LE OPINIONI

IL COMMENTO 8 marzo, il pensiero va alle donne ucraine

DI CARMEN CRISCUOLO

Le abbiamo tutti negli occhi, immagini forti e intense che faticheremo a dimenticare. Donne commosse, impaurite, arrabbiate, disperate. Donne orgogliose. Donne coraggiose. Nella Giornata Internazionale della Donna il mio pensiero non può che andare alle donne della vicina Ucraina. Alle tante che hanno dovuto compiere una scelta difficilissima: lasciare lì il proprio marito, i fratelli, padri, figli per portare al riparo e mettere in salvo tutti i membri più deboli della propria famiglia. Scappare lasciando la propria terra, la propria casa, un pezzo del proprio cuore nel Paese in cui sono cresciute, senza sapere se lo rivedranno più. Ma penso anche alle coraggiose guerriere che hanno deciso di imbracciare un fucile e sono rimaste lì, a combattere e difendere la loro patria mettendo a rischio la loro vita esattamente come i loro uomini. Molte arriveranno qui, nella nostra isola, così piccola rispetto alla terra che stanno lasciando eppure, sicura e ospitale, come ha saputo mostrare nella marcia della scorsa settimana.

A quelle donne oggi abbiamo il dovere di dedicare questa celebrazione. Senza dimenticare, naturalmente, di continuare a tener vivo, a Ischia come altrove, il dibattito sulla parità di genere. Un dibattito che resta tristemente attuale: la nostra isola non può non riflettere sulle differenti opportunità di carriera che ancora insistono tra i due mondi, sullo stalking, sulle violenze domestiche dalle quali non siamo certo immuni. Che sia, quello dell’8 marzo, un momento per prendere coscienza dei passi in avanti degli ultimi decenni e di ciò che ancora manca per raggiungere l’auspicata parità tra i due sessi. Come delegata del Comune di Ischia, insieme ad altre professioniste ho intrapreso un percorso nel mondo femminile che abbraccia momenti di confronto sulle problematiche che coinvolgono le donne, sulla battaglia per sussidi e contributi per garantire il funzionamento del Centro Anti Violenza, all’organizzazione di un corso gratuito di difesa personale. Ma c’è ancora moltissimo da fare. Simbolicamente, in continuità con quanto abbiamo iniziato lo scorso anno, quando abbiamo inaugurato la mostra, “Donne sotto scatto”, della fotografa Olga Strashna, con le stesse donne siamo state nella Biblioteca Antoniana per continuare a dire no alla violenza di genere, con l’obiettivo di essere un riferimento alle tante donne che vogliono realizzare dei sogni, raggiungere degli obiettivi.

Lo abbiamo fatto – tra le altre – attraverso i racconti di vita vissuta dell’attrice Luciana De Falco, delle imprenditrici Mariaceleste Lauro, Luciana Cervera e Silvia D’Ambra e della stessa fotografa, che ha condiviso con noi le tappe attraversate per realizzare il suo sogno. Lo abbiamo fatto inoltre attraverso i racconti di quelle Donne che hanno posato davanti alla fotografa per poter aiutare, spronare chi ha paura e non sa come realizzare i suoi sogni. Sono donne della porta accanto, che devono impegnarsi nel portare avanti il loro lavoro, conciliandolo spesso con il loro essere madri e mogli. Perché ancora resistono, talvolta, violenze silenziose e psicologiche, che si annidano nella nostra quotidianità: se diventi mamma, non puoi lavorare. Se tuo marito lavora, devi badare tu alla casa. Visioni patriarcali e anacronistiche che ci siamo lasciati alle spalle, ma a cui ancora capita di assistere, anche a Ischia. Ecco perché ha ancora senso, oggi, la Giornata Internazionale della Donna, soprattutto se suggerisce l’occasione per riflettere, con o senza mimose, su quanto le due metà del cielo si completino e quanto le differenze di genere – che esistono, vivaddio! – siano una risorsa per la crescita di noi tutti. Ed è questo l’invito che rivolgo, nel mio piccolo, all’isola: saper valorizzare i talenti, a prescindere dal genere, è ciò che rende efficiente ed efficace una democrazia. Non fingere che non sia successo nulla, quando un uomo esercita violenza fisica o psicologica, un nostro preciso dovere morale. Coltivare i nostri sogni professionali, senza mai considerarli alternativi al fisiologico desidero di diventare madri, è un diritto inalienabile. Ciò che ci rende donne. Ciò che rende donne le amiche ucraine, oggi più che mai in prima linea.

* CONSIGLIERE COMUNALE ISCHIA

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