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Gestiva le multe a suo piacimento, così la Procura accusa Trotta

PROCIDA – In una ordinanza che si compone di centinaia e centinaia di pagine fare una sintesi diventa francamente impresa improba. Noi comunque proviamo a riassumere i prodromi dell’inchiesta che ha causato gli arresti di Procida relativamente a uno degli aspetti più lampanti che emergono nel provvedimento firmato dal gip: la gestione delle contravvenzioni e dintorni che appariva francamente decisamente personalistica e non rispondente ad un modus agendi corretto da parte del comandante della polizia municipale Giuseppe Trotta.

Nel corso delle attività investigativa, come riportato nell’Ordinanza eseguita in data odierna, emergeva una gestione non lineare degli illeciti amministrativi relativamente al Codice della Strada, in cui:

  • il preavviso di infrazione al Codice della Strada invece di essere inteso quale atto atipico della Pubblica Amministrazione e destinato all’avvio dell’attività di accertamento dell’illecito, diveniva invece un mezzo di coercizione utilizzato per costringere gli utenti della strada a munirsi di un abbonamento che consentisse loro o la circolazione su strada o la sosta nelle aree predestinate dall’Amministrazione;
  • .lo stesso preavviso di infrazione, grazie all’assenza di una qualsiasi registrazione o numero di matricola, se elevato nei confronti di parenti, dipendenti pubblici o liberi professionisti ritenuti dal TROTTA utili per un proprio tornaconto (esempio avvocati, medici, imprenditori) potevano essere cestinati senza alcuna possibilità di rintracciare o far emergere il palese stato di illegittimità;
  • .il verbale di contestazione al Codice della Strada diveniva in un caso il mezzo con cui vendicarsi nei confronti di un cardiologo che, destato telefonicamente nottetempo per un consulto medico e presumendo di non essere più udito, si era lasciato andare ad alcuni epiteti nei confronti del Comandante della Polizia Municipale;
  • .i permessi di sbarco e di circolazione sull’isola di Procida, che all’origine potevano essere rilasciati solo dalla Prefettura di Napoli, venivano invece rilasciati direttamente dal Comandante della Polizia Municipale e solo a medici o imprenditori compiacenti, mentre a coloro che erano ritenute “persone normali” o non utili ai propri scopi veniva negato paventando una non competenza e con l’invito di rivolgersi ai competenti uffici prefettizi.

 

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