LE OPINIONI

IL COMMENTO Adesso Lacco Ameno ritorni alla normalità

DI LUIGI DELLA MONICA

Allorquando mi è stato chiesto di commentare l’esito del voto lacchese, confesso di aver provato un senso di disagio. In primo luogo perché non conosco alcuno dei sig.ri candidati, né personalmente, né per interposta persona, e mi riesce difficile valutare e giudicare individui lontani dal mio contesto socio-produttivo. Tuttavia, ho seguito con grande interesse l’incontro delle due anime politiche, che hanno portato alla vittoria di Giacomo Pascale con oltre 1600 voti. Certamente, da mero uomo della strada, un interrogativo è stato suscitato dal dato numerico e matematico dei 1514 a 1541 della prima tornata: sembrava un pareggio beffardo del destino, contro le aspirazioni di due galantuomini al soglio pontificio, “pardon” alla carica di Sindaco di Lacco Ameno.

Sua Santità il papa emerito Benedetto XVI disse, non appena eletto, “il Signore ha voluto un altro servo nella Sua vigna”. La volontà popolare ha chiaramente, dopo una prima incertezza di parità al primo turno, espresso che il servizio della “vigna” Lacco Ameno dovrà essere svolto da una persona non esperta della imprenditoria, ma piena di volontà di fare: non mi equivochi il Sen. De Siano, anche lui era ansioso e pregno di fare, ma il ballottaggio per 156 elettori in più ha deciso diversamente. È questo il punto. La battaglia politica, che il candidato sconfitto Domenico De Siano voleva paragonare ad una partita sportiva ad armi pari, è stata una sequenza di colpi non convenzionali, asimmetrici, fra il gigante Golia ed il piccolo Davide che ha trafitto il più forte.

Sicuramente l’imprenditore alberghiero, del cui spessore non è dato dubitare, per forza umana ed economica, gigante dell’arena politica, non poteva che prevalere sull’avversario, piccolo sindaco uscente e sfiduciato dalla suo consiglio comunale per cedere il passo al Commissario Prefettizio. Le urne hanno dato un responso diverso dalle aspettative. Mi viene da riflettere sul clamore e sulla veemenza che la campagna elettorale ha generato. La chiesa locale ed alcune firme di questo quotidiano hanno esortato alla moderazione, tanto che Mizar aveva proposto ai candidati il ritiro, mentre il Sindaco Pascale ha avuto ben due malori; il candidato Sen. De Siano ha lanciato fuoco e fiamme sugli avversari, dipingendoli in ogni modo come inidonei alla carica che aspiravano di ricoprire.

Tutto questo si svolgeva pochi giorni dopo dal cinquantenario della morte del “cummenda” Angelo Rizzoli, la cui anima pia dalle stanze di Villa Arbusto si aggirava con una lampada di “Diogene”, affamato di uomini. Mi si passi la metafora, poiché Ischia è Magna Grecia, in ogni sua contrada urbana o anfratto di vegetazione, e Lacco Ameno ha l’invidiabile primato di essere il primo approdo dei coloni greci provenienti dalla Calcide, oggi rappresentata da queste persone. Porgo il mio più sincero augurio di buon lavoro al Sig. Sindaco neoeletto, così come da orgoglioso cittadino italiano mi rallegro che il Sen. De Siano proseguirà nel suo mandato a Palazzo Madama, ma devo constare che il loro scontro politico è mancato di filantropia. Si cari lettori, è stata una pagina durissima per la storia isolana, che si è prodotta in una violenza mediatica pluridirezionale che poteva essere evitata. Ignoro le motivazioni dei malori del Sindaco Pascale, ma certamente la sua sensibilità di uomo onesto lo avrà ferito per qualche ragione a me ignota e sicuramente recondita nella privacy dell’individuo, dopo la temporanea restituzione della fascia tricolore, ma comprendo la carica emotiva allorquando il proprio messaggio comunicativo viene talvolta travisato dai recettori.

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Allo stesso tempo, il candidato Sen. De Siano non si risparmiava in critiche distruttive dell’avversario e riceveva di contro ogni sorta di attacco gratuito. Mi domando “qui prodest” – a chi giova? A Lacco Ameno? All’isola? Io penso purtroppo che tali e tanti sono stati i contrasti che la cittadinanza lacchese si trova, quantomeno nell’immediato ma spero in bene per il futuro, in una spaccatura bifronte: ormai esistono i filopascale ed i filodesiano, apparentemente inconciliabili. Ci mancherebbe, in democrazia per il tempo del mandato la gestione del potere spetta alla maggioranza, ma una tale divisione popolare non credo gioverà al territorio. Lungi da me attaccare la solita logorrea sul comune unico, che non mi compete, una porzione dell’isola, così strategica e storicamente essenziale per le tradizioni ed il futuro dello sviluppo collettivo, culturale e turistico, non può essere consegnata all’incertezza del conflitto perenne.

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Credo che un duro lavoro dovrà il nuovo Sindaco espletare per persuadere della sua capacità gli elettori suoi avversari, ma anche il loro leader dovrà riflettere sulla sua perdita di consensi e, nell’interesse della comunità intera collaborare per tutte le iniziative gestionali condivisibili e di pubblico interesse. Non sto assolutamente teorizzando il consociativismo, ma adesso è il tempo di ritrovare il buon senso,  che è in ognuno dei candidati ed in ognuno degli elettori, vincitori e vinti. Se vogliamo trovare un esempio macroscopico nella politica nazionale, è sotto gli occhi di tutti il male che produce all’Italia, la sterile, puerile e scolastica contrapposizione veterocomunisti e veterofascisti, buoni e cattivi, berlusconiani e renziani, guelfi e ghibellini, Capuleti e Montecchi, Oriazi e Curiazi… Lacco Ameno è stato uno spaccato molto incisivo di cosa accade nel mondo occidentale contemporaneo: invece che soffermarsi sulla pacatezza e sulla moderazione, si crede che la eccessiva forza mediatica possa fare breccia nelle menti dell’elettore.

Non è più così, mi rincresce. Se alcuno mi chiede quale appellativo dare al 21^ secolo, a parte la mostruosità del “COVID19”, che fa da ricorso storico della “spagnola” del trascorso 20^, il quale è definibile a pieno titolo il secolo delle guerre mondiali, posso ardire che esso sia il secolo della pazienza. Quest’ultima, a tutti i livelli, sembra imperare ineluttabilmente le nostre vite: così è nella medicina, nella giustizia e nella concretezza quotidiana. Faccio appello alla pazienza, come virtù laica degli uomini razionali ed illuminati, che dovrà ispirare tutti, compreso il Sindaco in carica, il suo contendente sconfitto come i loro elettori. Questa caratteristica potrà ricondurre la società lacchese alla normalità, al fine di rimboccarsi le maniche fianco a fianco, perché l’isola tutta ha bisogno soltanto di nobilitarsi con il lavoro di tutti e sottolineo tutti. Comunque vada entrambi, Pascale e De Siano, sono servitori della “vigna” dello Stato e lo faranno al meglio.

* AVVOCATO

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