IL COMMENTO I giovani isolani che snobbano Palinuro e Vespucci

DI LUIGI DELLA MONICA
Con il cuore straziato devo annunciare alla comunità isolana che nessun giovane isolano, di età compresa fra i 16 ed i 24 anni, ha inteso sposare il progetto della esperienza estiva e gratuita, a bordo di una nave scuola della Marina Militare, come il Palinuro ovvero il Vespucci. Leggevo qualche settimana fa, tra le storie della Prof.ssa Sandra Malatesta, la biografia del Com.te Mennella, marito della Prof.ssa Giovanna Messina, del quale conservo qualche ricordo di gioventù: lo conobbi nella seconda metà degli anni’90, appena pensionato, e mi raccontava che ragazzo, da Campagnano, si alzava al mattino alle 04.00 per raggiungere l’Istituto Nautico di Procida. Mi verrebbe voglia di chiedergli se avesse voluto o potuto godere di questa breve esperienza estiva, offerta con la sinergia di Marina Militare ed ANMI Presidenza Nazionale, se mai non si fosse lanciato per così dire “a piett e palumm” nella iniziativa. So per certo che il comunicato stampa dello scorso 11 marzo 2025 è stato ampiamente divulgato e conosciuto dai potenziali destinatari, ma non è pervenuta una sola, dico una sola, adesione.
Evidentemente mi sbaglio grossolanamente a ribadire che è necessario ricucire lo strappo generazionale fra anziani e giovani, doversi cospargere il capo di cenere, per capire dove si è sbagliato. Un’isola dove gli sport nautici sono una chimera, oppure un appannaggio di pochi volenterosi che si portano fino alla lontana Agropoli per conseguire il patentino della vela, dove non abbiamo campioni di nuoto, pallanuoto, canottaggio, canoa polo, sci nautico…i ragazzi hanno dimenticato la passione per la pesca, per non parlare dell’agricoltura diretta. Certamente abbiamo la laurea in movida, dolcevita, belcanto, bellavista, dolce far niente, ma tutti siamo bravi a stendere le mani per vederci conferire un privilegio, il quale non è mai corrisposto da un sacrificio. Abbiamo costruito un Mondo effimero e nichilista, che ha proiettato i giovani in una dimensione fatata e fallace, che rischia di cagionare danni ancora più irreversibili, allorquando i ragazzi si destano dal letargo, impattando il viso aperto con la dura realtà. La conseguenza ovvia, per quei giovani non ovattati da una famiglia alto borghese che gli precostituisce il futuro roseo, è quella dell’emigrazione, che diventa non solo temporanea per motivi di studio, ma permanente dopo essersi resi conto che la bellezza ed amenità dell’isola sono inversamente proporzionali al riscatto generazionale attraverso la meritocrazia, che non alberga certamente in Ischia.
Alcuno mi disse, in tempi recenti, che avviare i giovani alla carriera del mare sia il frutto di una superbia individuale, perché di fondo trattasi di una vita durissima; ciò indubbiamente risponde a verità, ma altrettanto vero è che abbiamo trasformato in nostri figli\nipoti in schiavi da tablet, smartphone, pc… Se lo sport nautico è un sistema per affezionare, per ammaliare i ragazzi\e nella conduzione della vita su di un’isola, che per dodici mesi all’anno è in grado di offrire diverse opportunità di apprendimento dell’arte marinara, diversamente da altri luoghi dove si deve fare ricorso ai simulatori elettronici, allora ben venga la sua diffusione. Non dimentichiamo, però, che per praticare uno sport nautico vi è bisogno di strutture logistiche, ma qui gli Enti Locali, almeno il Comune di Ischia, non sono insensibili, vista la attenzione che ha manifestato il Sindaco dott. Enzo Ferrandino sull’argomento, tuttavia, non ho visto in Forio, Lacco Ameno e Casamicciola alcuna visione d’insieme sul rilancio di queste realtà ludiche, all’interno dei progetti di restyling dei rispettivi approdi, che possono offrire una opportunità didattica ai nostri giovani. Se si parla di costruire, si discute su alloggi, case, abitazioni, alberghi, stadi, palazzetti, ma non di rilancio del mondo sportivo del mare. Non esiste una cordata di imprenditori che ritiene pregnante della vita isolana la fondazione di un club sportivo in discipline nautiche, ma al massimo si pensa al calcio. Non sono un nemico di questi sport ed addirittura plaudo all’ottimo e radicato insegnamento delle arti marziali sull’isola, ma non posso tacere di fronte a questa vergogna tutta nostra. Noi vecchi non siamo stati in grado di motivare, accendere nei ragazzi la fiaccola dello sport di mare, che significa conoscerlo, rispettarlo ed amarlo a tutto tondo.
Il mio sogno è vedere giovani isolani che indossano la cuffietta con il tricolore e partono da Ischia per partecipare alle Olimpiadi, non per abbandonarla definitivamente, per eccellere come sanno fare sempre ed ovunque gli ischitani. Dobbiamo avere il coraggio di interrogarci sui nostri sbagli generazionali, perché Ischia è troppo bella per lasciarla ai pensionati, che per carità di Dio possano diventare ultracentenari mi auguro, ma un territorio, una identità culturale senza i giovani che li portano in luce sono destinate a perire irreversibilmente.
La “comunità educante” intanto se la suona e se la canta con i confetti PNRR…
caro isolano la comunità educante se la suona e se la canta con i confetti pnrr e i genitori iperprotettivi di questi bravi ragazzi che ruolo hanno ,questi hanno tutto, auto, moto, abiti e scarpe firmate , smartphone per chattare H24 e vivere alla grande in un mondo virtuale di comodo e comfort tutto loro.
PALINURO E VESPUCCI a che servono per sudare sporcarsi le mani hanno già tutto, per ora ,e fino a che continuano a sbarcare da traghetti e aliscafi tante persone chi se ne frega di PALINURO E VESPUCCI.