LE OPINIONI

IL COMMENTO Eri là tu? (Venerdì Santo)

DI GIORGIO DI DIO

Procida questa notte non dorme. I bar, che non hanno proprio chiuso, sfornano a ciclo continuo cornetti caldi e “lingue di bue”. I fornai già espongono il pane a cinque punte e i fruttivendoli ornano i negozi con carciofi e limoni. Immagino i fedeli che, nella chiesa di S. Tommaso D’Aquino vegliano la statua del Cristo morto in attesa di accompagnarlo all’Abbazia di S. Michele Arcangelo. Lungo le strade gruppi di ragazzi trasportano a mano i pesanti carri dei Misteri verso Terra Murata. Sono già stremati, eppure tutto deve ancora cominciare. Affacciato alla finestra guardo il primo sole che sfiora i tetti delle case. La luce del giorno comincia a penetrare nei vicoli dove si aggirano ombre frettolose. Alzo gli occhi verso l’orizzonte e lo vedo. In quest’isola, in un modo o nell’altro, lo vedi sempre. Il mare. Poi un suono straziante. Una sola nota che sale all’infinito, fermata nella discesa vertiginosa da tre colpi di tamburo. La tromba di Venerdì Santo segna l’inizio della processione con un assolo che sembra un grido, un lamento, una fuga.

Mi ritrovo a Terra Murata di fronte allo specchio di mare che accoglie il miracolo della Corricella, una fotografia di case arrampicate le une sulle altre che osservano le barche immobili su un mare in cartolina. Sono riuscito a conquistare uno dei posti migliori nello spazio davanti all’antico carcere, proprio dove una volta c’era lo spaccio. Rispetto a dove sono io la strada è a un livello più basso, e così ho una visuale perfetta della processione. La processione mi affascina sempre. Le statue, gli angioletti, bambini piccolissimi vestiti di nero e di oro zecchino, la tromba e il tamburo, la musica straziante e, alla fine, il Cristo Morto, statua di legno del 1700 che trasmette un infinito dolore. Sono incantato soprattutto dai Misteri, grossi carri portati a mano, che rappresentano scene della vita del Cristo. I ragazzi fanno a gara a chi costruisce il più bello. Ci lavorano per mesi e la notte di “Giovedì Santo” li portano tutti a Terra Murata da dove il venerdì mattina parte la processione. Intorno ai carri ci sono i paputi uomini vestiti di un saio bianco, un mantello color azzurro e un cappuccio a coprire la testa.

A controllare la processione ci sono i “mazzieri”, con lo specifico compito di mantenere l’ordine. Il primo carro trasportato a mano da dieci ragazzi avanza. Soldati romani, Gesù legato alla colonna, la schiena striata di sangue, il volto sofferente, il centurione che brandisce la frusta. Davanti al carro un bambino con un cartello.

Eri là tu quando frustarono le sue carni?

Ads

Oh, a volte mi fai tremare, tremare, tremare.

Ads

C’è un rombo soffocato, come un tuono lontano. Negli occhi l’immagine improvvisa di una croce.

Poi un movimento ondulatorio della folla. Il Mistero successivo è davanti ai miei occhi. Un Gesù spogliato, seduto su una mezza colonna, le piaghe orribilmente aperte sulla carne. Un soldato che stende un mantello rosso sulle scie di sangue, un altro che gli conficca in testa una corona di spine.

E il bambino con il cartello.

Eri là tu quando gli cinsero il capo di spine?

Oh, a volte mi fai tremare, tremare, tremare

Il terzo Mistero avanza. Un Cristo genuflesso con la pesante croce sulle spalle, il volto stravolto dalla fatica. Il solito cartello.

Eri là tu quando gli posero sulle spalle la croce?

Oh, a volte mi fai tremare, tremare, tremare

L’aria è pervasa da un movimento veloce

Il quarto Mistero avanza. Un Cristo che cade con la croce che gli rovina dalle spalle. Una donna piangente che si fa strada tra i soldati che la respingono.

La tromba si ferma e il tamburo riparte come un cuore.Il vocio della gente sembra una radio lontana. Il mare è una distesa colorata di azzurro.

E il cartello ora è girato verso di me.”

Eri là tu quando cadde la prima volta?

Oh, a volte mi fai tremare, tremare, tremare.

Il muretto che mi separa dalla strada è alto appena un metro e mezzo. Mi devo affacciare per vedere il quinto mistero. Cristo è sulla croce stesa a terra. Alcuni soldati lo tengono fermo mentre altri gli inchiodano mani e piedi ai bracci di legno.

Mi ritrovo davanti agli occhi il cartello.

Eri là tu quando i chiodi gli perforarono mani e piedi?

Oh, a volte mi fai tremare, tremare, tremare.

Una litania sussurrata che mi giunge da una voce monocorde. La voce della “chiamata” che ancora non si ferma.

Il peso del sesto Mistero è eccessivo e i ragazzi che lo trasportano vengono trascinati in avanti. Scelgo proprio quel momento per spostarmi anch’io . Per non cadere mi afferro a un arbusto. Mi trovo davanti agli occhi un Gesù sulla croce e poco lontano alcuni soldati con in mano ognuno un pezzo di stoffa e a terra una tunica.

A un palmo dai miei occhi c’è il cartello.

Eri là tu quando si divisero le sue vesti?

Oh, a volte mi fai tremare, tremare, tremare.

Mi fermo in una strana pausa della mente. Un battito del cuore, uno spazio, un altro battito. I rumori sembrano attutiti, Il sole illumina la folla.

Giro gli occhi all’insù. Il rilievo del Golgota è stupendamente proteso verso l’alto, affacciato su una Gerusalemme distesa sulla base del Mistero. La croce è quasi davanti ai miei occhi. Il cartello, questa volta è appeso e lo leggo agevolmente.

Eri là tu quando il tuo unico figlio ti chiese di vivere?

Oh, a volte mi fai tremare, tremare, tremare.

Gli occhi di Gesù sono spalancati verso il cielo.

Ci sono volte in cui non puoi evitare di chiederti cosa ci sia dietro quegli occhi. Ci sono volte in cui non puoi evitare di immaginare cosa ci sia dentro quelle lacrime, quanti desideri, quanti rimpianti. Ci sono volte in cui non capisci più il tuo Dio.

Ha sperato fino all’ultimo. Ha sperato che il padre lo salvasse. Ma che padre è Dio che ha guardato suo figlio percosso, frustato, inchiodato sulla croce, trafitto, e non ha mosso un dito? Eppure, poteva farlo. E la risposta mi arriva da lontani ricordi. Lo ha fatto per noi. Ha sacrificato suo figlio, per salvare tutti noi,

E mi appare l’ultimo cartello

Eri là tu quando il sole si rifiutò di splendere?

Oh, a volte mi fai tremare, tremare, tremare

Poi sento “la chiamata” del primo mistero. La voce squillante che grida “La tempesta sedata”

La processione ora inizia. È stato solo un sogno. E capisco che nessuno, nessuno di noi “ Era là”.

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex