LE OPINIONI

IL COMMENTO Al termalismo occorre un sussulto

Quest’articolo è stato scritto prima di conoscere la notizia dell’ ispezione dei NAS su 7 strutture termali isolane, di cui 6 risultate non a norma. Il risultato è la conferma di quanto contenuto nell’articolo che segue: la dissipazione di una risorsa unica come le eccezionali fonti termali isolane e la necessità di rimettere mano, con serietà, al settore e rilanciarlo alla grande.

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Abbacinati, da un lato, dal sold out alberghiero e della ristorazione; avviliti, d’altro canto, dal Covid persistente, stiamo quasi dimenticandoci di una delle nostre principali risorse (che Capri e Procida non hanno, ma che l’area flegrea aveva, eccome, nella civiltà romana): le acque termali. Man mano che passano gli anni, ne parliamo sempre di meno. Avevamo anche una Fiera Internazionale di settore, nata nel 1987 (Thermalia) e siamo stati capaci di farcela soffiare da Rimini e dalla città spagnola Ourense. Eppure un’isola come Ischia, le cui virtù principali risiedono, oltre che nella Natura, anche nella Storia, s’impose all’attenzione del mondo turistico in particolare con le virtù terapeutiche delle sue acque. Emblematico mi sembra il “silenzio” di Peppino Di Costanzo, Presidente dei Termalisti e amico mio carissimo, che sembra essersi concentrato sulla gestione della catena alberghiera di famiglia, rinunciando ad offrirci i preziosi contributi di accademici, esperti di termalismo, come era uso fare negli anni passati, al fine di far emergere l’evidenza che il termalismo non va visto solo come “curativo” ma soprattutto come “preventivo”, per un equilibrio costante mente-corpo, salute-bellezza. Certo, esistono e vanno alla grande le grandi strutture di terme all’aperto (Giardini) come Poseidon, Negombo, Nitrodi, Castiglione, Apollon-Aphrodite, Romantica ma, ad esempio, anche grandi alberghi sembrano aver messo al secondo posto il richiamo delle loro terme. Mi era sembrata straordinaria l’idea del Regina Isabella di approfondire e sperimentare delle cure termali post-Covid, ma non ne ho più sentito parlare, dopo un primo lancio giornalistico. Le terme Castiglione avevano annunciato risultati strabilianti con l’uso dell’alga spirulina ma chi se ne ricorda più? Grande è stato il rilancio delle Acque di Nitrodi ma poi il dinamico Giuseppe Di Meglio sembra aver virato verso una serie di accordi con altre espressioni del turismo isolano, che non mi sembra abbiano portato ad un’effettiva sinergia, capace di elevare complessivamente la qualità del nostro termalismo. Anzi, mi risulta che qualche operatore convenzionato si sia perfino lamentato di essere stato solo “utilizzato”.

Quest’anno c’è stato un significativo ritorno di stranieri ma la molla non è stata certo il richiamo termale; è stata la “voglia matta” di uscire dai confini ristretti in cui il maledetto Covid ci ha rinchiuso per troppo tempo. Né mi pare che sia stato coniato un efficace messaggio termale rivolto ai giovani, che pure sono sempre più attenti al culto del benessere psico-fisico. E’ sbagliato guardare ancora il termalismo come la cura degli anziani. Credo che più di ogni campagna pubblicitaria farebbe effetto una scena del film “Youth- la giovinezza” di Paolo Sorrentino, con Michel Caine e Harvey Keitel (film dedicato al regista Franco Rosi di cui, tra l’altro, nel 2022 ricorre il centenario dalla nascita) Ebbene, nel film, in una bella piscina di un Albergo delle Alpi Svizzere, i due anziani protagonisti rimangono folgorati dal corpo statuario di una giovane donna. Nello sguardo dei due c’è tutto: il rimpianto di quello che è stato, l’ammirazione della bellezza giovanile, le speranze di poter avere un sussulto di vitalità. Basterebbe questo trailer a propagandare le virtù dell’acqua termale, per giovani e per anziani. In altri tempi, avremmo colto a volo l’occasione della pubblicazione di un volume interessantissimo di Marco Fiore e Claudio Francobandiera, dal titolo “Termalismo” per presentarlo a Ischia e propagandare questa nostra virtù. Gli autori partono dalla storia di come e perché è nato il termalismo, per giungere fino ai tempi moderni e alle evoluzioni che il termalismo ha avuto. In particolare il libro, che evidenzia le acque di Ischia, racconta come fin dall’antichità il complesso delle attività che ruotavano intorno alle acque termali, consentiva alle persone di raggiungere la beatitudine.

Fare il bagno, la sauna, giocare a palla, mangiare, bere, chiacchierare con gli altri, leggere nella biblioteca delle terme (che idea sarebbe, per le nostre terme alberghiere, dotarle di una piccola biblioteca!), tutto questo era “termalismo”. Già i Romani avevano scoperto la necessità di coniugare il benessere del corpo con quello della mente. E Dio sa quanto occorra oggi un benessere della mente, in un mondo afflitto da guerre, epidemie, catastrofi naturali, crisi economiche! Non dimentichiamo l’importanza dell’acqua in generale. Fin dall’antichità, veniva considerata uno degli elementi principali del cosmo. E ce ne stiamo accorgendo in epoca di siccità a causa dei cambiamenti climatici. Quello che viene considerato il primo filosofo della storia, Talete, considerava l’acqua “L’Arché” (il principio di tutte le cose). In quanti paesi del mondo e per quanti fiumi, l’immersione dei corpi nell’acqua è stata considerata salvifica? Come il Nilo, il Giordano. Leggetela la storia del termalismo, è affascinante. Apprenderete, per esempio, che i primi stabilimenti termali sono nati nella città di SPA, in Belgio, sfruttando la sorgente di Chelybeate, già nel medioevo. Le attuali SPA traggono (a posteriori) il loro acronimo dalla locuzione latina “ Salus per Acquam”, ma forse la cittadina belga c’entra qualcosa . Leggetela, leggiamola la storia del termalismo, che s’intreccia con la storia archeologica e vulcanologica del territorio e avremo così una visione globale della eccezionalità del nostro territorio. Leggete, leggiamo gli ottomila versi in lingua latina di Camillo Eucherio de Quintis (1675-1733) che scrisse nell’opera “Inarime seu de balneis Pithecusarum”. Il mito vuole che il figlio di una ninfa, Alcmeno, che viveva ad Ischia, cadde tra le rocce, rimanendovi intrappolato, finché Giove non lo trasformò in sorgente di acqua salutare. Tutto questo viene narrato e vantato da un’altra struttura isolana “’O Vagnitiello” di Casamicciola.

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Certo, il “turismo cavalletta”, il turismo di massa e di rapina ha provocato uno sfruttamento massiccio e un emungimento scriteriato delle fonti disponibili. Ha spinto a costruire stabilimenti termali “improbabili”, relegati nei sottoscala degli alberghi, senza areazione. Ma finché siamo in tempo, ravvediamoci e rilanciamo le nostre terme, mettendole al centro del nostro modo di fare turismo. Le terme sono per Ischia ancora il valore aggiunto che ci rende competitivi ai grandi livelli del turismo mondiale. Il sole, le spiagge, ed anche il mare, sono in dotazione di tante isole del mondo e di tante località balneari. Poche località possono invece vantare le nostre peculiarità termali. Ma occorre uno scatto di reni, una ritrovata vigoria imprenditoriale, che ci svegli dal torpore attuale.

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Beta

Finalmente! E ci voleva tanto a capirlo?
Tutti quelli che non vengono più ad Ischia, nauseati dai maomao estivi, potrebbero venire anche fuori stagione, se solo ci fossero strutture degne dove poter godere delle terme…

Beta

Sono stati gli stranieri a scoprire i benefici delle acque calde di Ischia, invece gli isolani non hanno mai capito davvero quanto le terme potessero costituire una risorsa primaria.
Condivido l’osservazione acuta sul fatto che le piscine al chiuso sull’isola sono davvero poco appetibili, limitate in dimensioni e relegate quasi sempre negli scantinati…
Eppure con tutti i bonus, quale occasione sarebbe stata per poter rimediare a questo deficit.
Si vede che “destagionalizzazione” è solo una parola, eppure è banale capire che non c’è un perché di venire ad Ischia fuori stagione, se non per le terme!

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