IL COMMENTO Guerra e pace

Di Giorgio Di Dio
“Guerra e pace” di Lev Tolstoj è un vasto romanzo storico e filosofico ambientato durante le guerre napoleoniche (1805-1815).“Guerra e pace” narra di un vortice, di uomini e destini, sulle pianure russe. La storia segue le vicende di tre famiglie nobili russe: i Bolkonskij, i Rostov e i Bezuchov. Austerlitz, Mosca in fiamme, Napoleone sconfitto.Pierre, Natasha, Andrej, nomi che sono frammenti d’umanità, che vivono tra amori e dolori, che si vedono trasformati nel tempo. Eppure, il vero campo di battaglia è l’anima. Alla fine, quello che conta non è la vittoria o la sconfitta, ma il ritrovare una pace interiore.
Di guerra e pace ci ritroviamo a parlare oggi in Europa. Si parla molto del riarmo europeo, avviato dalla proposta della Commissione Europea il 19 marzo scorso. Ci sono ampie discussioni in Italia e nel resto dell’Europa. La questione è cruciale per il futuro della sicurezza europea, soprattutto alla luce delle tensioni geopolitiche con la Russia e del ridimensionamento dell’impegno militare degli Stati Uniti in Europa. Le posizioni emerse sono molteplici e trasversali ai principali schieramenti politici. Alcuni ritengono che il piano della Commissione sia necessario per rafforzare la difesa europea e ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti. Altri, come Matteo Salvini della Lega e Giuseppe Conte del Movimento 5 Stelle (M5S), si oppongono fermamente al piano, sia perché questi soldi potrebbero essere investiti in settori fondamentali come sanità e educazioneinvece che in armamenti sia perché ritengono la corsa alle armi una “follia guerrafondaia” che distorce i valori europei. Una terza posizione, sostenuta da alcuni esponenti del Partito Democratico (PD) e dai Verdi, vede il piano come un punto di partenza insufficiente, ritenendo che l’Europa abbia bisogno di una difesa comune piuttosto che di un riarmo nazionale frammentato. Anche i Verdi hanno proposto modifiche per garantire maggiore cooperazione tra gli Stati membri e migliorare l’interoperabilità dei sistemi militari.
A mio avviso la proposta della Commissione si inserisce in un contesto geopolitico complesso. La guerra in Ucraina e il ridimensionamento dell’impegno militare americano hanno evidenziato la vulnerabilità dell’Europa nel garantire la propria sicurezza. Il piano del riarmo europeo prevede investimenti fino a 150 miliardi di euro per la difesa, con strumenti finanziari innovativi come prestiti agli Stati membri e deroghe alle regole sul deficit pubblico. Ma non è una cosa semplice. Non è detto che l’Europa sia capace di garantire la sostenibilità economica del progetto e di realizzare una vera integrazione nella difesa europea. Naturalmente ci sono delle implicazioni politiche ed economiche perché il dibattito sul riarmo europeo non riguarda solo la sicurezza militare ma anche il futuro politico ed economico dell’Unione Europea. Ci sono molte divergenze tra i paesi europei e questo potrebbe essere un ostacolo l’attuazione del piano. Sta di fatto che bisognerebbe esser sicuri che fare nuovi debiti per finanziare la difesa non vada a minare la stabilità economica della UE. Finora l’Europa ha sempre avuto come prospettiva strategica un “ progetto di pace “Ora questo passaggio a “ unione della difesa” porterebbe a un cambiamento dell’identità dell’Europea nel contesto globale. Ma se è vero che cambierebbe l’identità dell’Europa nel contesto globale è vero anche che quest’ultimo è cambiato. Stiamo assistendo a un progressivo allontanamento degli Stati Uniti dall’Europa. Alla base del distacco ci sono motivazioni economiche e strategiche. In primo luogo,l’America vuole concentrare risorse nella regione asiatica per contrastare l’influenza cinese. Ma ci sono anche ragioni culturali e psicologiche perché alcuni esponenti americani esprimono un’opinione negativa riguardo agli europei, considerandoli non all’altezza. Questo cambiamento rappresenta una svolta storica. Gli Stati Uniti non sono solo Trump, ma alla fine è lui che decide.
In Italia ma anche negli altri paesi europei una cosa del genere sarebbe molto più difficile perché deve essere approvata dal parlamento e deve superare le barriere dell’opposizione. In America Trump firma e va avanti come un carro armato. Con Trump finisce la protezione che gli stati uniti hanno per decenni garantita all’Europa. La NATO perde potere e non può più essere un forte deterrente all’uso del nucleare. E la Russia è sempre lì che rappresenta una minaccia. Cosa può fare l’Europa? È certo che deve imparare a difendersi da sola, senza contare più sull’aiuto americano. Ma l’Europa ha come principio il rifiuto della guerra. È la pace l’elemento fondamentale dell’identità europea. L’Europa è impegnata al rispetto delle diversità , si opponealla guerra, all’odio, all’inimicizia. La pace implica un impegno a rispettare le differenze e a mostrare solidarietà, in particolare verso coloro che sono più fragili. L’Europa ha il compito di tutelare questa prospettiva nel contesto attuale americano.
Io credo che si stia verificando una trasformazione epocale nelle relazioni transatlantiche per cui l’Europa deve ridefinire il proprio ruolo geopolitico e strategico. La dipendenza storica dagli Stati Uniti ha garantito stabilità ma ha anche limitato l’autonomia europea. Ora, con il disimpegno americano, si apre una sfida cruciale: l’Europa deve trovare un equilibrio tra autonomia strategica e fedeltà ai suoi valori fondanti. La pace rappresenta un valore centrale per l’identità europea. Tuttavia, quello che sta succedendo richiede più senso pratico. Occorre investire nella sicurezza comune senza tradire i principi pacifici. È una sfida complessa in un contesto internazionale sempre più instabile, ma questo è un momento cruciale per le scelte europee perché ora c’è un elemento aggregante: mentre normalmente gli interessi nazionali prevalgono sulla coesione europea, la presenza di attori esterni come gli stati uniti e la Russia, spinge gli stati europei a mettere da parte i personalismi e le divergenze interne per cercare una maggiore coesione. Pace e sicurezza sono due facce della stessa medaglia, strettamente interconnesse e complementari. La pace non può esistere senza la sicurezza, che garantisce stabilità e protezione; allo stesso modo, la sicurezza perde significato se non è orientata alla preservazione della pace. La Commissione evidenzia un punto cruciale: in un’Europa che si sta progressivamente emancipando dall’influenza americana, è indispensabile rafforzare la nostra capacità di agire autonomamente. Tuttavia, per evitare di ripetere gli errori del passato, è essenziale costruire una sicurezza europea che sia non solo efficace e funzionale, ma anche legittima, condivisa e superiore alle frammentazioni delle singole politiche nazionali. Solo così potremo garantire un futuro stabile e coeso.