LE OPINIONI

IL COMMENTO Eccellenze nel bello e nel brutto, virtù ischitane

DI LUIGI DELLA MONICA

Nella mia vita, che non è lunghissima, posso affermare di non aver visto tanta gente ad Ischia nel periodo giugno-luglio così numerosa e proveniente da tutte le parti di Italia, d’Europa e del Nord America e persino dal Giappone! Un simile turismo di alta fascia l’ho visto solo a Capri ed a Sorrento. La Campania, complice il suo aeroporto internazionale, è stata letteralmente presa d’assalto e con essa Ischia, per la prima volta accoglie turisti forse non visti più se non nella metà dei primi anni sessanta. I rallegramenti sono obbligatori ed incoraggianti, ma dobbiamo analizzare lo stato dei fatti con assoluta obiettività. Una delle eccellenze è stata celebrata dalla Rai3, nel telegiornale regionale Campania nell’edizione dello scorso 11 luglio (alle 13.55), con il primo drone di derivazione tecnologica militare che ha consentito il trasporto di materiali sanitari dall’eliporto della Fundera all’Ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli.

Il Governatore De Luca ha ribadito la singolarità del territorio ischitano, che necessita di un servizio pubblico molto duttile, vale a dire capace di erogare prestazioni ai residenti abituali in termini quantitativi che si modulano nel periodo estivo giugno\settembre fino a quattro volte superiori alla normalità della stagione invernale. Una ulteriore nota di merito rappresenta l’attività di turismo scientifico effettuata dal sottomarino “Nemosub” del Sig. Francesco Palamaro e Capitan Buono, che da circa due anni ci consente di scrutare con gli occhi felici dei bambini e delle scolaresche che i nostri fondali, nonostante tutto, sono in ottima salute. Sono presenti in Italia altri sette esemplari di questo natante, una peculiarità lodevole, che esiste in due esemplari in Sardegna, due in Sicilia, uno all’Isola d’Elba ed altri due sempre in Campania. Uno strumento tecnologico che consente di vivere l’esperienza di sentirsi in mezzo ad un acquario naturale, in condizioni di assoluta sicurezza e confort: il passeggero si immerge in un contesto sensoriale pari a quello di un sub, che esplora fondali e fauna vivente. Personalmente lo scorso giovedì mi sono deliziato nel vedere le reazioni dei bambini nell’osservare pinterrè, guarracini, saraghi, orate e persino filamenti bianchi che erano appunto il plancton e praterie di posidonia fra il pontile di Ischia Ponte ed il periplo dell’insula minor, il Castello Aragonese; bollicine dal fondale verso l’alto che rivelano la intensa e benefica attività vulcanica. In altri termini, una danza della natura ai nostri piedi, che solo il sottomarino “Nemosub” poteva donare alla cittadinanza ed ai turisti. Mi auguro che questo mezzo nautico possa accompagnare nel tempo la crescita della cultura isolana all’amore per il mare, il nostro petrolio azzurro congiunto alla risorsa verde del termalismo.

Ma è giunto il momento di analizzare le questioni dolorose e meno lusinghiere. Una notizia di qualche giorno fa ci sgomenta nell’apprendere che il mare dei Maronti è aggredito dalla presenza di una chiazza scura, estesa per diverse centinaia di metri quadri, che ha impedito ai bagnanti di immergersi nell’acqua. Orbene, ragionando per logica e per empirismo, se con i miei occhi ho visto una baia di Cartaromana, lato levante Castello Aragonese, sana, limpida e piena di natura rigogliosa, senza contare il parco archeologico “Aenaria”, non posso pensare che una chiazza scura, nello specchio d’acqua di una delle più belle spiagge di Ischia, quindi del Mondo, i Maronti, si sia generata per così dire per autocombustione, ma vi deve essere certamente una mano inesperta umana che non ha previsto l’incidente, oppure non ha monitorato l’abuso. Allo stesso tempo, sono rimasto molto amareggiato dall’episodio del ritiro della patente al tassista reo di un sorpasso in violazione al Codice della Strada, perché un singolo gesto scomposto ha creato un grosso disagio alla famiglia del presunto trasgressore ed alla categoria intera dei suoi colleghi. La mia funzione di opinionista libero e democratico, mi impone di non tacere il pensiero critico e di essere pronto al dibattito. Ma la mia pressione arteriosa ha avuto un sussulto verso l’alto, quando ho udito sul palco del 43^ premio di giornalismo Ischia il musicista Paolo Belli raccontare che si era innamorato di sua moglie ad Ischia, viaggiando a bordo di quegli “Apecar” che descriveva come un miraggio della storia antica. Credo sia visibile agli occhi pure dei poco attenti pedoni ed automobilisti privati che le dimensioni dei taxi crescono sempre di più, con inversa proporzione alla congestione delle strade isolane. E qui casca l’asino, diceva Totò, “casca nel casco”.

Domenica scorsa, ad Ischia Ponte ho scambiato occasionalmente due chiacchiere con una turista romagnola, che con molta onestà intellettuale mi ricordava che il mar Adriatico settentrionale era geomorfologicamente brutto rispetto al Sud Italia, ma mi descriveva l’isola come caotica e dotata di appena due o tre cose da vedere, fra cui mi includeva il Castello Aragonese ed affermava che avrebbe investito in una seconda casa in Sicilia, la quale veniva da lei definita più arretrata, anche sporca, ma sicuramente più riservata e silenziosa di Ischia; ancora, affermava che le spiagge di Ischia fossero piccole. Non ho replicato molto alla signora, perché l’acquisto di una seconda casa è cosa diversa dal visitare un luogo turisticamente parlando, ma indubbiamente questo evento mi segnala una scarsità di funzione di un qualsivoglia ufficio di promozione turistica, ovvero di una reception del suo albergo poco attenta alle escursioni da proporre agli ospiti.

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I nostri amministratori locali e la federalberghi dovranno ricordare che una recensione negativa, anche se la signora in questione non era denigratrice dell’isola, ad onor del vero, produce almeno dieci conversazioni controproducenti alla fama di una località turistica. Purtroppo, il caos denunciato da questa gentile ed educata signora, la quale si allontanava per la visita al “Castello”, dopo pochi minuti, si materializzava in ben tre imbarcazioni superiori ai dieci metri, con targa Pisa, Viareggio e Napoli, che si ormeggiavano appena 50 metri in linea d’aria dal ristorante “Cocò gelo”. Reazioni della cittadinanza non me ne risultano, del pari come quelle della chiazza dei Maronti: ho letto solo qualche scarno messaggio su facebook di condanna. Eppure fra le eccellenze ischitane ho scoperto che il non più giovane quarantenne Umberto Cuomo, figlio d’arte del compianto Cap. Giovanni Cuomo, intimo amico dell’altro uomo di mare non più tra noi Ing. Italiano, il quale ha elaborato un progetto di campo boe, per regimentare gli accosti e consentire una economia rivierasca florida ed ecosostenibile, in linea con i principi programmatici del P.N.R.R. Per quale motivo poi, non pensare di noleggiare il “Nemosub” per coadiuvare le autorità amministrative a monitorare lo stato di manutenzione delle condotte fecali sottomarine e garantire la migliore qualità delle acque ischitane, che anche quando non sono vicine alla battigia, sono fonte economica per la pesca professionale e per l’ancoraggio dei natanti?

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Dobbiamo aspettare una fredda ragazzina svedese, Greta Tunberg per ricevere insegnamenti sul “know how”, idoneo a sensibilizzare le coscienze della comunità locale, atte ad affermare “ci avete rubato il futuro”. Non esiste soltanto il problema della sicurezza stradale, ma anche quello della sicurezza, salubrità e sfruttamento ecosostenibile della risorsa mare! Non posso immaginare quanti turisti sono tornati al proprio sito di soggiorno delusi dal mare sporco ai Maronti, in quel giorno, oppure dal riscontrare le imbarcazioni ormeggiate in violazione delle norme di codice della Navigazione, ma posso indignarmi per la totale non curanza della popolazione isolana alla problematica. Affermare che Ischia abbia poche spiagge è un falso, frutto di una visione frettolosa e superficiale, ma non credo che il ripascimento degli arenili sia un argomento episodico e straordinario, visto che la spiaggia del Lido, all’epoca di Peppino di Capri, Mina e Lucio Dalla contava circa ed oltre dieci file di ombrelloni ed io da piccolo mi smarrii alla spiaggia dei Maronti, che nel mio immaginario infantile era immensa.

Quanto ai campi boa, posso auspicare che le bulgare maggioranze neoelette sull’isola e quelle che verranno possano quantomeno ascoltare questo brillante isolano d.o.c., che da ragazzo insieme al padre ha visto le realtà collaudate di economia intensiva della Costa Azzurra ed incrementare l’armamento di unità navali di promozione turistica come il “Nemosub”, perché l’isola è anche autostrada del mare. In ultimo, però, con i dovuti accorgimenti tecnici, suggerisco per decongestionare la viabilità, a parte il fatto che una famiglia ischitana di norma possiede almeno 3 veicoli, di ragionare su di un progetto di elettrificazione dei taxi, incentivando il ritorno agli ape calessino. Un dato di fatto incontrovertibile è che l’EAV Bus non riesce più a coprire il fabbisogno di collegamento terrestre su gomma: negli anni 90’ e fino almeno al 2009\10 da Ischia Ponte, adoperando due diversi mezzi, il 7 e l’1, raggiungevo Forio; ora è un pallido ricordo. Mi scuso per eventuali riflessioni scomode, ma è assordante il silenzio isolano su argomenti troppo sconcertanti per passare nella indifferenza. Al comitato giovanile della sicurezza stradale, si deve affiancare un comitato di ispiratori della sicurezza , della pulizia del mare, della protezione degli arenili e delle battigie, degli ape calessino elettrici, degli autobus elettrici, che sono fonte di sviluppo economico della green generation, indicata come progetto sostanziale del P.N.R.R.

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