Il business degli integratori alimentari
L’alcol è un cancerogeno e le bevande alcoliche, tutte, sono tra i cancerogeni di grado 1, vale a dire “sicuramente cancerogeni per l’uomo”
La salute, dipende molto da ciò che mangiamo e non possiamo che spendere una parola per la dieta mediterranea, che è un fattore protettivo nei confronti dell’invecchiamento e favorisce la longevità. Nella dieta mediterranea, c’è una prevalenza di vegetali, rispetto ad altri tipi di alimentazioni, e soprattutto c’è pochissima carne rossa a favore del pesce. Ci sono una serie di sostanze, che il pubblico conosce come antiossidanti, che permettono all’organismo di proteggersi nei confronti dei danni che progressivamente subisce con l’avanzamento dell’età. E’ una sorte di barriera che qualche volta permette anche la riparazione delle cellule. Per esempio, una di queste è l’idrossitirolo che è, uno degli antiossidanti per eccellenza. L’acqua di spremuta dei noccioli d’oliva, trattata con acido citrico ha rivelata un contenuto di polifenoli di 300 volte superiore a quello dell’olio. Tra questi polifenoli è stato isolato l’idrossitirosolo, quello più semplice e più efficace, con enormi capacità antinfiammatorie e antiossidanti, in grado cioè di bloccare i radicali liberi, una delle cause di degenerazione delle cellule e quindi di infinite patologie. Il resveratrolo, l’uva, succo d’uva, frutti di bosco e frutta secca.
Il business degli integratori
Abbiamo questi effetti perché nella dieta mediterranea c’è un insieme di queste sostanze, che hanno un dosaggio assolutamente perfetto quando sono nelle forme naturali. Significa che se noi proviamo a prendere queste sostanze come nutrienti in farmacia, non abbiamo lo stesso effetto, per cui, seguire la dieta mediterranea ha un valore assolutamente protettivo, pretendere di sostituirla con i prodotti da banco, molto costosi, non facciamo un buon affare!
Gli integratori alimentari sono un business, un affare d’oro che non hanno riscontro dal punto di vista scientifico. Frutta, verdure, semi, bacche, cereali, legumi e pesce invece li hanno. Ci sono una serie di studi che dicono che chi segue in maniera rigorosa le dieta mediterranea è molto meno esposto all’Alzheimer, che è poi l’estrema conseguenza dell’iniziale perdita di memoria. Chiariamo che perdere un po’ la memoria nel tempo non significa avere problemi cognitivi ma è assolutamente normale, perché bisogna, sempre capire qual è l’entità della perdita di memoria. La dieta mediterranea previene l’Alzheimer e chi la segue, è più protetto nei suoi confronti. Ricordiamo il miracolo del pane e del pesce, non della carne o salsiccia.
Frugalità nel mangiare un’abitudine buona per tutti.
La longevità non è un problema di centimetri e peso, è naturalmente importante evitare l’obesità che è il vero nemico della longevità. Dobbiamo evitare la malattia che è l’obesità. Facendo un’analisi di quelle che sono le caratteristiche principale dei longevi (oltre gli 85 anni parte la logevità). Arrivare oltre i cento anni diventa poi una questione d’interferenza casuale con fenomeni biologici. Significa che l’ottantacinquenne può sviluppare delle malattie, può andare incontro a fenomeni casuali, la caduta per terra con la rottura del femore, sono tutti fenomeni che possono selezionare nell’ambito della longevità, coloro che poi arrivano a cento anni. Le caratteristiche biologiche della longevità si fanno partire a 85anni. Tutte le persone ultranovantenni, sono persone che progressivamente avvicinandosi ai cento anni, hanno tutti le stesse caratteristiche. Mangiano poco e frequentemente, hanno pochissimi fattori di rischio, non sono diabetici, non sono ipertesi, non sono obesi, non fumano e, soprattutto sono persone che per vari motivi, soprattutto dovuti a dove essi risiedono hanno svolto e svolgono, dove è possibile attività fisica. La vita in comune, la vita di relazione aiuta la longevità. La tendenza a rimanere da soli genera quasi sempre, o perché si è soli o perché si diventa soli a causa della sordità, che se non corretta genera una sorta di isolamento. Rimanere da soli per motivi familiari o per la vedovanza, induce nell’individuo uno stato depressivo, che conduce a un progressivo allontanamento dalla società e innesca un aumento della immunosoppressione e quindi maggiore capacità di ammalarsi. L’anziano che diventa depresso, si ammala più frequentemente. Condividere i sentimenti, la sessualità, le passioni con la persona che si ama costituiscono una grossa motivazione e permette di sentirsi all’interno del flusso della vita, essere sempre presenti per coloro che amiamo. Combattere la solitudine perché la solitudine porta alla depressione.
I farmaci nell’anziano vanno presi con estrema cautela, a dosaggi adeguati agli anziani, che non sono i dosaggi per l’adulto, possono essere differenti. Anziani e bambini, dal punto di vista farmacologico devono essere inquadrati molto spesso allo stesso modo e ridurre al minimo l’uso dei farmaci. Perché i farmaci sono di per se delle sostanze tossiche. Per esempio, un farmaco che blocca l’acidità e uno che facilita la respirazione, questi due farmaci, messi insieme, possono formare una terza molecola nel nostro organismo che invece può essere tossico. Sono le reazioni avverse dei farmaci che sono presi insieme. Ridurre, nell’anziano il numero dei farmaci a quelli strettamente utili, soprattutto considerando che alcune malattie croniche, vedi l’ipertensione, dura per tutta la vita e l’effetto del farmaco deve essere presente per tutta la vita.
Cercare nuovi stimoli crea le motivazioni e riduce la capacità d’inaridimento cerebrale, quindi, nel tempo libero, leggere, dipingere, ascoltare musica, e ben difficilmente si cadrà in depressione. Evitare le soap opera in TV, che sono deprimenti. Leggere un libro è uno stimolo importante che ci permette di rimanere in un contesto sociale e di prevenire e curare le malattie. Nelle donne ci possono essere più problemi di salute, perché sono portate a vivere più a lungo e hanno più tempo per prendere degli acciacchi, ma sono anche più forti per superarli. Il concetto di attività fisica, per quanto riguarda la longevità, va concepito innanzitutto con la non necessità di andare in palestra. Svolgere semplicemente attività fisica connessa con le attività quotidiane, che può essere la camminata a passo un po’ svelto, se le condizioni di salute lo permettono, andare a fare la spesa, salire le scale, non deve mai essere messo sotto sforzo il cuore o l’apparato cardiovascolare. Ottimo il funzionale oculatamente adattato all’anziano. Tutto deve essere compatibile con quelle che sono le capacità fisiche e le condizioni di salute. L’eredità genetica incide per un 25%, tutto il resto è stile di vita.
L’idrossitirosolo,
Il segreto della dieta mediterranea. La scoperta di questa molecola semplice è dovuta a uno scienziato calabrese immigrato anni fa negli U.S.A. Il suo procedimento in pratica si basa sulla spremitura delle olive denocciolate che copia da un antico procedimento utilizzato dai greci e dai romani che non rompevano durante la spremitura il nocciolo delle olive. Così facendo si formano due parti una, l’olio vegetale e l’altra l’acqua di spremuta inutilizzata. Quest’ultima trattata con acido citrico ha rivelato un contenuto di polifenoli di 300 volte superiore a quello dell’olio. Tra questi polifenoli è stato isolato l’idrossitirosolo, quello più semplice e più efficace, una molecola molto simile a quella della dopamina la cui assenza o diminuzione nel cervello causa malattie come l’Alzheimer e il Parkinson. Ha buone capacità antinfiammatorie e antiossidanti, in grado cioè di bloccare i radicali liberi, una delle cause di degenerazione delle cellule e quindi di infinite patologie. Uva, succo d’uva, frutti di bosco, frutta secca.
Bevande alcoliche
Tutte, qualsiasi esse siano, riconoscono i loro effetti in funzione della quantità di alcol presente. L’alcol ha due funzioni: una che può sembrare benefica in quanto abbassa il livello di colesterolo cattivo, diminuisce l’aggregabilità delle piastrine e migliora il controllo glicemico. Tutte queste azioni si traducono in una certa “protezione” cardiovascolare. D’altra parte però l’alcol è un cancerogeno e le bevande alcoliche (tutte) sono tra i cancerogeni di grado 1, vale a dire “sicuramente cancerogeni per l’uomo”. Le bevande alcoliche se da un lato sembrano esercitare un certo effetto protettivo, dall’altro comportano un aumentato fattore di rischio. C’è da dire che la diminuzione della colesterolemia, dell’aggregazione piastrinica e il miglioramento del controllo glicemico si possono ottenere, senza dover ricorrere all’alcol, da uno stile di vita corretto, astensione dal fumo, consumo di frutta e ortaggi, pochi prodotti animali, tanta attività fisica. Tutte queste azioni comportano protezione cardiovascolare senza rischio di cancro. È’ un’affermazione pericolosissima attribuire qualche beneficio ad alimenti che sono tipicamente associati alla sfera del piacere, perché è come dare consenso al vizio e le persone non aspettano altro. Piacerebbe ovviamente a tutti soddisfare i sensi senza dover pagare pegno.