IL COMMENTO Formazione, sviluppo, tecnologico e modernità
DI GIUSEPPE LUONGO
La crescita esplosiva della popolazione globale rende sempre più esposte le persone ai fenomeni naturali pericolosi sia per l’espansione dell’urbanizzazione su aree non occupate in passato, perché più povere di risorse naturali, che per la loro maggiore pericolosità. A ciò si aggiunga la scarsa o la perdita delle conoscenze delle caratteristiche ambientali per la trasformazione delle attività di produzione dei beni di consumo, prima con l’industrializzazione e l’abbandono del territorio e poi con l’automazione di molte attività produttive. Con la meccanizzazione di molti processi gli operatori sono sempre più esperti nella gestione della macchina che della conoscenza della natura dell’oggetto sul quale intervengono. Così scompare progressivamente l’inventiva dell’homo faber, delegando questa funzione al software. È il trionfo del riduzionismo sulla realtà olistica. Immaginiamo gli effetti di una tale processo di omogenizzazione in un sito come l’isola d’Ischia, dove i singoli aspetti naturali e antropici che la caratterizzano, risultando gli attrattori per un turismo di eccellenza, sono messi in crisi da una politica dell’accoglienza che privilegia modelli di siti resi irreali dalla tecnologia. Viene così a mancare il gusto della scoperta dei luoghi e dell’interazione con la loro storia ambientale e civile. Il turismo non è scorrere con gli sci su una distesa bianca di neve artificiale, né una distesa di sabbia gialla dove abbronzarsi, è qualcosa di molto più complesso che Ischia ha sperimentato nella seconda metà dell’Ottocento con l’attrattore delle acque termali e nel Novecento come Isola verde per le sue attrazioni naturali e le caratteristiche degli insediamenti dei contadini nella parte interna dell’Isola e dei pescatori nelle insenature della costa. Turisti colti e intelligenti hanno esaltato tali caratteristiche rendendo Ischia famosa nel mondo. Da queste esperienze emerge prepotente la capacità della mescolanza natura-cultura a caratterizzare questo sito, rendendolo particolare, quasi unico.
Il soggiorno nell’Isola deve essere non solo gradevole, ma anche sicuro, così come deve esserlo per chi vi dimora e lavora. Il governo del territorio deve raggiungere, quindi questo duplice obiettivo. Occorre pertanto, una politica condivisa tra tutti i comuni evitando di disperdere energie, esaltando invece le caratteristiche di ciascuno. Non dovrebbe risultare arduo un accordo tenendo conto che ogni comune si sviluppa dalla costa verso l’interno dell’Isola, mostrando risorse ambientali del tutto simili e fonti termali famose. Non mancano preziosi reperti archeologici con l’imponente area produttiva di Santa Restituta a Lacco Ameno, a San Pietro al porto d’Ischia, a Punta Chiarito a Forio. Ischia è un luogo fondamentale per l’archeologia del Mediterraneo secondo lo studioso David Ridgway, amico e collaboratore di Giorgio Buchner per gli scavi di Pithekoussai : “Comunque la si voglia considerare, quella di stabilire contatti con l’Occidente fu, da parte dei Greci dell’VIII secolo a.C., un’impresa veramente straordinaria. E quel che più conta, essa aprì la strada a una trasmissione di cultura e tecnologia dall’Egeo al Mediterraneo centrale”. Questo processo rappresenta una conquista per la civiltà occidentale e l’isola d’Ischia ha il compito di conservare e valorizzare le tracce dell’incipit di questa conquista dal valore inestimabile.
Da conoscitore dell’ambiente fisico posso valutare quanto siano inadeguate le misure adottate dalla comunità isolana per la conservazione delle risorse naturali e ancor più per la mitigazione dei rischi idrogeologico, sismico e vulcanico, nonostante l’esperienza acquisita con la frequenza delle inondazioni con pericolose colate di fango e i recenti danni prodotti dalla sismicità, mentre il rischio vulcanico è stato del tutto cancellato, ma intanto si cancella il paesaggio sommergendo gli apparati vulcanici con una coltre di edifici.
Come ridurre gli effetti negativi della perseveranza di una scelta scellerata volta alla cancellazione dei beni ricordati? Ai reperti archeologici e alle risorse naturali dell’Isola bisogna aggiungere le sue architetture. Su questa materia Ilia e Francesco Delizia hanno pubblicato il pregevole volume “Ischia e la modernità” nel 2006; il loro riferimento è il terremoto del 1883, dopo il quale si ha la trasformazione di Ischia in moderna stazione balneare, climatica e termale. Oggi il riferimento diventa il disastro sismico del 21 agosto 2017 e l’obiettivo diventa la proiezione verso il mondo dell’Intelligenza Artificiale, ma i decisori politici sono in ritardo sulla modernità che avanza velocemente. In queste condizioni di difficoltà per fare un passo verso il nuovo occorrerebbe almeno operare per la conservazione delle risorse naturali e quelle di natura antropica. Lo strumento più efficace per tale obiettivo è la diffusione della loro conoscenza, realizzando un catalogo ragionato delle risorse e una guida alla loro visita con uno strumento simile alle guide del Touring Club Italiano, ma in forma digitale.