LE OPINIONI

IL COMMENTO Come salvare e preservare Ischia

DI ANTIMO PUCA

Ischia è ancora in tempo per elaborare una visione di Se stessa che integri sviluppo e tutela del territorio. Per accedere a un mercato esclusivo, avendo pochissimi concorrenti, Ischia deve fare solo ciò che è necessario per se stessa, per la sua comunità, che dunque farebbe a prescindere da turismo e crescita. Null’altro. Cioè, deve fare in modo che il suo comportamento resti autentico. Non si pieghi a nessun ricatto dell’industria turistica in cerca di chissà quali masse di turisti. Quando ciò che serve per il business coincide con ciò che serve agli abitanti di un luogo, vuol dire che non siamo caduti nello spazio dell’alienazione, ma in quello dell’identità. Provo a elencare cosa serve: Creare un sistema di trasporti elettrico ricaricabile con fotovoltaico che consenta gli spostamenti interni a chi non ha un’auto; Promuovere l’agricoltura locale; Offrire a cittadini e turisti prodotti sani, coltivati o trasformati qui, espressione di una specificità locale; Promuovere un sistema di connettività alle reti internet non impattante, evoluto, veloce, sano e diffuso; Impedire costruzioni ulteriori sulla costa; Riforestare. Curarsi della propria fauna e della propria flora in modo accurato, valorizzandola e facendone uno dei suoi elementi di qualità – Rendersi il più possibile autonoma dal punto di vista energetico usando tecnologie solari e eoliche di misura adeguata (dunque il contrario dell’eolico industriale) – Investire sull’ambiente, diventando un luogo d’elezione per gli eco-turisti, che non cercano strutture alberghiere a cinque stelle, che anzi correrebbero qui sapendo che esiste un’isola ancora a misura d’uomo, dove si possono fare escursioni per vedere una flora ricchissima di biodiversità, uccelli migratori, mare ancora splendido. – Ristrutturare tutti i ruderi antichi dell’isola, con un piano edilizio ampio, che creerebbe posti di lavoro, e con logiche di conservazione architettonica adeguate al patrimonio storico e urbanistico dell’isola. Altro che grandi alberghi! A Ischia c’è il potenziale per una delle cose più ambite: gli hotel diffusi, che usano antiche strutture di pietra recuperate a regola d’arte. – Creare un numero chiuso annuale per evitare qualunque rischio di sovraffollamento – Impedire in tutti i modi l’edilizia turistica spropositata, perché uno degli elementi chiave di un “paradiso” è la non speculazione immobiliare e, al tempo stesso, il mantenimento di un numero adeguato di posti letto per accogliere i turisti che vuole. Non qualunque numero di turisti.

Usando la leva dell’eco-turismo, del bird watching in primavera e autunno, dell’isola della quiete, della pace e del clima favorevole. – Impedire alla grande distribuzione di proliferare, favorendo la rinascita dei piccoli borghi e l’apertura di piccole botteghe artigiane per cibo e utensili. Occorre rendere il più efficiente possibile la logistica dalla terraferma verso l’isola. Ma senza alterare il traffico interno. E deve far capire agli imprenditori di qui che i turisti che potrebbero venire attratti da questo tipo di isola, da questo tipo di offerta, cioè quelli che cercano tutto ma non il turismo di massa, interessati alla natura, al silenzio, al tempo lento di un’isola del sud, non sono interessati a imbattersi, qui, in un cocktail bar o in un ristorante simile a quelli che hanno nelle loro città europee. Anzi! Vederne uno farebbe loro un pessimo effetto. Come anche non è utile investire in strade asfaltate enormi che arrivino fino al mare. Quello che molti non comprendono è che il “disagio” di procedere lentamente su una strada di terra battuta è in realtà un elemento di naturalità del luogo. Viene cioè vissuto più come un valore che come un problema. Basterà spianarle, quelle strade, se la pioggia le scava durante l’inverno. Mentre l’asfalto, come l’eccesso di uso del cemento, sono elementi in totale contraddizione con la visione del turista che qui tutti vorrebbero accogliere, e che non vede l’ora di venire su un’isola come questa. Solo così facendo, andando dunque ben oltre il concetto “semplice” di isola a impatto zero è possibile avere una storia autentica da raccontare. Noi che viviamo qui abbiamo ancora una possibilità: essere ancora in tempo. Scegliere. Poter imprimere al nostro destino comune una direzione condivisa, di tutela, di salvaguardia, per far cambiare le cose evolvendole senza che nulla cambi (giusto per citare il capolavoro di Luchino Visconti “Il Gattopardo). Ma di farlo in modo intelligente. Potendo un giorno, con orgoglio, dire come Pericle diceva per Atene: “Noi a Ischia facciamo così…”.

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami

0 Commenti
Più vecchio
Più recente Più Votato
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex