IL COMMENTO Concetti teorici e operatività nella mitigazione dei rischi naturali
DI GIUSEPPE LUONGO
Attenzione! Gli strumenti concettuali teorici sono eliminati in molte pubblicazioni scientifiche e nei manuali per il governo del territorio, considerati non necessari nello sviluppo della ricerca per la mitigazione dei rischi naturali e, pertanto, sostituiti dalla descrizione fattuale. Così oggi gli esperti trasmettono leggende senza alcun elemento del metodo scientifico con congetture e verifica delle stesse. Così la Scienza resta qualcosa di misterioso dalla quale sgorgano i tanti miracolosi prodotti tecnologici che utilizziamo nel quotidiano. Questo è il risultato dei patti tra i tre cerchi magici che operano per la sicurezza delle popolazioni nelle aree a rischio: Ricerca; Protezione Civile; Responsabili del governo del territorio. Chi ci rimette in un accordo non progressista per la conoscenza è il cittadino che cresce in mancanza di adeguati strumenti concettuali in un territorio poco sicuro.
Con un tale obiettivo ai Centri di competenza, ai quali è affidato il monitoraggio dei fenomeni pericolosi, non occorrono fisici, chimici, matematici, geologi, basteranno tecnologi che faranno funzionare le reti di monitoraggio multiparametrico, ma dei fenomeni dai quali bisognerà difendersi capiranno sempre di meno. Uno dei compiti principali di queste strutture è l’autopromozione pubblicitaria, escogitando iniziative promozionali che migliorino la loro immagine.L’obiettivo è il consenso della comunità esposta che è più agevole raggiungere se l’evento dal quale bisogna difendersi diventi misterioso tale da affidarsi ai gestori delle tecnologie più complesse. Nasce così e si sviluppa l’idolatria della macchina che tutto misura e tutto prevede;tutto è affidato al nuovo totem. D’altronde bisogna osservare e misurare eventi sempre più complessi, da dimensioni micro a processi che si sviluppano in spazi di dimensioni inimmaginabili, così lo studioso del fenomeno si separa sempre di più dalle tecniche per la costruzione degli strumenti, due mondi complessi che sono uniti nello stesso obiettivo. Trovare l’equilibrio tra questi non è un compito di poco conto, spesso la distanza è tale da rendere ardua l’efficienza della collaborazione. Siamo in una fase storica dell’attività di ricerca dove l’dea rischia di soccombere alla tecnologia. Questa condizione preoccupa l’opinione pubblica per la gestione dell’Intelligenza Artificiale. Le trasformazioni degli strumenti della conoscenza sono avvenute più volte nel corso dello sviluppo dell’umanità e le crisi sono state superate senza catastrofi irrimediabili e con balzi nel progresso. L’esperienza insegna che l’evoluzione o, meglio, l’adattamento alle condizioni ambientali, siano esse naturali o accelerate dalle attività dell’uomo, è inarrestabile.
La natura è una macchina complessa e il genere homo sapiens si è evoluto superando gli altri primati proiettando la sua visione della realtà al di là del noto, ovvero costruendo lo scenario del mondo nel quale era immerso prima di avere dimestichezza con l’esperienza diretta. Questa evoluzione porta alla ricerca della causa di ciò che gli accade intorno e quando la complessità supera la sua capacità di intendere, allora si rifà al sovrannaturale. Così nasce il mito e le figure divine per ogni fenomeno rilevante sia esso positivo che negativo. Sulla natura degli dèi Marco Tullio Cicerone nel 44 a.C. scrive un’opera sull’esistenza degli dèi, e della loro profonda influenza sulla vita, risultando di un’importanza fondamentale per il governo di uno stato. Esso deve, perciò, essere mantenuto vivo nel popolo.Può apparire strano che sarà lo stesso Cicerone ad approntare la prima edizione del De rerum natura di Lucrezio, una grande opera di poesia scientifica. Questa dicotomia vive anche con l’affermazione del cristianesimo, che congelerà lo sviluppo del pensiero scientifico con il pensiero del padre della Chiesa Sant’Agostino. Lo stesso Descartes nel Seicento afferma che la realtà è composta da una sostanza pensante (spirituale) e da una sostanza estesa (corpo).
È paradossale che il percorso verso la conoscenza della realtà attraverso conquiste laceranti, aspri dibattiti, esperienze gratificanti e liberatorie del soprannaturale per la crescita delle conoscenze siano accompagnate da una diffusa disattenzione, come se tutto fosse scienza infusa. Così anche il recente sviluppo dell’Intelligenza Artificiale (AI) suscita interesse e una certa meraviglia per le sue conquiste robotiche, riportando alla mente avventure sviluppate nella letteratura fantascientifica.
Superando il timore che l’Intelligenza Artificiale possa prendere il sopravvento sulle scelte dell’umanità, ricordando non solo che l’evoluzione della specie è avvenuta con transizioni impegnative anche per i cambiamenti climatici in tempi geologici, ma anche ciò che è accaduto in tempi storici con l’introduzione della stampa e la rivoluzione con l’utilizzo dell’energia elettrica, solo per ricordare due momenti “rivoluzionari” per l’umanità. Affrontiamo i nostri impegni provando a considerare la nuova tecnologia come uno strumento utile allo sviluppo, provando ad applicarlo. Questa riflessione mi spinge a proporre alla struttura commissariale che opera nell’isola d’Ischia per la ricostruzione post terremoto del 2017 e post dissesto idrogeologico del 2022 ad utilizzare l’Intelligenza Artificiale per superare le difficoltà nel realizzare la ricostruzione per la quale il governo si è impegnato con la sua nomina.