016.

L’immobile in questione era stato confiscato e posto sotto sequestro nel lontano 2011 (provvedimento che fu oggetto di ricorso con confisca però confermata in tutti i gradi di giudizio) in quanto proprietà di Giuseppe Avagliano, alias o’ Magazzese, che aveva costruito con la propria attività malavitosa una discreta fortuna. Da quel momento però l’abitazione rimase sempre incustodita e così quattro anno fa un ventenne napoletano appartenente ad una famiglia collegata al clan Giuliano di Forcella fu incredibilmente beccato dai carabinieri della Compagnia di Ischia mentre in quella casa a pochi passi dalla spiaggia stava tranquillamente trascorrendo le sue dorate vacanze estive. Il ragazzo, nipote dell’ex proprietario intanto in carcere ne usufruiva come meglio credeva e faceva sfoggio del lusso che caratterizzava il suo soggiorno sull’isola verde anche sui social, con una sfacciataggine davvero da guinness dei primati. Con lui, nel bene confiscato, si erano trasferiti temporaneamente anche amici e donne che si davano alla pazza gioia tra ristoranti, serate in discoteca, uscite in barca e il contorno di droga per dare quel pizzico di “brio” alle serate.

Movimenti che però misero in moto i militari dell’Arma, all’epoca guidati dal capitano Andrea Centrella che effettuarono un blitz nella casa incriminata dove tra l’altro furono rinvenuti 30 grammi di hashish. Per il 20enne “rampollo” scattò la denuncia all’autorità giudiziaria per detenzione di sostanze stupefacenti ma soprattutto per occupazione abusiva di stabile sottoposto a confisca da parte dello stato. Non l’unico caso sull’isola, dove di storie analoghe se ne raccontano tante: su tutte, quella che le cronache ricordano ancora riguarda l’immobile nel quale venne arrestato a Casamicciola Terme un pericolosissimo superlatitante, pezzo da novanta nel traffico di droga, Ciro Armento, che si nascondeva da mesi in una villetta situata nella pur centralissima Piazza Bagni. Storie che manifestano il legame di certi personaggi con la nostra isola, ed è proprio per questo che l’inversione di tendenza che adesso parte anche da Ischia non può che essere accolta con favore. E anche, magari, come un segnale di voler fortemente voltare pagina e affidarsi a un “turismo” di provenienza ed estrazione decisamente diversa. In fondo, un’isola bella come Ischia lo merita: non trovate?

Ads
Ads

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex