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Siglata la nomina, Schilardi guarda avanti: «Condono? Aspetto il Senato»

ISCHIA. Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che attribuisce il ruolo di Commissario Straordinario per la Ricostruzione al Prefetto Schilardi, è stato siglato (anche se manca ancora la registrazione).  È dunque quasi legge e la struttura Commissariale è già pronta ad entrare a pieno regime. È soddisfatto il commissario Carlo Schilardi che per ora ha lavorato “solo in via informale”. «Ma adesso è finita», ci conferma con entusiasmo.

 

Prefetto, finalmente c’è il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri?  

«Sì. È stato siglato qualche giorno fa. Non è ancora stato registrato, ma ci siamo. Finalmente. in questo periodo abbiamo lavorato a lungo in anticipo in attesa del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che ha conferito alla struttura Commissariale una contabilità speciale.  Il vecchio Decreto del Presidente della Repubblica prevedeva la nomina a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri con un sistema un po’ farraginoso. Adesso siamo entrati in una fase più operativa».

Cosa è cambiato con questo decreto? 

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«Il Decreto del presidente del Consiglio dei Ministri ha cambiato un po’ tutto, specialmente per ciò che riguarda la contabilità. Grazie a questo provvedimento sono stati allargati gli spazi di manovra della struttura Commissariale. Il Decreto del Presidente della Repubblica, infatti, prevedeva una contabilità ordinaria. In pratica con stanziamenti, ordinamenti a capitoli ed invii obbligatori alla Corte dei Conti sarebbe stato tutto più macchinoso e complesso».

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Adesso siete operativi. Quale sarà il primo provvedimento? 

«Venerdì prossimo, 9 novembre, saremo a Lacco Ameno per sottoporre ai sindaci dei tre Comuni colpiti dal sisma lo scorso anno, il testo dell’ordinanza per la microzonazione. Questo testo è stato già condiviso con Cnr – centro nazionale di ricerca – e con il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile. Inoltre è stato condiviso, seppur in bozza, con il presidente della Regione Campania».

A cosa serve la microzonazione? 

«Questo studio ci dirà se le case danneggiate e distrutte dal terremoto devono essere ricostruite in loco, se bisogna spostarsi o che altro fare. In questi mesi ho analizzato tanti studi che mi sono stati presentati, ma bisogna discutere con cognizione di causa e capire urbanisticamente che cosa si può fare e soprattutto dove».

Il passo successivo quale sarà? 

 «Abbiamo stilato anche l’ordinanza relativa ai danni lievi per le strutture private, alberghi ed attività produttive. In questo modo chi ha subito un danno pari massimo al 30% della propria struttura potrà cominciare con i lavori. Nell’ordinanza si prevede una procedura semplificata per consentire il rapido avvio dei lavori urgenti. Noi lavoriamo speditamente anche grazie all’esperienza accumulata nel terremoto del Centro Italia. I provvedimenti che in quella zona sono stati vincenti ed hanno funzionato bene li adattiamo alla realtà ischitana e li adottiamo. Laddove, invece, ci sono stati dei problemi, interveniamo con delle modifiche sostanziali».

Condono. È una parola fin troppo abusata in questo periodo. Lei che cosa ne pensa? 

 «Preferisco aspettare il testo definivo del provvedimento legislativo, in questo modo sapremo bene come agire. Aspetto l’esame del Senato della Repubblica dopo quello dei giorni scorsi della Camera dei Deputati prima di commentare. Anche se negli ultimi giorni ho sentito davvero di tutto e di più su Ischia e sul condono. C’è chi parla di condono tombale, chi di salvataggio dell’isola. Cose davvero inverosimili.  Una cosa deve essere chiara a tutti: i condoni restano quelli del 1985, del 1994 e del 2003. Non ce ne sono altri. Chi ha fatto la domanda, l’ha fatta allora, non certo oggi. Tutt’al più possono esserci delle procedure diverse e maggiori aperture nell’esame delle vecchie pratiche. Non certo ci sono nuovi condoni. È un caso che non esiste. Questo deve diventare chiaro a tutti».

Qualora il testo al Senato dovesse essere approvato così come è stato licenziato dalla Camera come si procederà? 

«Ci siamo dati delle regole. È necessario mettere in moto una macchina che deve funzionare e deve farlo bene. I Comuni hanno avuto un rinforzo di organico, peraltro robusto considerando la piccola entità degli stessi, che graverà economicamente sulla struttura del Commissariato per la ricostruzione. Ho chiesto che i rinforzi siano utilizzati per come è previsto dalla norma ed in particolare per l’esame delle pratiche di condono edilizio giacenti e che riguardano gli edifici terremotati per i quali ci dobbiamo sbrigare».

In modo pratico come avverranno le analisi delle pratiche? 

«Una cosa deve essere chiara: non saremo noi, come struttura Commissariale, a decidere sulle pratiche di condono. Come ho già detto in passato, la concessione di contributi per la riparazione e ricostruzione degli immobili privati danneggiati è subordinata alla definizione delle singole istanze di condono, adempimento che si presenta non privo di difficoltà soprattutto tenendo conto della situazione strutturale dei Comuni interessati e di Casamicciola in particolare, nella cui giurisdizione insistono buona parte degli edifici inagibili e sgomberati. Al momento ho suggerito ai Comuni ed alla Soprintendenza di darci delle regole. Io sarò accanto a questi due Enti per facilitare loro il lavoro. Ho suggerito di porre in essere un esame preventivo da parte del Comune interessato, successivamente le pratiche, che secondo una previsione saranno tra le 30 e le 40 al mese, devono essere trasmesse alla Soprintendenza per le loro competenza. Poi si va in conferenza dei servizi per il risultato finale. In questo modo si possono evitare eventuali contrasti. Ma la verità è una».

Quale?  

«Che ci vuole la buona volontà delle Amministrazioni ad utilizzare le risorse che gli stiamo dando per lavorare per il condono. Il condono è la madre di tutto. Se non vengono definite le pratiche di condono, non possiamo passare all’analisi dei danni ed all’erogazione dei finanziamenti per la ricostruzione».

 

Ma quante sono le case oggetto di condono? 

 

«Non abbiamo ancora un numero certo, ma possiamo ricavarlo. Sappiamo quante sono le famiglie che usufruiscono del contributo di autonoma sistemazione e quelle che sono in albergo. Sommando le due cifre abbiamo un totale di poco più di mille. Può esserci qualche minima differenza, ma minima. La forbice può variare fino ad un massimo di 1300. Per questo mi è sembrato strano quando ho sentito di parlare di condono tombale».

Francesca Pagano

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