IL COMMENTO Bradisismo, sul porto di Pozzuoli bisogna fare presto

Quello dell’emergenza legata al fenomeno del bradisismo e un tema assai delicato sul quale, nel corso di questi mesi, si stanno spendendo fiumi di parole e a dire il vero neanche sempre con cognizione di causa. La circostanza si ripete ancora una volta. E’ già accaduto, ad esempio, in occasione del Covid, così come per la guerra in Ucraina. Una ridda di voci, opinioni, sentenze, pareri e analisi del fenomeno su social e in Tv, da parte di esperti improvvisati e tuttologi del nulla. Un atteggiamento che non fa altro che peggiorare una situazione già di per sé molto preoccupante, sulla quale, invece, bisognerebbe essere molto seri e rigorosi. Sarebbe il caso, quindi, che a parlare siano soltanto le persone veramente deputate a farlo, gli scienziati veri, quelli che attraverso le proprie testimonianze possono dare un contributo alla causa, senza la diffusione di notizie false o inutile allarmismi. La ricerca spasmodica di un click o di quei cinque minuti di celebrità, che non si negano a nessuno, non fa che aumentare una preoccupazione già molto elevata nelle popolazioni che vivono sulla propria pelle un dramma che sta diventando anche un ostacolo di natura mentale. Un elemento, quest’ultimo, da non sottovalutare e non è un caso che in questi giorni, la Protezione civile abbia deciso di mettere psicologi volontari a disposizione delle famiglie che abitano il territorio dei Campi Flegrei, per un sostegno costante e reale. Perché al di là del pericolo sulla propria incolumità fisica, dettato dalle scosse anche molto forti di terremoto, che si stanno verificando in questo periodo storico, c’è adesso un rischio ulteriore. Lo stress psicologico cui tante persone sono sottoposte in queste settimane è un elemento sicuramente che non va messo in secondo piano.


Detto questo, una delle sensazioni che si avverte in questi giorni, è che mentre i medici studiano il malato rischia di morire. E’ del tutto evidente che le dinamiche legate al fenomeno del bradisismo non si possano analizzare e risolvere in breve tempo. Ci troviamo a dover convivere con una realtà che potrebbe durare molti decenni e pensare di rimodulare il tessuto abitativo di un’area così vasta e così densamente abitata, in pochi mesi o anni è pura demagogia. Ci sono però altri elementi che andrebbero affrontati subito e che in breve tempo possono e devono essere risolti. Quello, ad esempio, legato al settore del turismo e del tessuto economico del territorio. La condizione in cui opera il porto di Pozzuoli, portata all’attenzione della cronaca in queste settimane, con la questione degli imbarchi è di una gravità assoluta. Qui tempo da perdere ne resta davvero poco. Non si può rischiare di pregiudicare l’attività dello scalo in vista dell’estate e una eventuale penalizzazione del Porto puteolano, avrebbe delle conseguenze disastrose anche sul Napoli, con un logico ingolfamento delle banchine cittadine, per non parlare delle isole. Per Ischia e Procida sarebbe un’ulteriore tremenda mazzata, che farebbe seguito a quelle già subite in questi anni, dopo il Covid e la guerra, senza trascurare, per l’isola verde, il danno di immagine conseguente al terremoto del 2017 e soprattutto all’alluvione del 2022. Tutte ferite dalle quali Ischia ha saputo faticosamente guarire. Un’altra penalizzazione potrebbe avere ripercussioni mortali. Ecco perché mentre vulcanologi, scienziati, tecnici ed esperti si occupano del bradisismo, c’è bisogno di qualcuno che faccia presto per intraprendere le azioni necessarie a salvare il porto di Pozzuoli, entro l’inizio della stagione estiva. Prima che sia troppo tardi.