LE OPINIONI

IL COMMENTO Fuochi d’artificio e fuochi…FATUI

Strana estate questa del 2019! Si intrecciano in essa elementi diversi e addirittura contrastanti. A fine luglio ed inizio agosto si contrappongono cafonal e raffinatezze, baby gang e turisti stranieri di nuova provenienza. Inferno e paradiso, insomma. Questi forti contrasti si riverberano anche nei comportamenti (potremmo definirli “schizofrenici”) delle pubbliche amministrazioni locali, che passano dalla giusta valorizzazione di alcune manifestazioni di ottimo livello artistico culturale all’autocompiacimento ed autoesaltazione di aspetti che andrebbero valutati con maggiore prudenza e minore enfasi.

Facciamo qualche esempio: Festa di Sant’Anna. Non mi annovero tra i detrattori delle sperimentazioni di novità e maggiori ancoraggi culturali della Festa. Apprezzo gli sforzi effettuati dal gruppo gestionale che, da qualche anno, va consolidandosi. C’è studio, c’è passione e qualche sbavatura può essere perdonata. Quella che è incomprensibile è una certa boria, che infastidisce. No, signori, la Festa di Sant’Anna non è (o non è ancora) un “evento dalla risonanza internazionale” come è stato inavvertitamente detto. Se la voluta frammentazione tra “ideatori del bozzetto”, “realizzatori” e “coreografi “ delle Barche, se questa segmentazione delle fasi ha portato a vanificare uno degli aspetti più interessanti della Festa agli Scogli di Sant’Anna e cioè “il gruppo”, la creazione collettiva, la formazione di un’equipe per lo sviluppo della laboriosità e fantasia d’insieme (che meriterebbe la creazione di una vera e propria scuola artigianale e di un Museo storico delle Barche) bisogna prenderne atto. Se quest’anno, per vari motivi, i fuochi artificiali non sono stati all’altezza di altri anni, perché eterogenei, slegati, mix di fuochi tradizionali e similcinesi, bisogna riconoscerlo.

Altro esempio: si decide di dare un miglior decoro all’area portuale, sistemando l’arco di banchinamento che va dal Bar Calise alla banchina del distributore ENI. Benissimo! Ma non si contrabbandi il ridisegno estetico della Foce Vecchia e la creazione di un ponticello di collegamento pedonale con la “riapertura della bocca vecchia”. Stiamo parlando di una finzione scenica con pochi metri di canale d’acqua. Può andar bene, a patto che venga presentata per quello che realmente è. Ancora, come si sposa questa volontà di ridare decoro all’area portuale (anche con il nuovo dispositivo di imbarco) con l’acritica accettazione del progetto del pontile (l’unico che rimarrà in piedi) che, a dire del ricorso amministrativo dell’avvocato Molinaro per conto di alcuni cittadini della zona, impatterebbe violentemente sull’estetica del Porto e comprometterebbe anche l’estetica e la statica del Tondo di Marco Aurelio? E sempre per rimanere nel Porto, ottima l’idea di concordare con Enel e Compagnie di Navigazione l’installazione ed uso di una potente cabina per la fornitura di energia elettrica alle navi traghetto, evitando così l’inquinamento acustico ed ambientale, ma perché annunciare enfaticamente una primazia che non esiste? E’ da tempo che Enel ha concordato con varie Autorità Portuali (non esclusa Napoli) l’installazione di dette cabine. E poi ancora, che facciamo, curiamo la riva sinistra e dimentichiamo i problemi di quella destra? Esiste un qualche passo concreto, un progetto, una richiesta di finanziamento per risolvere l’annoso problema dell’acqua alta che invade strada e locali? E, infine, sulla spiaggia pubblica della Pagoda, viene ceduto il vecchio capannone del Jane ai cinesi per un ristorante. Quale ruolo ha avuto l’Amministrazione comunale in questo passaggio di concessione? Quale ruolo e controllo intende avere?

E mentre si accendono questi fuochi…fatui, si continua tranquillamente a sparare fuochi d’artificio in decine di feste parrocchiali, sempre più lunghe e che non vengono sospese neanche, purtroppo, nei momenti di lutto per la morte di un giovanissimo in incidente stradale. Mi perdoni il Vescovo d’Ischia se, col massimo rispetto, faccio notare alla Chiesa locale e al potere amministrativo che non è col “rimborso spese dei funerali” o con l’aiuto in danaro che si onorano i morti innocenti. Li si onora con la dimostrazione di aver capito la lezione da trasmettere ai propri fedeli o (per il Comune) ai propri cittadini. Prendiamo per buona, in questa ottica, l’annunciato (dal Vescovo Lagnese) Corso per gli operatori del contesto educativo sull’importanza della sicurezza stradale. La sacralità della vita (come illustra anche il Vangelo nella Trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor) impone a tutti un compito di azione immediata e di educazione senza indugi per i valori veri, che non possono essere il mito della velocità, il vitalismo sfrenato, gli status symbol, le feste e lo sparo dei botti ad ogni pur vacua occasione. Attenzione: per quanto riguarda i fuochi fatui, che qui ci servono come ottima metafora, essi sono fiammelle di colore blu che si manifestano a livello del terreno in particolari luoghi, come i cimiteri, le paludi e gli stagni e si osservano soprattutto nelle serate di agosto. Sono fiammelle fugaci prodotte dai gas emessi da materie organiche durante la loro decomposizione. Non vorrei che l’esplosione di fuochi d’artificio estivi si tramutasse in fuochi…fatui. In “apparenze” diafane di una società e di una politica che sembrano l’ectoplasma della società e della politica di tempi più solidi ed eticamente consistenti. Attenzione, che i fuochi fatui dell’isola odierna non siano il logico risultato di una “ decomposizione” di un organismo politico e sociale sempre più evidente.

Ischia, fortunatamente e nonostante tutto, non si trova nelle condizioni di un cimitero e dunque non è da un cimitero che si eleveranno fuochi fatui ischitani, ma dallo stagno sì, dal pantano sì, è il pantano che dà l’idea esatta dell’Ischia odierna. E da questo pantano d’idee e di valori sì che continuano ad alzarsi da terra fuochi fatui ed evanescenti. E, a proposito di fuochi fatui, cercheremo di capire se, nel Convegno di “Meritocrazia Italia”, di cui Il Golfo ha dato notizia mercoledì e che si terrà il 6 e 7 settembre all’Hotel Continental, è – per Ischia – fuoco vero o fuoco fatuo, se sono ammalianti fuochi d’artificio per captare una popolazione già ben disposta allo stupore o se c’è sostanza in grado di porre basi concrete e solide per un effettivo progresso. Verranno trattati temi importanti come la “Gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti” e “Equità sociale post terremoto”. Compaiono tra i relatori e partecipanti nomi importanti, tra giornalisti, diplomatici ed accademici (un nome per tutti – per quelle che sono le mie personali preferenze – il prof, Giuseppe Di Taranto, eccellente economista) A questo Convegno prenderanno la parola anche i Sindaci dell’isola d’Ischia. Al che mi chiedo: ma i Sindaci isolani hanno mai privilegiato il “merito” e la competenza? Hanno mai abbandonato i metodi clientelari per accalappiare bacini di voti di gruppi familiari estesi o lobby economico professionali? Improvvisamente intendono svoltare verso la meritocrazia? Non è vero che “non è mai troppo tardi”. A volte lo è. Temo fortemente altri fuochi…fatui.

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