LE OPINIONI

IL COMMENTO Cari ragazzi e ragazze, avete sbagliato

DI RAFFAELE MIRELLI

Cari studenti, mi dispiace dirvelo ma avete sbagliato! Perché questo non è il modo di esprimere una protesta, una sorta di “rivolta” verso la società. La vostra autogestione è stata un fallimento, totale.

Per l’ennesima volta non avete seguito i consigli di noi adulti, noi che vi abbiamo sempre guidato in modo coscienzioso, educandovi alla libertà di pensiero e al miglioramento di voi stessi. Noi che a scuola abbiamo vissuto tempi duri, dove tutto era diverso, più rigoroso, meno emozionato ed emozionante. Noi che abbiamo sempre creduto nei nostri ideali, che abbiamo sempre partecipato con massima lealtà alla vita politica di tutti i giorni, conducendovi a questo presente, al“migliore possibile di questi mondi”. Noi che vi lasciamo ineredità la grandezza delle immense costruzioni e cementificazioni che hanno fattodi quest’isola una città, un luogo all’avanguardia. Noi che vi abbiamo dato la possibilità di avere un’auto a persona: lo sapevate che abbiamo il primato nazionale per numero di veicoli circolanti, immatricolati? Noi che abbiamo lottato e lottiamo per mantenere un sistema economico “snello”, fruttuoso, che ci lascia lavorare solo quattro mesi all’anno, godendovi la disoccupazione? Noi che attraverso questo sistema vi mandiamo all’estero a formarvi, a cercare fortuna. Noi che – adulti e consapevoli – abbiamo lottato per evitare che si ripulissero i mari da tutta questa immondizia, il mare in cui noi stessi ci bagniamo. Noi che ogni giorno ci battiamo perché questo stato delle cose non cambi, noi che vi abbiamo insegnato tutto, ma dico tutto.

Vi abbiamo insegnato a eleggere i vostri rappresentanti perché ci portassero a casa i favori contro i diritti. Noi che crediamo ciecamente nella proprietà privata e nel rispetto di essa, mettendo da parte lo spazio pubblico, la sicurezza dello stesso. Noi che continuiamo a combattere per le disuguaglianze, che abbiamo la capacità di seguire le indicazioni delle persone che hanno successo economico, che sanno dirci cosa fare, sempre. Noi che abbiamo creato un’isola felice, bellissima, Noi che abbiamo preso in eredità gli insegnamenti della natura, rispettandola, gettando a ogni angolo remoto e nascosto “sfravcatura”, rifiuti, mattonelle, servizi igienici. Noi che addirittura – nelle piccole valli che accarezzano l’isola – lasciamo elettrodomestici, affinché possiate raccoglierli con fatica e abnegazione. Perché le cose si raggiungono con fatica. Proprio noi che in questo siamo stati avanguardisti ecologici. Noi che abbiamodimostrato, in tutti questi anni, che le strade sono estremamente sicure per tutti, che abbiamo pensato alla pubblica salute lottando, curando i nostri ospedali e presidi medici. Noi che non dormiamo di notte per edificare – in protesta – le case che vi accoglieranno un giorno.

Nessuno vi ha mai detto – a buon diritto – che la scuola è sempre un luogo di autogestione: dove non esistono le autorità e soprattutto dove non esiste il “pensarsi”. Diffidate da chi vi insegna questo: la scuola non è un luogo di apprendimento, non è il primo avamposto della libertà collettiva. La scuola non è un luogo dove pensarsi in comunità, rispettandosi. La scuola è un luogo dove inscenare le lotte personali, prevaricare sugli altri, dove non si apprende a fondare le proprie opinioni, ma a imporle senza nessuna cognizione di causa. Allora ve lo diciamo noi, che ci sacrifichiamo a costruire un sistema degno dell’umana specie, quella del progresso, del rispetto, della politica efficiente: state sbagliando. Il vostro fallimento non è il nostro. Lottare in questo modo per una causa, sì importante, non è giusto. Lasciatevelo dire da chi da anni ha preso in mano la situazione e gestito realmentei problemi che attanagliano il nostro territorio.

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Noi che abbiamo il coraggio – perché a voi manca proprio il coraggio – di esprimere le nostre opinioni sui social, sempre, anche quando non ce lo chiedono. E voi? Credete che la vostra protesta sia cosa seria? Che interloquire nel luogo dell’educazione, costringendo sindaci e forze dell’ordine ad ascoltarvi, sia la cosa giusta? Davvero? Ricordate che tutto quello che state vivendo lo dovete a noi, alla nostra forza, al nostro coraggio, alla nostra lealtà. Ricordatevi che – anche questa brutta tragedia – non dipende da noi e dal modo in cui vi educhiamo a stare sulle strade. Noi abbiamo fatto di quest’isola una città sicura, verde, ricca e fertile di opportunità. Per questo vi diciamo – ancora una volta – che avete sbagliato.

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* FILOSOFO

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nicola lamonica

spero che la forte ironia e rabbia che impregnano il racconto siano accolte e che l’isola venga letta nel modo giusto dai nostri studenti, dagli studenti di oggi perché si abbia uno scossone di idealità e di obiettivi. Ho fiducia!

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