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Il caso – Quanto vale il 49% di Marina di Procida?

Di Guglielmo Taliercio

PROCIDA – Così come anticipato nei giorni scorsi per l’oramai imminente 4 novembre è stata convocata la sezione regionale di controllo della Corte dei Conti per la Campania al fine di deliberare sullo stato di attuazione del Piano di riequilibrio finanziario pluriennale 2013-2019 del Comune di Procida e sul raggiungimento degli obiettivi intermedi dal 2013 al mese di giugno 2015.

La richiesta di deferimento formulata dal Magistrato Istruttore trae origine da una serie di rilievi formulati osservando gli atti dell’Amministrazione guidata da Vincenzo Capezzuto nel periodo che va dal 2013 al mese di giugno 2015. L’attenzione del magistrato si è indirizzata, in maniera particolare, tanto che nella relazione ha dedicato 12 delle 19 cartelle predisposte, su un punto: la mancata vendita della partecipazione del Comune di Procida in Marina di Procida S.p.A., pari al 49% del capitale sociale. Tale attenzione non è casuale poiché “il Comune di Procida – prosegue il Magistrato – su tale vendita Vi ha costruito la sostenibilità, almeno per la metà, del Piano di riequilibrio finanziario”. Infatti, la partecipazione, valutata in 3,2 milioni di euro, andava venduta già nel 2013 ed il ricavato imputato per 1 milione a ripianare i debiti nel 2013, per 1 milione a ripianare i debiti nel 2014 e per 1,2 milioni a ripianare i debiti nel 2015 come evidenziati nel Piano.

«Il Magistrato – ci dice il consigliere comunale con delega al bilancio Giovanni Villani – ritiene oggi che tale valutazione sia “infondata ed assolutamente sproporzionata rispetto al reale valore di mercato”, tenuto conto anche che il Comune di Procida ha perso, il 3 novembre 2014, la quota del 49% non avendo sottoscritto l’operazione assembleare di ripianamento delle perdite e ricostituzione del capitale di Marina di Procida S.p.A. per euro 346mila circa. Pertanto oggi il capitale sociale di Marina di Procida S.p.A. è detenuto al 100% dal socio Marinedi ed il Comune di Procida per rientrare in possesso del suo 49% deve riconoscere euro 346 mila a Marinedi entro il 31.12.2015, viceversa l’altro socio diventerà definitivamente padrone assoluto di Marina di Procida S.p.A.

Al danno – sottolinea Villani – si unirebbe la beffa (una quota valutata 3,2 milioni ma acquistata da Marinedì per 346 mila euro!) con vari livelli e profili di responsabilità da valutare da parte degli organi competenti. Tra l’altro le perplessità di questa Amministrazione sull’operazione relativa al capitale sociale di Marina di Procida S.p.A. sono state segnalate anche alla Corte dei Conti nella memoria difensiva prodotta il 14 settembre scorso. Comunque, il Comune vuole (e deve) rientrare in possesso dell’ intera quota, pari al 49%, per valorizzarla ed alienarla; questa volontà è stata comunicata al Socio di maggioranza “Marine di”,  avviando il percorso di recupero sottoscrivendo una prima parte del capitale, pari a circa il 10%, nel corso del mese di ottobre u.s..

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La Società Marina di Procida S.p.A. ha una potenzialità ancora tutta da esprimere in un settore che evidenzia quest’anno (ed anche i prossimi) una forte crescita ed il conto economico al 31.12.2015 di, preannunciato dall’ing. Renato Marconi, Amministratore Delegato della Società, è in significativo utile. La Società Marina di Procida S.p.A. ha in corso anche la rivisitazione del Business Plan ed in questa ottica  il Comune ha designato nuovi rappresentanti nel Consiglio di Amministrazione della Società.

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Ritornando alla questione aperta con la Corte dei Conti la nuova Amministrazione Comunale ha chiesto di rimodulare l’attuale Piano di riequilibrio finanziario pluriennale almeno per due ordini di motivi: 1) la nuova normativa sui principi contabili entrata in vigore il 1 gennaio 2015 contraddice e rende lacunosa e superata la normativa preesistente sulla quale è stato costruito il Piano di riequilibrio finanziario del Comune di Procida; 2) esiste la delibera della stessa Corte – Sezione Autonomie del 17 febbraio 2015, ove al paragrafo10 si legge:” …..si deve ipotizzare, in via interpretativa, che sia consentito all’Ente interessato di rimodulare il Piano già approvato anche al di fuori della casistica tipizzata.” Sull’argomento è intervenuta anche la Conferenza Stato-Città sollecitando il Governo a produrre norme (al momento assenti) omogenee per consentire anche agli Enti locali, come il Comune di Procida, di rimodulare il Piano di riequilibrio finanziario ampliando tra l’altro l’orizzonte temporale da 7 a 30 anni.

In questo contesto – conclude il consigliere Giovanni Villani – anche la vendita della partecipazione del Comune di Procida in Marina di Procida S.p.A. potrebbe risultare eventuale ovvero fatta slittare nel tempo previa valorizzazione».

 

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