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Immigrazione, VITO IACONO, imprenditore :«Pessimi sentimenti, spero si tratti di minoranza sparuta»

La cultura della accoglienza e della ospitalità sono alla base di un Paese civile, a maggior ragione se lo stesso vive di turismo. Un tessuto socioeconomico che non riesce a gestire e soddisfare la domanda dei più deboli, a maggior ragione se vengono da lontano, è senza speranza e senza futuro. Un Paese che non riesce a dare testimonianze forti di solidarietà farebbe bene a dichiarare fallimento. Spero che i sentimenti, pessimi, provenienti da alcuni settori della politica e non solo, anche sulla nostra Isola, siano espressione di una rappresentanza insignificante e sparuta, se così non fosse sarebbe bene farsi una domanda e darsi una risposta sul trend di presenze ed economico che da anni investe le nostre imprese turistiche. Ed oltre alle elementari ragioni di civiltà che dovrebbero contraddistinguere la qualità di una comunità, di un popolo, sarebbe bene interrogarsi, con un minimo di intelligenza, sulla valenza e sulla importanza strategica degli extracomunitari, anche sulla nostra Isola, sia dal punto di vista economico ed occupazionale che demografico. Ci sono inconfutabili dati statistici che confortano questa tesi. Invece di parlare a vanvera farebbero bene a documentarsi su quanto incidono positivamente anche per quanto riguarda il PIL, gli aspetti contributivi e previdenziali. Bisogna lavorare seriamente, anche insieme alla scuola, alla chiesa, al mondo dell’associazionismo e del volontariato, alle istituzioni, ad un progetto serio di integrazione per creare le condizioni migliori per la loro accoglienza ed il loro inserimento nel nostro tessuto sociale. Altro che alzare barriere e dire no! Il nostro Paese e la nostra Isola ha bisogno di dire si, tanti si…»

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