CRONACAPRIMO PIANO

L’isola di Ischia non fa la differenza 

Nessuno tra i Comuni isolani è premiata tra i Comuni Ricicloni 2019 che non raggiungono nemmeno il 65% della raccolta differenziata 

Presentata a Napoli l’indagine di Legambiente “EcoForum-Comuni Ricicloni 2019” ed ancora una volta, e sono i dati a dirlo, si evince che sull’isola di Ischia non viene svolta correttamente la raccolta differenziata. Tra i 247 comuni ricicloni (ovvero quelli che superano la percentuale prevista dalla legge del 65%) ed i 85 Comuni Rifiuti Free (dove la raccolta differenziata funziona correttamente ma soprattutto dove ogni cittadino produce, al massimo, 75 Kg di secco residuo all’anno, ovvero di rifiuti indifferenziati avviati allo smaltimento), non c’è nessuno dei sei Comuni dell’isola. 

Il primo Comune isolano è Barano che ha la percentuale più alta di raccolta differenziata sull’isola con una media del 55,07% (in calo rispetto al 2017 quando aveva conquistato la soglia del 57,10%). Una media al di sotto della soglia prevista per legge pari al 65%. Non certo va meglio per gli altri Comuni. Ischia, il Comune più grande dell’isola nel 2018 ha differenziato per 53,59% (ed anche in questo caso si registra un calo rispetto all’anno precedente quando aveva raggiunto una percentuale media del 55,60). In crescita Forio che ha differenziato per 39,71% i rifiuti mentre nel 2017 aveva raggiunto una percentuale media del 37,50 di raccolta differenziata. Scende la media anche a Casamicciola dove nel 2018 la raccolta differenziata ha rappresentato il 38,85% a differenza dell’anno precedente quando erano stati differenziati 41,02% dei rifiuti. Stessa sorte anche per Lacco Ameno la cui raccolta differenziata ha subito un vero e proprio crollo. Nel 2017, infatti, erano 44,95% i rifiuti differenziati, mentre nel 2018 la percentuale ha toccato solo quota 38,07%. Al di sotto della soglia minima e tra le ultime posizioni in Campania c’è ancora una volta Serrara Fontana. In questo caso c’è un altro triste primato: Serrara Fontana è tra gli ultimi dieci (sestultimo per la precisione) Comune nell’intera Regione Campania per la percentuale di raccolta differenziata con una media di 20,12% all’anno. Un dato comunque positivo rispetto al 2017 quando la raccolta si era fermata a quota 9,53%. Dati che dimostrano come la differenziazione de rifiuti non abiti sull’isola di Ischia ed a Serrara Fontana, in particolare. 

La raccolta differenziata in Campania 

Sono 85 i Comuni Rifiuti Free. La provincia di Benevento la più virtuosa, seguita da Salerno. Ma senza impianti industriali di trattamento della frazione organica e un governo regionale del ciclo dei rifiuti rallenta la differenziata: sono 247 i comuni ricicloni che superano il 65%, solo 9 in più rispetto allo scorso anno. Il 90% dell’organico differenziato in Campania oggi finisce fuori regione. 

In Campania continua a mancare una governance autorevole del ciclo integrato dei rifiuti e ancora non si procede alla realizzazione di impianti industriali di trattamento della frazione organica con compostaggio, digestione anaerobica e produzione di biometano. Il risultato è che, in questo percorso lento e aggrovigliato, rallenta la raccolta differenziata da parte dei comuni: sono 247 i “ricicloni”, quelli cioè che nel 2018 hanno superato il 65% di raccolta differenziata come previsto dalla legge, solo 9 in più rispetto all’anno precedente.  Ma la raccolta differenziata non è che il primo passo propedeutico, ma non sufficiente, per superare i vecchi sistemi di smaltimento. Per queste ragioni Legambiente Campania da quest’anno ha deciso di premiare il contenimento della produzione di rifiuto secco indifferenziato. Sono Comuni Rifiuti Free di Legambiente quelli dove la raccolta differenziata funziona correttamente ma soprattutto dove ogni cittadino produce, al massimo, 75 Kg di secco residuo all’anno, ovvero di rifiuti indifferenziati avviati allo smaltimento. I Comuni Rifiuti Free Campani sono 85, comunità che hanno messo in campo esperienze virtuose di prevenzione e riduzione dei rifiuti, adottando campagne di sensibilizzazione costanti e percorsi di educazione ambientale rivolte a tutta la popolazione. In Campania, secondo i dati dell’Osservatorio regionale dei rifiuti, nel 2018 sono state prodotte 2,6 tonnellate di rifiuti urbani, di cui il 52,7% raccolte in maniera differenziata. Dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata, la metà sono costituite da organico: 682.132 tonnellate di cui il 90% continua ad essere trasportata fuori regione, a causa della mancanza di impianti sul territorio. I rifiuti urbani indifferenziati invece, sono 1.232.087 tonnellate pari al 47,3% del totale con una produzione pro-capite di indifferenziato di 212,37 Kg. Questo scenario impone alcune priorità assolute: superare l’impasse della collocazione e realizzazione degli impianti per il trattamento della frazione organica da raccolta differenziata, i cui costi sono saliti alle stelle, puntando prioritariamente su impianti di tipo anaerobico. “In Campania – dichiara Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – la gestione dei rifiuti, prevenzione, raccolta, recupero e smaltimento, continua ad avere un importante potenziale che però stenta a decollare. Un ciclo poco circolare e ancora troppo intrappolato in scarse capacità gestionali, affari al limite della legalità, mancanza di trasparenza e complicati percorsi di accessibilità alle informazioni per i cittadini. Il piano regionale di finanziamento di impianti di trattamento della frazione organica – conclude Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – stenta a decollare e comunque non soddisfa il fabbisogno totale. Inoltre, è paradossale nell’era del necessario passaggio da fonti fossili a fonti rinnovabili finanziare prevalentemente impianti aerobici e non puntare maggiormente su processi anaerobici per la produzione di biometano. Un’occasione di transizione ecologica persa, forse l’ennesima, che non possiamo più permetterci”. 

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Analizzando il dossier di Legambiente, nello specifico il 42,4% dei comuni Rifiuti Free si trovano in Provincia di Benevento, il 40% in Provincia di Salerno e il 12,9 % in Provincia di Avellino. Ancora in ritardo la Provincia di Napoli e Caserta dove si trovano solo il 2,4% dei comuni rifiuti free.  Tortorella (Sa), Montesano sulla Marcellana (Sa) e Sarno sono i comuni rifiuti free vincitori nelle tre categorie per abitanti. 

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Nel dettaglio della Campania che differenzia sono 1.440.118 i cittadini campani che conferiscono in maniera corretta i rifiuti nei 247 comuni ricicloni che, nel 2018, hanno superato il limite di legge del 65% di raccolta differenziata. Tortorella (Sa), Montesano sulla Marcellana (Sa), Vico Equense (Na), Pozzuoli (Na) sono i comuni ricicloni vincitori nelle quattro categorie per numero di abitanti. Tra i capoluoghi di provincia solo Avellino con il 71% di raccolta differenziata supera la quota del 65%; segue Benevento con 63%; Salerno con 60%, Caserta con il 48%. Chiude la provincia di Napoli con il 35% di raccolta differenziata. 

La palma per le migliori performance di comuni ricicloni spetta alla provincia di Salerno dove sono 91 le amministrazioni che hanno raggiunto il 65%; segue la provincia di Benevento con 59 comuni e la provincia di Avellino con 44 amministrazioni. Chiudono la provincia di Caserta con 30 comuni. Fanalino di coda per la provincia di Napoli con solo 23 comuni. “La raccolta differenziata non è che il primo passo propedeutico, ma non sufficiente, per superare i vecchi sistemi di smaltimento – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente -. Gestione efficace e ben organizzata, raccolta porta a porta, politiche di prevenzione, tariffazione adeguata per disincentivare la produzione dei rifiuti e aumentare la qualità dei diversi materiali raccolti, sono gli ingredienti fondamentali. Ma perché gli sforzi, l’impegno e gli importanti risultati dei Comuni Rifiuti Free siano ripagati, occorre lavorare altrettanto alacremente sulla chiusura del ciclo, sul riciclo e sull’utilizzo della materia prima seconda che ne deriva. Per compiere la rivoluzione circolare in Campania e nel Mezzogiorno dobbiamo essere consapevoli e reattivi riguardo i ritardi e gli ostacoli che ancora ci sono, chiedendo con forza politiche coraggiose e immediate nella pianificazione e nella gestione del ciclo dei rifiuti”. 

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