LE OPINIONI

IL COMMENTO Aiutiamo il mare a ridarci le spiagge

Aiutiamo il mare a ridarci le spiagge Forti venti è piogge hanno portato a smottamenti, varie frane, allagamenti ed inondazioni in diversi luoghi della Isola d’Ischia. Ciò è avvenuto qualche giorno fa, dopo ca. una settimana di intense piogge che si protrae a partire dal 10 novembre 2019. Il mare fortemente agitato ha asportato grandi quantità di sabbia dai diversi arenili sparsi sull’Isola d’Ischia. Persone abitanti nelle immediate vicinanze degli arenili interessati, ma anche colori i quali hanno attività commerciali sulle spiagge infrante dai marosi, hanno subito alzato la voce: “le protezioni delle spiagge sono insufficienti!”.

Da un primo sguardo, superficiale, bisogna dargli anche ragione! Analizzando il fenomeno ci si accorge che le cause dei disastri sono da ricercarsi altrove. Sicuramente parlando con persone un po’ più anziani essi, “tutti”, si ricordano spiagge più lunghe, più ampie ed in numero maggiori! Bisogna quindi chiedersi se vi è stato qualche cambiamento geologico/antropologico nell’arco degli ultimi 50 anni che hanno portato alla scomparsa o riduzione delle spiagge. Fenomeni geologi e meteorologici non cambiano dall’oggi al domani, essi sono, in rapporto alla lunghezza della vita umana, molto lenti. In geologia per cambiamenti immediati si parla di decine, centinaia e migliaia di anni, per cambiamenti remoti si parla di milioni e miliardi di anni! Bene, negli ultimi 50 anni si è assistito ad un cambiamento radicale dell’assetto urbano dell’Isola d’Ischia. La popolazione si è quasi triplicata! Questo ha portato alla costruzione di strade, case ed arredo urbano di notevole consistenza. Se si pensa che un granello di sabbia, è il risultato dello smantellamento di materiali di risulta che vengono portai a mare lungo alveoli, dalle cosiddette “cave” e dai diversi rigagnoli che si formano quando la pioggia è più intensa!

Considerando che una pietra che finisce a mare, con il movimento delle onde, nell’arco di anni e decine die anni, diventa un granello di sabbia. Una pietra che non arriva a mare, non potrà mai diventare un granello di sabbia! Se con la costruzione di strade, case muri e muretti, impediamo alla pietra, al cantone ed al masso di arrivare a mare esso non potrà diventare un granello di sabbia. I granelli di sabbia che formano l’attuale spiaggia diventano, a seguito del movimento ondoso, sempre più ridotti e scivolano negli abissi marini. Di conseguenza, questo fa sì che la spiaggia si riduce sempre di più, sia nella dimensione che nella espansione. Quindi è assurdo pensarlo, ma coloro che buttano a mare materiali edili di risulta (tegole, mattonelle, pilastri di cemento, ecc.) non fanno niente altro che proteggere la spiaggia! Infatti questi materiali diventeranno prima o poi granelli di sabbia! Certo non è bello da vedersi, spesso alcuni di questi materiali contengono sbarre di metallo e plastica ed anche materiali inquinati, poliuretano espanso, asbesto, ecc. però questa è la realtà.

Sembra assurdo, però, anche la frana verdicatosi a Cava dell’Isola alcuni giorni orsono non fa niente altro che rigenerare la spiaggia (prima o poi i detriti diventeranno granelli di sabbia!). La spiaggia di Cava dell’Isola diventa sempre più ridotta a causa della elevata urbanizzazione attorno ad essa, che non permette che il terriccio raggiunge il mare per poter poi diventare sabbia. Allora bisogna dire: “ben venga qualsiasi altra frana, che servirà solo alla rigenerazione delle spiagge”. Ragionando in modo (ir)razionale, forse sarebbe meglio scaricare materiali di risulta edilizia direttamente a mare (e non inviarli ad essere smaltiti in terra ferma), in modo che le spiagge si rigenerano e danno anche protezione alla costa! Forse sarebbe ottimo abbattere tutte le case, casette, catapecchie e baracche abbandonate o in pessimo stato (se ne osservano miriadi andando in giro per l’isola!), esse non fanno altro che degradare e svalorizzare le aree che le attorniano. I materiali di risulta, dei suddetti ruderi e manufatti, potrebbero essere dati in pasto al mare, che dopo pochi anni li restituisce sottoforma di granelli di sabbia.

Questi granelli di sabbia porteranno poi alla formazione di arenili, che potrebbero proteggere le coste senza dover costruire barriere e scogliere, sofolte e non, per difendere la costa. Questo sarà solo possibile dopo un attento studio delle correnti marine, l’individuazione di un luogo adatto alla discarica e del materiale che può essere immesso senza pericolo per la fora e fauna marina! Ritornando a noi, per fare sì che la spiaggia si possa di per sé rigenerare, bisogna dare alla natura la possibilità di portare a mare il materiale indispensabile per poter rigenerare le spiagge! Questo può solo avvenire riducendo l’urbanizzazione scellerata, abbattendo muri, riducendo il numero delle strade e delle case, ecc. Solo in questo modo possiamo sognare di avere le spiagge che avevano i nostri avi. Per quando riguarda poi le barriere protettive della costa, esse possono essere efficienti solo dopo un attento studio delle correnti marine e dei modi ondosi. Solo dopo questi studi si può pensare come, dove ed in che modo costruire barriere e scogliere che proteggono veramente le coste ed i centri abitati. Anzi con un apposto studio si possono sfruttare le correnti marine che possono anche esse ridarci nuove spiagge. Diversante è solo un brancolare nel buio, distruggere l’ambiente e sperperare il denaro della comunità!

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Flavio Benetti

Ricordo bene la mia infanzia – amavo giocare con la sabbia. Per mio figlio ho comprato una sabbiera di plastica che ha due parti. In una parte può riempire l’acqua e nell’altra la sabbia. Spero che Covid lo permette e che possiamo andare al mare anche quest’anno con tutta la famiglia.

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