Il caso Ibsen e il sequestro disposto dalla Procura
Ieri mattina una parte dell’edificio delle scuole medie Ibsen è stata interdetta da un tecnico incaricato dalla Procura di Napoli. L’architetto Giglio, dei Vigili del Fuoco della città partenopea, era giunto sul posto insieme ai Vigili Urbani agli ordini del Comandante Mattera, alla Preside Marinella Allocca, al responsabile scolastico della sicurezza, all’architetto D’Andrea, responsabile dell’Ufficio tecnico di Casamicciola. L’area interdetta si trova nella parte posteriore dell’edificio scolastico, e comprende un’area di sette metri a partire dalla scarpata retrostante, sulla sommità della quale è situato l’Hotel Suisse. Di fatto è stato vietato l’accesso ai bagni di quella parte dell’edificio, e a un’aula. La motivazione alla base del provvedimento è quella di salvaguardare la “pubblica e privata incolumità”. Secondo il tecnico, il declivio in questione potrebbe anche cedere in presenza di forti piogge, creando rischi per gli occupanti della scuola. Sull’altro fronte, secondo gli esponenti dell’amministrazione casamicciolese non c’era comunque nessun pericolo, essendo stata la zona recentemente ripulita senza che emergessero potenziali rischi per la struttura scolastica. Fra l’altro la presenza di terrazzamenti, che finora non hanno mai ceduto anche durante le più avverse condizioni meteorologiche, costituirebbe un argomento a favore della mancanza di criticità. La diversità di vedute tra il tecnico e l’amministrazione ha imposto all’architetto Giglio il coinvolgimento dei colleghi della Caserma dei Vigili del Fuoco di Ischia, per comporre il relativo fonogramma e la scheda d’intervento. Il sopralluogo che ha portato al provvedimento d’interdizione affonda le sue radici in una ormai datata serie di segnalazioni (risalenti a quasi due lustri fa) inoltrate dalla Preside all’epoca in carica all’Ibsen, la dottoressa Lucia Mattera Frallicciardi, riguardanti la zona della scarpata (di proprietà comunale) tra l’edificio dell’Ibsen e l’hotel Suisse. Le segnalazioni paventavano i rischi che sarebbero potuti nascere da alcune opere che la struttura alberghiera aveva intenzione di compiere sulla scarpata in questione: scavi per la posa di condutture in grado di allacciare l’hotel al sistema di scarichi fognari, attraversando l’area dove sorge l’edificio scolastico. Lavori che comunque non hanno mai avuto luogo e la cui realizzazione sembra ormai tramontata. Tuttavia, proprio a partire da quelle segnalazioni, risalenti al 2008-2009, la Procura ha di recente aperto un fascicolo, la cui conseguenza è nel provvedimento di ieri. Un esempio di come a volte le tempistiche necessarie alle istituzioni creino degli strani “cortocircuiti”: la segnalazione per un’opera che poi non è stata più realizzata (e che quindi non ha mai intaccato la porzione di terreno in questione), dopo quasi un decennio provoca involontariamente il transennamento e l’interdizione di una parte dell’edificio che avrebbero potuto essere minacciate da quei lavori mai effettuati.