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Il caso – Il processo a Calise? La busta d’immondizia è l’ultimo dei problemi

ISCHIA – Una vicenda, quella che il nostro giornale ha raccontato – e relativa al cittadino foriano finito sotto processo perché accusato di aver abbandonato in strada una busta dell’immondizia in un orario diverso da quello di conferimento – che inevitabilmente ha suscitato dibattito e discussione, anche perché crediamo che non se ne vedano tanti di procedimenti penali del genere. Ma è anche una storia sulla quale adesso la controparte ha inteso spiegare le proprie ragioni e quello che è accaduto. Il tutto nella logica della completezza d’informazione e dell’assoluta imparzialità di questa testata che già raccontando la storia in prima battuta ha voluto rimarcare come la versione dei fatti che riportavamo sul giornale fosse frutto della linea difensiva dell’imputato. A mettere nero su bianco è il responsabile dell’associazione ambientalista Kronos Noa Assomare Ambiente, Giuseppe La Franca, che in una nota inviata alla nostra testata dà la controversione dei fatti così come accaduti e sottolinea una serie di cose sull’attività svolta dai componenti della predetta associazione, rimarcando ancora una volta (ma questo lo avevamo già fatto noi) come gli stessi nell’esercizio di una serie di funzioni – in quanto muniti delle prescritte autorizzazioni – siano da intendersi come pubblici ufficiali a tutti gli effetti.

Nella sua lettera La Franca ricorda che l’associazione era “all’epoca dei fatti convenzionata con il Comune di Forio per la salvaguardia dell’ambiente, degli animali e soprattutto sulla vigilanza della corretta osservanza delle ordinanze sindacali che disciplinano il conferimento dei rifiuti nel suddetto comune”. E poi Giuseppe La Franca, in merito all’articolo pubblicato dal nostro quotidiano (tanto in versione cartacea quanto successivamente on line) fa alcune precisazioni. “In primis va detto che gli agenti in servizio erano legittimati ad operare  essendo stati decretati dal Sindaco di Forio  Guardie Ambientali Comunali e quindi non guardie zoofile (nomina che spetta al prefetto) come erroneamente riportato. Detto questo senza entrare nello specifico delle dichiarazioni rese alla stmpa dal signor Calise, va precisato che lo stesso  si trova dinanzi al giudice penale non per avere ‘semplicemente abbandonato un sacchetto’ di rifiuti sulla strada, ma per ben altre motivazioni, partendo da quella del rifiuto di fornire i propri documenti di identità e/o generalità a dei pubblici  ufficiali nell’esercizio delle proprie funzioni, REATO punito dal c.p. (  Art. 651.Rifiuto d’indicazioni sulla propria identità personale. Chiunque, richiesto da un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni, rifiuta di dare indicazioni sulla propria identità personale, sul proprio stato, o su altre qualità personali, è punito con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda fino a euro 206). Circostanza accaduta non solo con le guardie comunali ma anche con gli agenti della polizia locale intervenuti in supporto dei colleghi”.

Ma non è tutto perché La Franca entra anche nello specifico ed aggiunge altri dettagli relativi a questa vicenda che, lo ricordiamo, risale alla calda estate dello scorso anno, precisamente al mese di luglio: “Inoltre il Calise – aggiunge il presidente della Kronos – stando alle dichiarazioni  delle guardie ambientali comunali (quindi più di una e non una come sostiene il Calise) e della polizia locale, in servizio quella sera, lo stesso ha posto in essere una serie di comportamenti nei quali sono ravvisabili più reati e che ha indotto sia  le Guardie Ambientali Comunali  che la Polizia Locale ad informare l’autorità giudiziaria di quanto accaduto quella sera. La stessa autorità giudiziaria valutati gli atti redatti sia dalle guardie ambientali che dalla polizia municipale, ha ritenuto di dover procedere contro il Calise, aprendo a suo carico un procedimento penale dove gli vengono contestati più reati e non l’abbandono del sacchetto di immondizia violazione per la quale è prevista una sanzione pecuniaria amministrativa. Ovviamente lo scrivente si limita solo ad una precisazione di alcuni aspetti della questione, posto che come già detto c’è un procedimento penale in corso che farà luce su ogni aspetto della vicenda ‘fantozziana’ come assurdamente definita dalla stampa”.

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