LE OPINIONI

IL COMMENTO I piani e la sostenibilità ambientale di Ischia

DI BENEDETTO MANNA

Potrebbe essere utile, per quanto possibile, fornirealcuni riferimenti sul nuovo Piano Paesaggistico, che risulta, da quanto si apprende da cronache locali, ancora non ben assimilato per le sue implicazioni innovative. C’è ancora una certa confusione per quanto riguarda l’applicazione di determinate PRESCRIZIONI, come anche il richiamo a PIANI passati che risultano di fatto integrati dalle nuove norme. Fornendo alcune definizioni riguardanti le finalità e glioggetti di indagine del PIANO PAESAGGISTICO con la classificazione dei suoi obiettivi, si intende ampliare il quadro di riferimento per l’approfondimento delle diverse strategie di pianificazione, conservazione e gestione, come anche quello delle tutele strette (ope legis), richiamate più volte come allarmanti “prescrizioni”. Il piano paesaggistico è redatto ai sensi dell’articolo 135 del d.lgs. n.42/2004 – Codice dei beni culturali e del paesaggio e sulla base dei principi dettati dalla Convenzione europea del paesaggio sottoscritta il 20 ottobre 2000 ed ha come finalità LA TUTELA e LAVALORIZZAZIONE dell’intero PAESAGGIO CAMPANO, IN CHIAVE DI SVILUPPO SOSTENIBILE.Il PPR non prevede nuove trasformazioni insediative, ma, mediante la definizione di unapparato normativo mirato, pone al centro delle sue politiche LA SALVAGUARDIA E LE AZIONI DIVALORIZZAZIONE DEL SISTEMA PAESAGGISTICO E AMBIENTALE REGIONALE che, nel modello disviluppo sostenibile prefigurato, assume un ruolo centrale. Gli obiettivi del Piano paesaggistico si riconnettono direttamente agli OBIETTIVI DISOSTENIBILITÀ e PROTEZIONE AMBIENTALE individuati a livello europeo e nazionale sia per la componente paesaggio, assunta come trasversale alle altre componenti ambientali, che per le altre tematiche ambientali e antropiche di influenza del Piano stesso. L’ANALISI DEL CONTESTO AMBIENTALE E DELLE TEMATICHE RITENUTE RILEVANTI PER L’AZIONE STRATEGICA di Piano è stata impostata tenendo conto della peculiarità̀ del PPR che ha per oggetto il“Paesaggio”, componente ambientale che qui viene intesa come “TRASVERSALE” a tutte lealtre in quanto sintesi percettibile dei diversi fattori naturali ed antropici. Appare opportuno richiamare il concetto di paesaggio della Convenzione Europea del Paesaggio alla base del piano che, nel superare la tradizionale distinzione tra aspetti naturali ed antropici, definisce “PAESAGGIO” una determinata parte di territorio,così come è percepita dalle popolazioni, il cui CARATTERE DERIVA DALL’AZIONE DI FATTORI NATURALIE/O UMANI E DALLE LORO INTERRELAZIONI.

Altra tematica che viene considerata come “TRASVERSALE”, è quella dei “CAMBIAMENTI CLIMATICI” che viene trattata siain riferimento alla qualità̀ dellaria che in relazione ai fenomeni dei rischi naturali. Gli effetti attesi dalla redazione e attuazione del PPR, considerate le sue intrinseche FINALITÀ DI TUTELA, RIQUALIFICAZIONE E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO, volte ad assicurare la conoscenza, la salvaguardia e la gestione sostenibile del territorio, possono generare effetti positivi anche per altre componenti e aspetti ambientali specifici. Le ANALISI DEL CONTESTO AMBIENTALE a scala regionale e di ambiti di paesaggio sono fondate sia sull’utilizzo di studi condotti per ALTRI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE E/O PROGRAMMAZIONEREGIONALI, sia sulla rielaborazione degli indicatori forniti da istituti nazionali che sulla elaborazione ed INTERPRETAZIONE DELLE CARTOGRAFIE E STUDI SPECIFICI realizzati per il piano. Il Piano Paesaggistico riguarda l’intero territorio regionale in linea con il dettato della Convenzione Europea del Paesaggio che prevede che TUTTO IL PAESAGGIO DEBBA ESSEREADEGUATAMENTE “SALVAGUARDATO, PIANIFICATO, GESTITO”e non solo i c.d. “paesaggi di eccellenza”.Il PPR, pertanto, a partire dalla prime indicazioni del Piano Territoriale Regionale – PTR (superato per Ischia),ha individuato 51 AMBITI DI PAESAGGIO alla scala di area vasta. I “beni paesaggistici”OGGETTO DI SPECIFICHE TUTELE – ricadenti in uno o più Ambiti di Paesaggio – sono costituiti da:− le “aree oggetto di dichiarazione di notevole interesse pubblico” ai sensi dell’art. 136del Codice dei beni culturali e del paesaggio che il Piano ha raggruppato in zone omogenee denominate “AMBITI DI TUTELA”, non coincidenti – se non in qualche caso come per Ischia-con gli AMBITI DI PAESAGGIO;− le “aree tutelate per legge” ai sensi dell’art. 142del medesimo Codice (i 300 mt dalla costa e dai laghi, i 150 mt dalle sponde dei fiumi, i parchi, i boschi, etc.).Il piano Paesaggistico, infatti, tratta l’intero territorio regionale prevedendo DIFFERENTILIVELLI DI TUTELA E DI COGENZA:- un livello atto a definire prescrizioni duso immediatamente cogenti per i beni paesaggistici;- un livello atto a definire indirizzi e criteri per la pianificazione urbanistica e territoriale e riferito all’intero territorio regionale e che si esprime principalmente attraverso l’attribuzione ad ogni Ambito di paesaggio di adeguati “OBIETTIVI DI QUALITÀPAESAGGISTICA”, cui sono CORRELATE DIRETTIVE rivolte alla pianificazione territoriale edurbanistica.Occorre precisare in proposito che gli “obiettivi di qualità” sono riferiti a ciascun ambitoterritoriale e la loro individuazione consegue alla fase di ricognizione e analisi dellecaratteristiche paesaggistiche del territorio considerato.

La loro individuazione attiene aduna fase successiva alla definizione degli obiettivi generali e specifici di pianoe, mentre questi ultimi derivano dai documenti programmatici riguardanti le politiche comunitarie e nazionali riferite ai temi del paesaggio, gli OBIETTIVI DI QUALITÀ derivano dallinterpretazione critica del contesto paesaggistico. LE ATTIVITÀ D’IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEI PAESAGGI così come la definizione degli obiettivi e delle strategie paesaggistiche avvengono, alla scala appropriata di analisi, ai diversi livelli istituzionali. L’approccio delineato appare coerente con il principio di sussidiarietà che richiede che le decisioni siano prese alla scala più idonea ai fini della loro effettività ed efficacia, e comunque la più vicina alle popolazioni interessate. In via complementare, gli ENTI TERRITORIALI sono chiamati a integrare, in tutte le loro DECISIONI CONCERNENTI L’ASSETTO TERRITORIALE E URBANISTICO, le considerazioni per la qualità del paesaggio e per gli aspetti culturali, ambientali, agricoli, sociali ed economici, e quant’altro possa avere un’incidenza diretta o indiretta sul paesaggio.

Con riferimento ai cambiamenti climatici , il contributo del PPR al mantenimento/miglioramento della QUALITÀ DELL’ARIA e della MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI SUL CLIMA (ad esempio le ISOLE DI CALORE URBANE) è tipo indiretto e fa riferimento soprattutto agli obiettivi di qualità̀ paesaggistica volti alla conservazione delle aree boschive ed in generale delle aree verdi e agricole, quelli rivolti al recupero e ripristino del verde urbano ed alla conservazione/riqualificazione/valorizzazione delle aree agricole periurbane, alla valorizzazione dellagricoltura tradizionale a basso impatto, alla ricostituzione dei corridoi ecologici quali infrastrutture verdi a scala regionale e locale, misure che potranno agire in sinergia con quelle intraprese dal PRQA (Piano Regionale Qualità Aria) dirette alla riduzione delle emissioni.La trasposizione di OBIETTIVI DI PREVENZIONE/RIDUZIONE DEI RISCHI NATURALI attraverso la conservazione, manutenzione,riqualificazione del paesaggio (nella consapevolezza delloSTRETTO LEGAME TRA GESTIONE DEL PAESAGGIO E GESTIONE DEI RISCHI DA FONTE NATURALE) negliObiettivi di qualità̀ paesaggistica” per gli Ambiti di Paesaggio può costituire un contributo significativo al corretto uso del territorio, alla gestione integrata della pianificazione territoriale, urbanistica e di settore, alla manutenzione del paesaggio, all’incentivazione del ruolo multifunzionale delle attività̀ agro-forestali anche per la prevenzione del rischio idrogeologico, al mantenimento di zone verdi lungo le fasce fluviali anche come naturali aree per la laminazione delle piene e in generale all’incremento della resilienza dei territori.

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IL PPR come già sottolineato si pone IN PIENA SINERGIA CON LE POLITICHE DISALVAGUARDIA E VALORIZZAZIONE AMBIENTALE.Il Piano Paesaggistico non delinea interventi e azioni specifiche sul territorio ed ESPRIMELA SUA EFFICACIA ATTRAVERSO GLI OBIETTIVI DI QUALITÀnegli ambiti paesaggistici individuati EREGOLE DI TUTELA, in rapporto ai quali I PIANI URBANISTICI DOVRANNO CONSEGUENTEMENTEDEFINIRE NELLA PIANIFICAZIONE LOCALE USI, INDICI, SOGLIE DIMENSIONALI E MODALITÀ ATTUATIVE, INTERMINI COERENTI.Per le sue intrinseche finalità quindi i suoi effetti attesi sono sostanzialmente positivi anche se misurabili principalmente al livello di attuazione successivo, quello dei piani urbanistici, nella fase di conformazione alle sue disposizioni. I RISCHI, anche quelli cosiddetti “naturali”, sono oggi sempre più chiaramente identificati quali esito dellinterazione tra processi naturali e processi di evoluzione/trasformazionedei territori, indotti da dinamiche sociali, economiche e spaziali, che ne determinano le vulnerabilità. La CRESCENTE FREQUENZA DI EVENTI CALAMITOSI – aumentata in modo significativo negli ultimi due decenni soprattutto con riferimento ad eventi connessi ai fenomeni di cambiamento climatico in atto – ha contribuito ad accrescere la CONSAPEVOLEZZA DELLE STRETTEINTERRELAZIONI TRA FATTORI DI PERICOLOSITÀ E MODELLI DI TRASFORMAZIONE/EVOLUZIONE DELTERRITORIO. La stessa definizione di paesaggio introdotta dalla Convenzione Europea delPaesaggio nell’individuare quest’ultimo quale “porzione di territorio, così come percepita dalle popolazioni, il cui carattere e la cui evoluzione futura deriva dall’ azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”, rende evidente la stretta interrelazione tra rischi e paesaggi. LA CONOSCENZA DEI RISCHI, NATURALI E ANTROPICI, RIVESTE QUINDI UN RUOLO CENTRALE per guidare le politiche di salvaguardia/gestione/pianificazione dei paesaggi isolani VERSO OBIETTIVIDI INCREMENTO DELLA RESILIENZA e per definire gli obiettivi di qualità nei diversi ambiti di paesaggio e le strategie più adeguate al loro perseguimento.

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