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Il caso Stanziola e la corruzione pagata… con il pane

dalla Redazione

 

BARANO – Il pane è ormai un tema ricorrente nell’inchiesta che ha sconvolto il Comune di Barano e che vede come “primo” indagato il Tenente della Polizia Municipale, Antonio Stanziola. Ed anche su questo altro filone d’inchiesta, ritorna prepotentemente la vicenda legata al pane, e più in generale all’acquisto, di generi alimentari come verdure, senza che però il Tenente paghi per ciò che ha preso. Si basa per sommi capi, su questo e su altre considerazioni la richiesta di misura cautelare in carcere, che riunisce anche l’altro filone d’inchiesta, per i reati di abuso d’ufficio, falso, peculato, concussioni e truffa che vede indagati lo Stanziola ed altri volti noti del Comune di Barano. In questo caso nei confronti del Tenete, sono state mosse numerose contestazioni, ed in particolare, è stato riscontrato secondo la tesi dell’accusa, che Antonio Stanziola, nella sua qualità di pubblico ufficiale, “con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, compiute in tempi diversi, riceveva indebitamente, con frequenza quotidiana, da P. C. e D. E. A., titolari del panificio (…), forniture di pane, per l’esercizio delle sue funzioni. Così come per il secondo capo della richiesta di applicazione di misura cautelare, il PM sostiene, che Stanziola, “abusando della propria qualità e del proprio potere, costringeva T.A. e T.A.M. titolari della rivendita ambulante di frutta e verdura, a consegnarli quotidianamente merce: frutta e verdura, senza corrispondere il relativo prezzo, con la minaccia che, in caso contrario, sarebbero stati soggetti a controlli amministrativi in ordine all’attività commerciale svolta.

La genesi di questo nuovo filone investigativo, viene da alcuni servizi di osservazione, controllo e pedinamento svolti dai Carabinieri a seguito della ricezione di due esposti anonimi, in cui veniva riferito che due appartenenti alla Polizia Municipale di Barano d’Ischia, il Tenente Antonio Stanziola ed il Maresciallo L. G., approfittando del proprio ruolo, erano soliti recarsi presso esercizi commerciali pubblici del Comune di Barano, prelevando merce alimentare senza corrispondere il relativo prezzo in denaro. A seguito di questi esposti, quindi, i Carabinieri, hanno predisposto dei servizi di indagine, mediante il pedinamento e l’osservazione dei due soggetti menzionati nell’esposto anonimo. Dal primo pedinamento effettuato dai Militari dell’Arma è emerso che un sabato mattina dello scorso febbraio, il Tenente Stanziola si è recato con la sua autovettura privata presso un panificio a Barano, (di proprietà di P.C. citato negli atti del PM e sottoposto ad indagine insieme alla moglie D.E.A.). Dall’osservazione dei Carabinieri, emerge che lo Stanziola, entrato nel panificio, prende il pezzo di pane e si allontana senza pagare. Non viene emesso nessuno scontrino fiscale, né tantomeno, la donna addetta, viene vista segnare su una rubrica o altro “la nota” di acquisto del Tenente. Sempre lo stesso giorno, in prosecuzione dell’attività di pedinamento, lo Stanziola viene visto fermarsi in prossimità di un furgoncino di rivendita ambulante di frutta e verdura, dove, servendosi senza l’intervento dei titolari, riempie una busta di frutta e verdura e si allontana senza pagare. Qualche giorno dopo l’attività di pedinamento viene ripetuta, questa volta però il Tenente si trova in divisa e nell’auto di servizio, in compagnia del Maresciallo, alla guida dell’auto con i colori d’istituto, della Polizia Municipale di Barano. Anche in questo caso il Tenente giunge allo stesso panificio, dove entra e riceve dalla donna addetta al banco, due pezzi di pane, e come la scorsa volta, esce senza pagare. Poco dopo però il servizio messo in atto dai Carabinieri, si deve interrompere per evitare di essere “scoperti”, in quanto i Militari si accorgono che il Maresciallo che accompagna Stanziola, ha notato la loro presenza. A peggiorare le cose per il Tenente si aggiunge, sempre nello scorso febbraio, una denuncia presentata da Giovan Giuseppe Lucido Balestrieri (il noto investigatore privato, quello che Stanziola apostrofa nelle sue intercettazioni, facendo emergere che le sue denunce sono un sorta di atto di ritorsione, in quanto il Tenente lo ha sfrattato dalla sua abitazione). Nella sua denuncia, l’investigatore riferiva le stesse cose presenti nei due esposti anonimi, facendo emergere che Stanziola durante il suo orario di servizio, in divisa e con l’auto della Polizia Municipale, in compagnia di un collega, si recava presso alcune attività commerciali per prendere della merce alimentare senza poi pagare. A seguito di queste attività e delle verifiche dei Carabinieri, sono stati sentiti come persone informate sui fatti i titolari delle attività commerciali, menzionate nelle denunce, e negli esposti, ed oggetto dei vari pedinamenti dei Carabinieri. Dalle dichiarazioni dei testimoni, secondo il Sostituto Procuratore della Procura di Napoli, la dottoressa Giuseppina Loreto “risulta oltremodo chiaro – per stessa ammissione di P.C. (il titolare del panificio ndr.) – che prima della convocazione da parte dell’Autorità Giudiziaria, il P.C. e di conseguenza la moglie, erano stati avvicinati dallo Stanziola (accortosi di essere pedinato dai Carabinieri), per essere avvisati che sarebbero stati chiamati per testimoniare, evidentemente concordando con gli stessi la versione edulcorata da fornire agli inquirenti. Non a caso entrambe le persone escusse hanno dichiarato che lo Stanziola, allorquando non pagava il pane, era perché probabilmente, aveva dimenticato il portafogli. Nella circostanza lo stesso P. C. ammette di servirsi del pubblico ufficiale per piccoli favori e per disobbligarsi, regalava di sua spontanea volontà il pane allo stesso pur emettendo lo scontrino fiscale (circostanza non rilevata in entrambi i pedinamenti). Significativa – continua il PM – è l’insistenza con cui il P.C. sottolinea ai Carabinieri il rapporto di “amicizia” che lo lega allo Stanziola ed in virtù del quale ritiene normale che il vigile urbano, ogni giorno, si rifornisca di pane senza pagare. Su questo punto dobbiamo fare un passo indietro ed andare agli stralci degli interrogatori dei testimoni: la moglie del titolare del panificio alla domanda dei CC, Signora lei è sicura che lo Stanziola paga sempre il pane che compra da lei?” D.E.A. risponde: “ha sempre pagato il pane, può essere capitato che pur avendo emesso lo scontrino non avendo con se il portafogli lo Stanziola mi abbia poi pagato il giorno dopo”. Le stesse domande sono state fatte al marito, titolare del panificio, che ha risposto: “è capitato che magari mi ha chiesto di pagare il giorno dopo perché non si trovava i soldi dietro ma a tale situazione a volte gli ho detto – Antonio lascia state -, ma solo perché si trattava di pochi euro, ho un rapporto di amicizia con lo stesso avendo un occhio di riguardo, anche perchè mi capita che ci scambiamo dei regali, a Natale 2014 lui mi ha portato della grappa ed io gli ho regalato un panettone appena fatto”. Alla domanda dei CC: “che rapporto ha cono Stanziola?”, P.C. risponde: “ho un buon rapporto di confidenza con lo Stanziola, voglio dirvi questo anche perché un po’ di tempo fa lo Stanziola stesso mi ha avvicinato dicendomi che probabilmente sarei potuto essere chiamato per dei chiarimenti sullo stesso, ed io gli dissi che non c’era problema, avrei detto di sicuro la verità. Quando ho ricevuto la vostra convocazione l’ho fatta vedere al mio avvocato per saperne i motivi e lui mi ha detto che sicuramente era come persona informata sui fatti su altre persone ed ho collegato questo invito con le parole dette dallo Stanziola”.

I Carabinieri, vogliono poi approfondire, alla luce delle dichiarazioni rese, il tipo di rapporto che c’è tra i due soprattutto in ordine a questi piaceri, e pertanto domandano a P.C.: “che tipo di piaceri vi fa lo Stanziola?”

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P.C.: “ho chiamato lo Stanziola per esempio per chiedere un appuntamento con la sorella (medico ndr.), oppure per far prelevare della spazzatura nei pressi del panificio, ricordo un’occasione in cui chiamai lo Stanziola per chiedergli anche un consiglio a chi rivolgermi per non essere infastidito da un’autista dei camion della spazzatura che si stava facendo invadente, chiedendomi una volta un caffè, una volta un pezzo di pizza, poiché ritenevo che si stesse comportando male volevo parlare con un suo responsabile”.

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Carabinieri: “ha poi parlato con il responsabile dell’operaio della nettezza urbana?”

P.C. : “no, dopo aver parlato con lo Stanziola non ho avuto più richiesta da parte di questi, lo Stanziola mi disse che se avessi avuto dei problemi, di chiamare lui, sapendo che lo stesso lavora al comune quando ho bisogno di chiarimenti riguardanti il comune chiamo Antonio per sapere come comportarmi. E’ per questo motivo che ormai il maggior parte delle volte che Antonio viene al panificio a prendere il pane sono io che lo mando via senza farglielo pagare anche se a volte lui mi chiede quanto mi deve. Il rapporto di amicizia che ci lega va oltre l’interesse materiale di un pezzo di pane”.

La versione resa da P.C., stride con quella resa dalla moglie, che pure lavora all’interno della panetteria, e di questo i Carabinieri chiedono conto, domandando: “vostra moglie ha riferito che lo Stanziola paga sempre il pane ogni volta che viene a prenderlo, come mai ha riferito ciò?”

P.C. : “penso che mia moglie si sia messa paura di voi, magari ha pensato che dicendo che regaliamo di sovente il pane a Stanziola commettesse un’infrazione, ripeto io gli ho detto di emettere regolarmente lo scontrino”.

 

E’ evidente – secondo la tesi del Pubblico Ministero – che la consegna gratuita della merce altro non è che il “corrispettivo che il P. C. ha espressamente o implicitamente concordato con il pubblico ufficiale, per vedere realizzate le sue richieste, seppur legittime, nei confronti della Pubblica Amministrazione.

Come poi vedremo in seguito, i soggetti sentiti dai Carabinieri, intercettati attraverso un dispositivo ambientale, nella sala d’attesa del Comando Provinciale dei Carabinieri, hanno una posizione diversa rispetto a quella da loro assunta durante l’interrogatorio dei Militari. Posizione che pubblicheremo nell’edizione di domani.

Dai fatti, dalle risultanze investigative e dalle testimonianze, emerge quindi secondo la tesi della Procura, “un diverso modo di atteggiarsi dello Stanziola nei confronti dei commercianti, tant’è che il primo episodio (quello del pane ndr), ad avviso della scrivente, è sussumibile sotto la fattispecie della corruzione per l’esercizio della funzione, altresì detta corruzione per asservimento.

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