LE OPINIONI

IL COMMENTO Chiavi di lettura del Piano Paesaggistico per Ischia

DI BENEDETTO MANNA

Con la Sezione Funzionale del Piano Paesaggistico Regionale (PPR) per l’Ambito Territoriale Identitario dell’Isola d’Ischia si entra in una NUOVA CORNICE NORMATIVA, che diventa una vera e propria visione culturale e strategica per la costruzione, la modellizzazione del territorio. Si parla di un paesaggio, di un contesto per una protezione dinamica del territorio, che si trasforma con l’evoluzione del territorio stesso. In particolare rappresenta una conquistaculturale per il territorio d’Ischia e quindi va fortemente sostenuto anche nella predisposizione e nella sua attuazione perché è materia culturale viva che appartiene a questo territorio. Il vecchio Piano Territoriale Paesistico (PTP) ha avuto una finalità diversa dallo strumento attuale, essendo stato un modello con un’impostazione, zonizzazione più rigida, basato prevalentemente su criteri prescrittivi. Diversamente con la chiave di lettura giusta e utilizzo del nuovo strumento per la nostra realtà isolana si aprono orizzonti migliori. Il Piano deriva dalla Convenzione europea del Paesaggio (superando il modello difensivo del PTP), che propone e che prova a riprodurre una visione olistica e sistemica del paesaggio. TUTTO PUÒ ESSERE INCLUSO IN QUESTO CONTESTO e TUTTO HA UNA SUA DINAMICITÀ: una visione dinamica, non strutturata in un’ottica di assoluto fermo di ogni genere di attività.

In questo momento si sta varando uno dei primi esempi che sarà utile anche nella gestione del percorso regionale(V. incontri di coprogettazionedi Paesaggi in_formazione: https://www.paesaggiinformazionecampania.it/partecipa/) che si sta portando avanti anche con la Regione Campania. IL PAESAGGIO È LETTO ATTRAVERSO CINQUE SISTEMI: FISICI – NATURALISTICI – RURALI – STORICO CULTURALI – INSEDIATIVI,con un’analisi approfondita delle interazioni tra componenti(elementi dei sistemi) e valori. Questa visione ha già consentito di comprendere in una fase di analisi quali sono i fattori, le fragilità e le complessità idrogeologiche, vulcaniche, anche quelle urbanistichedei luoghi, ma ci sarà anche la possibilità di valorizzare i caratteri identitari degli stessi.Quindi una lettura olistica che deriva dalla complessità del posto. Oltre queste componenti, con questo strumento si ha e si continua ad avere, in un’ottica di gestazione di questo modello, la capacità di comprendere quali sono le evoluzioni storiche, archeologiche che questo territorio ha avuto dalla fondazione di Pithecusae fino all’area sommersa di Aenaria, fino alle strutture che man mano vengono fuori. Di recente a Casamicciola è stata individuata una casa grotta totalmente sconosciuta. Questi eventi consentono di conoscere ulteriormente il territorio e di lasciare un segno identitario, non con lo spirito di bloccare.Lo spirito è quello di dare una lettura e di migliorare una condivisione di un sito, che ha bisogno anche di innovazione. La capacità di utilizzare nuovi strumenti, i modelli GIS utilizzati, le piattaforme, hanno consentito di avere una profonda conoscenza di alcune tematiche che già il precedente Piano non poteva conoscere ai livelli ora raggiunti. LE RISPOSTE VENGONO DATE APPUNTO SULLA BASE DI CONOSCENZA APPROFONDITA DEL TERRITORIO E DI TUTTE LE SUE DINAMICHE. Non è solo un sito di edilizia corrente, è anche un sito di storia(ricordare le colonizzazioni greche d’occidente). È chiaro che su queste tematiche una riflessione va fatta. Se ci si riconosce in questi valori, entità di cultura, qualcosabisognerà fare per proteggere, perché rappresentano la nostra storia. Quindi si propone una TUTELA INTELLIGENTE, che va rintracciato in questo piano, contro la speculazione(ormai non è più il tempo). Adesso si parla di riqualificazione, della possibilità di migliorare un territorio che ha bisogno, ma anche di INCENTIVO ALLA RIGENERAZIONE RURALE. Questi sono elementi che si trovano nel piano. Sarà possibile comunque recuperareterrazzamenti storici, i muretti in tufo verde, che sono in alcuni siti abbandonati. Il Piano dà spazio a delle attività. Le criticità verranno analizzate anche nell’ambito delle osservazioni (Sezione Funzionale del PPR dell’Ambito Territoriale Identitario dell’Isola d’Ischia). Altro aspetto positivo per il territorioè quello dellaRESILIENZA AMBIENTALE. Il Piano affronta con decisione le fragilità naturali, quindi il tema delle frane, degli eventi vulcanici, promuovendo pratiche di ingegneria naturalistiche, sta vivendo priorità d’intervento. Dare risposte a un territorio, vuol dire dare soluzioni; dare mezze risposte vuol dire vagare nel buio e arrivare a condizioni non controllabili. Il piano in questo riesce a dare risposte certe, bisogna quindi leggere e individuare i caratteri nella lettura di questo strumento. Esso nasce da una copianificazione tra la Regione Campania e il Ministero della Cultura.In questa collaborazione chiaramente ha preso parte la Soprintendenza per l’area metropolitana di Napolie c’è stato un percorso di affiancamento e di condivisione delle procedure con la regione Campania. L’apporto del Ministero in merito a quelle che sono state le attività specifiche condotte dalla Sovrintendenza, in condivisione con la Regione Campania,ha dato luogo allaconoscenza e riconoscimento dei valori paesaggistici di questo sito. La competenza specifica di riconoscere gli elementi di paesaggio che si intende conservare e quindi valorizzare è stato uno degli strumenti di attenzione,individuando in particolare LE VALENZE ECOLOGICHE FUNZIONALI, ESTETICO VISUALI, IDENTITARIE E CULTURALI DEI SITIe quindi della complessità dei vari luoghi che compongono l’isola d’Ischia. Un’altro tema di confronto con la Regione Campania è avvenuta sui temi dell’archeologia del paesaggio.Però in questo contesto c’è stata un’analisi dei siti che hanno un valore archeologico, ma vengono conservati quelli raccolti all’interno del PPR in una visione complessiva. Il passaggio dal PTP al PPR rappresenta comunque una svolta epocale. Le prescrizioni vincolistiche vengono affiancate in questo contesto da obiettivi di qualità paesaggistica. Non c’è più l’idea di vincolare per vincolare, ma si individua una qualità potenziata.Lo strumento è questo: individuo una qualità, un luogo per poterla potenziareo per poterla valorizzare (sono termini frutto dello stesso obiettivo). In questa strategia si può effettivamente arrivare ad una rigenerazione del territorio chiaramente con la capacità di gestione degli Enti Locali. Quindi ilcontributodel Ministero della Cultura è stato determinante per ARMONIZZARE LO STRUMENTO DI TUTELA CON LO STRUMENTO DELLA TRASFORMAZIONE. Si parla di armonizzazione perché si riconoscono delle qualità al territorioche in qualche modo si dovrà proteggerechiaramente armonizzandole a uno sviluppo, non ingessandole.Questi sono alcuni punti chiave di radicale innovazione che si potrebbero rintracciare nella lettura del Piano. Volendo fissare l’attenzione su alcune tematiche, una può riguardare il passaggio dalla zonizzazione prescrittiva a una lettura sistemica di paesaggio, quando ogni trasformazione viene valutata in relazione a specifici valori, anche in funzione delle fragilità dell’ambito di appartenenza, quindi c’è sempre una correlazione, mai una visione legata a un aspetto esclusivamente esteriore (non si sta proteggendo in assoluto il bello). C’è poi un APPROCCIO BASATO SULLA CONOSCENZA E NON SOLO SU DIVIETI. Se c’è una prescrizione è perché si sa che in quel sito probabilmente c’è una necessità. Quindi sotto questo altro aspetto si trova sempre una correlazione tra l’aspetto normativo che incide su quella necessità esposta. Un altro aspetto è l’INTEGRAZIONE TRA SISTEMI NATURALI E CULTURALI. Il paesaggio rurale (si pensi ai muretti a secco, ai castagneti, ai sentieri termali) con questo strumento viene messo sullo stesso livello del patrimonio monumentale, perché questo è un valore identitario dell’isola. C’è quindi la necessità di conservare quello strumento perché è un’identità, ma ciò non vuol dire non fare niente, probabilmente in quel contesto bisogna avere un’idea d’insieme. Quindi non posso pensare di demolire e costruire ogni parte di un tracciato in autonomia con la pietra di tufo, poi con la pietra calcare (faccio quello che mi pare). Se lo si riconosce come elemento identitario, si vorrà in qualche modo conservarlo. Altra questione riguarda le CENTRALITÀ DEL PAESAGGIO SOMMERSO E COSTIERO. Queste sono altre qualità dell’isola. Il PPR si occupa anche di questo, non è un piano d’edilizia. Quindi ci si deve sforzare e dare anche una lettura più ampia delle questioni e quindi non si può non tener conto in questo contesto della lettura e della conservazione dei siti di Carta Romana, dei siti sommersi che diventano parte di una pianificazione attiva. In questa lettura ci sono gli elementi chiavi di lettura e non solo un’elencazione dello strumento. In ogni caso a questo strumento si può fare riferimento e guardare ad una attuazione più armoniosa dei piani urbanistici comunali. In questo contesto con uno strumento del genere l’approvazione, l’armonizzazione anche di piani comunali diventa uno strumento utilissimo per completare questo percorso, che inquesto momento riguarda le valenze paesaggistiche. Le questioni urbanistiche avranno delle dinamiche che dipendono anche da questo, ma avranno anche una loro caratterizzazione. Quindi rafforzare presidi sul territorio, di conoscenza del sito, appunto per intervenire con urgenza sulle fragilità, valorizzare i beni culturali diffusi, diventano elementi prioritari di questo strumento, che si possono realizzare chiaramente solo in un’ottica di condivisione. Il PPR rappresenta un laboratorio naturale culturale straordinario non solo per il contesto ischitano, ma per l’intero contesto regionale. Dobbiamo leggerlo non solo come uno strumento tecnico ma come un vero e proprio PATTO DI CORRESPONSABILITÀ TRA GLI ENTI STATALI, LA REGIONE, GLI ENTI LOCALI, I CITTADINI, I PROFESSIONISTI, perché è uno strumento comune ed è un percorso comune che si sta avviando a fare al fine di migliorare le condizioni del sito e dare uno sviluppo e una visione futura delle qualità di questo contesto.

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