LE OPINIONI

IL COMMENTO Gli attriti della società isolana

In fisica l’attrito è una forza che si oppone al movimento o allo spostamento di un corpo. Ed esistono due tipi di attrito, a seconda che il movimento tra i due corpi avvenga in quiete ( attrito statico) o in moto (attrito dinamico). Premetto tutto ciò per spiegare quella che, dal mio punto di vista, è attualmente la situazione della società isolana: in preda ad un “attrito dinamico”. L’isola d’Ischia è un corpo in movimento che trova resistenza e riluttanza su una superficie comunque in moto. Vale a dire che c’è un corpo sociale che spinge in avanti, verso una direzione di progresso civile, culturale ed economico e, nello stesso tempo, ci sono forze che “frenano”, che mirano – direbbero i francesi – all’applattissement de l’ile, all’appiattimento dell’isola. E molto meglio di quanto sia stato capace io in questa spiegazione, ha fatto la scrittrice e giornalista Lorenza Foschini nel suo libro “L’attrito della vita” dedicato al grande matematico napoletano Renato Caccioppoli. Al paragrafo relativo ad ottobre del 1958 ella scrive, a proposito della crisi esistenziale e psichica in cui era precipitato Caccioppoli, che l’amica del professore, scrittrice Paola Masina, che lo incontrò in privato, rilevò che la disperazione del matematico, arrivato ormai a “schifare se stesso”, “non riesce a resistere all’attrito della vita”, al logorio dell’esistenza. Ora, qui non intendo parlare della vita di una persona, bensì dell’andamento di un corpo sociale, del tutto particolare in quanto isola.

Il matematico Renato Caccioppoli

Faccio qualche esempio per rendere più esplicita la mia idea di “refrattarietà” dell’isola. Si parla sempre più spesso della necessità di allungare la stagione turistica isolana ma, nonostante si stia chiudendo con grandi risultati la stagione 2022, molte strutture ricettive e ristorative hanno chiuso anzitempo. Anche da alcune interviste raccolte da Il Golfo, arriva la giustificazione di esercenti commerciali, alberghieri e ristorativi, che in presenza dei rincari energetici e del caro vita in generale, le strutture non sarebbero state in grado di reggere i costi nel periodo di bassa stagione, col rischio di compromettere i buoni risultati accumulati nell’alta stagione. Qualcuno ha addirittura sostenuto che le bollette sono “quintuplicate”. Quintuplicate mi sembra un po’ esagerato e andrebbe quantomeno dimostrato. Ma il punto non è la caduta reale dei rincari dei costi. Il punto è un altro: le imprese che invocano provvedimenti governativi e che, durante la crisi pandemica, hanno avuto dei sostegni (compatibili con la situazione economica del Paese) hanno delle responsabilità sociali, non sono monadi, non sono corpi avulsi della società in cui operano e di cui godono, a livello infrastrutturale, di servizi, di substrato storico, culturale e paesaggistico. Non possono egoisticamente pensare solo al proprio bilancio e non anche ai destini complessivi del corpo sociale isolano. La libertà d’impresa non c’entra, essa è fuori discussione. Nessuno li può né li deve costringere ad aperture forzate, tuttavia non è onesto né responsabile strappare, per esempio dal Comune d’Ischia, un alleggerimento della tariffa della TARI (per il cui bilanciamento sono state aggravate le tariffe a carico delle famiglie) e poi chiudere i battenti. Non è onesto né giusto che bar e ristoranti siano stati favoriti con autorizzazioni a occupare spazi pubblici, in molti casi con vetrate che consentirebbero anche un’apertura invernale e poi chiudere ugualmente a fine ottobre.

Certo, esistono problemi concreti per una riconversione invernale di molte strutture ristorative all ‘aperto, ma i problemi si affrontano e su questi si misura la capacità della classe dirigente (privata e pubblica) di trovare sintonia e soluzioni. Fortunatamente si è affacciata, in questi giorni, una prima encomiabile sintonia tra Negombo, Scuola Mattei e Architetto Giovannangelo De Angelis, per lo studio e progettazione di una copertura del Negombo, per un termalismo invernale, al fine di incentivare la destagionalizzazione del turismo. Sono sicuri gli imprenditori isolani di aver tentato tutte le possibili nuove strade dell’economia? Sono sicuri di avere battuto invano nuovi sentieri di gestione aziendale in grado di abbattere i costi generali e aumentare il fatturato per il raggiungimento del break even point? Egregi operatori economici, leggetevi l’indagine condotta da Milena Gabanelli nella rubrica Dataroom, per conto del Corriere della Sera e Tg 7. Leggete gli sforzi di fantasia che imprenditori italiani illuminati stanno facendo per creare aziende-comunità col coinvolgimento dei lavoratori nella strategia di abbattimento dei costi: la Genesis Setten di Oderzo, settore edile, per esempio, che divide gli utili aziendali (20%) con i propri dipendenti e tante altre aziende che hanno saputo anche convertire la produzione da settori perdenti a nuovi fattori vincenti. Passatevi una mano per la coscienza ed esaminate se veramente avete cercato vie alternative per continuare a produrre utili senza lasciare a terra lavoratori, tessuto socio economico circostante e l’intera cittadinanza.

La dirigente scolastica Giuseppina Di Guida

Altro esempio di attrito o, se volete, di “inciampo”: ho seguito con interesse l’Incontro di orientamento scolastico post-diploma, organizzato dal Rotary il 5 novembre nell’Auditorium dell’I.I.S. Cristofaro Mennella (sala meritoriamente intitolata al pioniere del mare Agostino Lauro). Un incontro positivo per molti versi: dalla larga partecipazione di Istituti scolastici al coinvolgimento degli Atenei sul Progetto Ulisse e alla prospettiva di far incontrare i giovani con numerose aziende, incrociando esigenze di domanda ed offerta di lavoro. E’ ottima cosa orientare i giovani facendogli capire, come è stata capace di fare la brava Preside Giuseppina Di Guida, che non c’è solo la formazione umanistica ad assicurare un ascensore sociale per i giovani, ma che il futuro è anche dei Servizi, che costituiscono il supporto a una gamma infinita di industrie, imprese, incubatori culturali.Tuttavia in quell’incontro molti sono caduti nell’errore di lanciare un messaggio sbagliato ai giovani: “Voi dovete restare sull’isola, perché abbiamo bisogno di forze fresche intellettuali”. Ad onor del vero la Preside Di Guida ha, nel suo intervento, corretto il tiro, cogliendo il giusto obiettivo: nessun giovane deve emigrare “perché costretto dalle circostanze”. Non è negativo di per sé che il giovane, per libera scelta, voglia avere esperienze fuori dall’isola. In molti casi i giovani che vanno a Roma, Bologna, Milano, Londra, in Germania, in Francia o oltre Atlantico, si arricchiscono e “sfondano” (quanto utile sarebbe un censimento di tutti quelli che sono emigrati ed occupano ruoli importanti in vari settori!). Il problema non è dunque convincere i giovani a restare, ma offrirgli la possibilità di scegliere in piena libertà. Questo è “superare gli attriti”!

E infine mi sia consentito ritornare su un argomento che ho già più volte trattato: l’impegno di un gruppo di volontari del Comitato La Strada del buon senso sul delicato problema della sicurezza stradale. C’è una larga parte dell’isola che li comprende e li apprezza e, in verità, anche le Amministrazioni comunali ne stanno apprezzando gli sforzi. Senza sottacere l’appoggio totale delle Forze dell’Ordine, ma purtroppo ci sono altri (e dispiace che tra questi ci siano degli avvocati) che contestano gli autovelox e invocano la massima ed irresponsabile libertà di movimento. Questi giovani del Comitato, come potete constatare dai manifesti e locandine apparsi su tabelle e punti vendita, hanno ottenuto dal Comune d’Ischia che il 20 novembre si celebri una Giornata della memoria per tutte le vittime per incidenti stradali. Verrà apposta pertanto un Totem della memoria (opera dell’artista Felice Meo) nei pressi del Palazzetto dello Sport. Ebbene, e qui sta “l’attrito”, ci sono resistenze e contrasti perfino sulle modalità e sulla forma del ricordo, virgole e punti e virgola, distinguo che per nulla intaccano la sostanza della cerimonia. Come a dire che a Ischia bisogna ristudiare (o studiare) Sigmund Freud e la sua opera Totem e Tabù, che – per chi non lo sapesse – descrive la somiglianza tra la forma mentis dei selvaggi e quella dei nevrotici. In definitiva, come capitò al grande matematico Caccioppoli, l’isola è malata, bloccata dagli attriti. Caccioppoli decise di porre fine alla sua vita, l’isola non lo può né deve fare, perché rappresenta una molteplicità di persone, una comunità che deve necessariamente superare il guado tra le spinte innovative e i freni della refrattarietà.

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