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The Company Store, da Ischia a “The voice” su Rai 2

Di Isabella Puca

Ischia – É Valeria Castagna la vincitrice del concorso “Huawei Make it possibile”. Con un plebiscito di 1890 voti effettivi la frontwoman dei Company Store si è aggiudicata il premio The Voice of Italy e domani, insieme a tutto il gruppo, si esibirà dinanzi ai coach del programma televisivo negli studi milanesi della Rai. «È iniziato tutto un po’ per gioco. – Ci racconta Valera – È stato Filippo Sgambati a iscrivermi, ma io che sono molto entusiasta della vita in generale ho subito detto sì. “Cosa mai poteva succedere?”, pensavo. Abbiamo registrato il video velocemente a casa di Luca Scotti, utilizzando le sue tende come sfondo cercando di farle sembrare tutt’altro, giocando con le luci che utilizziamo per le serate nei locali. Pensavamo che potesse servirci soprattutto a livello locale, per dare visibilità al gruppo; insomma era tutto un po’ per gioco come tutte le  cose che stanno avvenendo da un anno a questa parte con i The Company Store». Abito rosso, pettinatura anni ’30 e microfono d’altri tempi; è cantando “I wanna be like you” che Valeria ha conquistato il pubblico riuscendo, ancora incredula, a portare a casa una gran bella vittoria, «ho vinto contro ogni aspettativa. Ci siamo iscritti l’ultimo giorno e, aspettate le 48h canoniche, nemmeno ci hanno avvisato che il video era online. Quando ce ne siamo accorti c’erano già 50 voti di persone che non conoscevamo e quella è stata la prima vittoria: vedere che il mio video piaceva a tutti, non solo ai parenti. Quando ho visto i 1890 voti effettivi sono rimasta senza parole; certo abbiamo fatto pubblicità soprattutto sui social, ma lo spirito era quello dello scherzo». L’ultimo giorno Valeria risultava essere settima in classifica, il primo aveva 12 mila voti, ma la produzione ha poi scoperto che quei voti non erano reali, facendo balzare così Valeria sul podio. «Domenica scorsa, dopo che ero andata a votare, mi arriva un sms dalla produzione di The Voice dove c’era scritto “complimenti Valeria Castagna, lei è la prima in classifica”. Ho subito pensato a uno scherzo. Ho richiamato il numero e mi ha risposto un ragazzo di Milano facendomi i complimenti; ero incredula! Ho iniziato a chiamare tutti pensando fosse uno scherzo e da quel giorno, con i Company non ci siamo più fermati; abbiamo iniziato a ridere e scherzare anche se l’ansia la sento! Mi rendo conto che è qualcosa nata per gioco e che si sviluppa così velocemente che non so cosa mi aspetta». In queste ore i The Company Store sono in quel di Milano negli studi Rai del Talent canoro e si esibiranno dinanzi a Raffaella Carrà, Max Pezzali degli 883, Dolcenera ed Emis Killa, «i ragazzi faranno da band d’appoggio mentre io canterò il brano che mi ha fatto vincere il concorso, arrangiato amorevolmente dai Company, dinanzi ai coach che decideranno cosa fare di me. Non mi aspetto nulla, se non il piacere di fare qualcosa che è al di sopra delle mie possibilità e farla al meglio! Non mi aspetto di vincere, sono quasi certa che l’esito sarà negativo, ma in ogni caso sarà valsa la pena, me la gioco con tutto il divertimento e lo spirito che sono capace di avere ed è giusto che sia cosi». La musica per Valeria così come per gli altri Company Store è sì una passione, ma per hobby. La nostra vincitrice lavora, infatti, da Alto Impatto e tra gli altri Company ci troviamo addirittura un farmacista, «ho sempre canticchiato da spiaggia – ci racconta ancora Valeria – con Filippo Sgambati, con una chitarra vecchissima. Il questo gruppo la formazione è delle più assurde. Tra i musicisti ci sono Michelangelo Cannavo, tra i più bravi chitarristi dell’isola, Filippo Sgambati che è un creativo e viene da un’attività musicale da piano bar; si occupa di tutto ciò che è musica da sempre anche lui in fase semi professionale. Poi c’è Luca Scotti, il nostro batterista e Massimo Mazzella farmacista – chitarrista, ma non suonatore di basso; ha iniziato a suonarlo quando io ho iniziato a cantare lo scorso gennaio». Sin da quando hanno iniziato la loro avventura musicale si sono subito distinti tra i tanti gruppi isolani, sono infatti gli unici a fare un genere legato allo swing e al jazz con un abbigliamento perfettamente in stile. «Al compleanno di Filippo iniziai a cantare canzoni senza pudore, non ho paura di fare figuracce mi lancio sempre, è questa la mia caratteristica! Filippo e Luca cercavano da tempo di fare una band swing in una chiave più leggera e dopo quella festa iniziammo a fare le prove. Luca disse a Filippo che gli piaceva di me il fatto che avessi la faccia tosta, senza la paura di mettermi in gioco. E così è stato, ma la paura di mettermi in gioco c’è, solo che la voglia di divertirmi è più forte!». Quelle di Valeria sono delle vere e proprie interpretazioni; quando è al microfono gioca infatti con il pubblico e con i suoi compagni di musica, «la sensazione dello swing è qualcosa che ci lega un po’ tutti. Adoro questo genere un po’ ammiccante; se la gioca più d’ intenzioni vocali che di voce. Così, abbiamo iniziato ad arrangiare anche pezzi moderni. Per quanto riguarda i costumi… sin dall’inizio tenevamo a distinguerci, ognuno di noi nasconde dentro di sé un direttore artistico». Nella valigia di Valeria sarà doppia la scelta dell’outfit da sfoggiare in Tv, abito nero con scarpe piene di paillettes da diva anni ’30 oppure abito rosso con scarpe nere, «voglio andare sul sicuro, questi due abiti li ho utilizzati già in altre performance dove però mi sono divertita in modo particolare. Decideranno poi loro quale farmi indossare. Quando interpreto alcuni brani mi sento Jessica Rabbit, in altri Marilyn adoro in divismo in sè». Di ritorno da Milano sono tanti i progetti che li attendono, una nuova scaletta da ultimare e tanti eventi a cui prender parte tra matrimoni e serate, «il brano che adoro in assoluto è “Sixteen tons” farei una serata solo con questa canzone e poi è questo brano ad aver dato il nome alla band!». L’emozione alla vigilia della partenza è davvero tanta, così come anche la voglia di divertirsi e di dare il massimo in un’esperienza davvero unica, «cantare non è una mia velleità, lo è continuare quest’avventura con i Company Store. Mi interessa l’emozione che mi dà, è divertente fare questa cosa perché ci sono  loro. Mi hanno chiesto di cantare in altre band, progetti b come fanno un po’ tutti gli altri, ma non me la sento uno perché non sono una cantante e poi perché non è il piacere di cantare in sé ma il piacere di farlo con loro che fa la differenza.  Se dovessero prendermi a The Voice? I The Company mi aspetteranno altrimenti non gli parlo più!».

 

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