LE OPINIONI

IL COMMENTO Idee di turismo e turismo che confonde le idee

Tutto lascerebbe presumere (a giudicare dai convegni, articoli, interviste) che l’isola d’Ischia stia finalmente prendendo coscienza che con l’attuale modello turistico invasivo, depredatorio e disturbatore non si può più andare avanti. O forse è sbagliato dire “sta prendendo coscienza” perché mentre si ha questa impressione, un attimo dopo, tutto sembra essere dimenticato in quanto, a conti fatti, gli introiti continuano ad esserci, sia pure lasciando indietro alcune categorie e settori merceologici che non tirano più. Come sapete, il Comune d’Ischia ha incaricato lo spagnolo Josep Ejarque dell’elaborazione di un Piano di riconversione e promozione turistica. E trovo, però, alquanto strano che nell’ultima ‘intervista rilasciata al Corriere della Sera (giovedì 20) da Giancarlo Carriero e Luca D’Ambra, due dei maggiori interpreti del nostro turismo e che pure avanzano analisi condivisibili, questi non abbiano fatto cenno alcuno al tentativo di riconversione del Comune d’Ischia. Voglio sottolineare che, al contrario, altre località che ugualmente hanno incaricato l’esperto spagnolo, hanno dato enfasi notevole al Progetto Ejarque di riposizionamento turistico… Insomma, la ricerca della soluzione, a volte, può essere già di per sé l’inizio della soluzione. E invece noi ischitani continuiamo a restare sopiti, a partecipare in presenza fisica ma forse senza troppa convinzione. Ognuno sembra avere una propria ricetta in tasca, da custodire gelosamente. Così, ciascun Comune (purtroppo separatamente) sta cercando una propria via verso un turismo sostenibile: Casamicciola, che ha da poco la nuova Amministrazione capeggiata da Giosi Ferrandino, sembra puntare molto sulla ripresa dell’attività portuale e, in particolare, della nautica da diporto nonché su una cucitura con l’Associazionismo di categorie, da cui l’idea di organizzare eventi (fissi il mercoledì) più altri, che ridiano fiato alla vitalità commerciale del paese. E accompagna questa scelta con il divieto di transito e parcheggio sul Corso e il parcheggio gratuito ,per gli operatori economici che gravitano sul Corso, nell’area del Pio Monte della Misericordia.

Il Comune di Lacco Ameno, travagliato da crisi politiche striscianti, che toccano sia l’amministrazione che l’opposizione, punta molto su Villa Arbusto e la cultura e, a livello di pura dichiarazione d’intenti, è per un “dimezzamento del parco auto” dell’isola. Peccato che il Sindaco Pascale non ci spiega come ottenere in pratica un simile ambizioso obiettivo. A livello di Porto, che pure è una risorsa importante di Lacco, continuano le stucchevoli diatribe tra Ente pubblico locale e la privata Marina di Capitello, senza che né l’uno né l’altro abbiano i benefici sperati. Forio, come Casamicciola, ha una nuova Amministrazione, capeggiata da Stani Verde che, in omaggio al suo cognome, si è decisamente schierato con l’ambientalismo di Legambiente. Ma, come era prevedibile, data la disomogeneità delle troppe liste elettorali che l’hanno sospinta al successo, la coalizione incomincia a manifestare le prime crepe. Comunque Forio sembra voler continuare a puntare sui giovani, la musica, la movida. Serrara Fontana, al di là dell’apprezzabile volontà della Sindaca Irene Iacono che ha a cuore un elevamento civile e culturale dei giovani e ragazzi del proprio paese, puntando sulla struttura della Biblioteca e Polifunzionale di Fontana, in piazza Arturo Trofa, forse non supportata a dovere da chi gli sta intorno, ha da risolvere il grave problema di come assicurare una mobilità sostenibile nel bellissimo borgo di Sant’Angelo, nonché le condizioni del mare, inquinato secondo l’Arpac. Però, dovendo avere un occhio di riguardo per Sant’Angelo, ho l’impressione che non valuti a pieno le potenzialità dell’altro polo di sviluppo e cioè l’Epomeo (ma di questo parleremo in altra occasione).Resta Barano, che si avvale del ruolo assessorile di Dionigi alla Città Metropolitana e delle sue buone relazioni politiche in terraferma, per intercettare una serie di importanti finanziamenti per alcune virtuose iniziative, come la riforestazione o il rilancio della Pineta di Fiaiano, con eventi musicali per giovani e meno giovani. Ma anche lui ha da risolvere l’annoso problema della spiaggia dei Maronti, asfissiata da un lato dal traffico e dall’altro da un troppo frequente inquinamento del mare. Senza contare l’incapacità del corpo dei vigili urbani di tenere sotto controllo traffico e sosta selvaggia.

Fatta questa rapida carrellata, che vuole riassumere, senza pretese, i binari su cui si muovono i Comuni per un rilancio turistico, vorrei passare alla descrizione di alcune “derive” di pensiero che, anziché aiutare il turismo, finiscono col gettarlo in piena confusione. Farò qualche esempio: è stata data eco e visibilità, in questi giorni, ad una protesta del regista Enrico Vanzina (quello, insieme al fratello, del cinepanettone, per intenderci) che dovendosi imbarcare per Ischia il 17 luglio per partecipare al Festival del Cinema, lamenta di dover essere stato, in condizioni climatiche terribili, in fila sotto un tendone al Molo Beverello. Alla sua protesta si sono aggiunti Federalberghi Capri, il consigliere regionale Francesco Borrelli nonché la giornalista del Corriere della Sera, Anna Santini. Senonché il paradosso è che viene da costoro scaricata la responsabilità esclusivamente sulle compagnie di Navigazione e viene invocato l’intervento censorio dell’Autorità Portuale, proprio quella che ha maggiori responsabilità sullo stato delle cose. Così come viene addebitata al privato la responsabilità dell’abbandono del molo di attracco a Mergellina, dove il privato è stato cacciato nonostante gli investimenti fatti. Questa è confusione di idee! Chi deve organizzare le strutture a terra sul porto? I privati o l’Autorità portuale e il Comune di Napoli?

Secondo esempio: pochi giorni fa, il Governo ha emanato il decreto che impone ai Comuni la ricognizione delle concessioni degli spazi pubblici (mare, spiagge,laghi,fiumi ecc.). Cosa che riguarda anche i nostri arenili in concessione ai privati. Il tutto verrà fissato su una nuova piattaforma digitale creata appositamente dal Ministero dell’Economia, il Sinconbep, su cui dovrà comparire nome del concessionario, durata, entità del canone, dimensione e caratteristiche della superficie concessa. Contente le Associazioni di categoria dei balneari ( Fiba Confesercenti e SIB Confcommercio) che sperano c,he tale rilevazione evidenzi l’esistenza di spazi liberi da mettere a gara per nuove concessioni e salvando così i vecchi concessionari. Lo sperano anche ad Ischia. Ma mi sanno dire, le Associazioni balneari locali, quali spazi residuali esistono ad Ischia? Tra spiagge libere ineliminabili e stabilimenti balneari quali spazi rimangono? E ammesso che sul territorio nazionale si individuino delle zone ancora concedibili, come è ipotizzabile che, a macchia di leopardo, si facciano gare solo per residuali e disseminati spazi liberi?

Intanto il Comune d’Ischia si era mosso ancor prima del decreto legislativo governativo e, con l’ausilio di GPS si stanno verificando le situazioni dei concessionari nel territorio comunale. E stanno sorgendo una serie di problemi: mappe che non corrispondono più alle originali concessioni, perché magari il mare a qualcuno ha tolto e ad altri ha aggiunto o perché la creazione di ulteriori spiagge libere ha richiesto sacrifici ai concessionari o perché stradine, viali pubblici hanno ristretto le superfici date in concessione. Per non parlare del grave problema di dover censire strutture e attrezzature, quasi sempre acquisite “a nero”. Insomma, va bene la mappatura, ma se vuole essere solo un espediente per aggirare le normative europee, può risolversi in un ulteriore motivo di confusione e disillusione, se non addirittura un boomerang per l’emersione di situazioni irregolari. Un altro esempio clamoroso: il G20 Spiagge. Che cos’è? E’ una rete di Comuni balneari nata nel 2018 , con iniziali 20 località, allargatasi poi a 24, tra cui i nostri Comuni di Ischia e Forio. Bene, questi Comuni rivendicano una peculiarità che, a loro parere, merita una legge ad hoc. Il ragionamento è: queste località sono soggette ad un forte turismo stagionale che mette in ginocchio servizi e strutture, per cui lo Stato deve dare una mano, potenziando sanità, trasporti, sicurezza e consentendo un’elasticità speciale nelle piante organiche e risorse finanziarie adeguate. Quindi Ischia e Forio, dopo aver (giustamente) lavorato sul fronte delle Isole minori , ottenendo il riconoscimento di “status” speciale in Costituzione, ambirebbe ad avere anche lo status speciale in quanto “ città balneare”. Si sa, l’Italia è il paese delle “eccezioni” che diventano regole di favoritismo. Ma questa idea dello status di città balneare non regge proprio. E perché mai una grande città d’arte non dovrebbe essere parimenti supportata dallo Stato? E perché una località di neve, invasa nei mesi invernali, non dovrebbe accampare gli stessi diritti? Dunque, stiamo attenti a non creare confusione. Se Ischia deve essere un’eccezione, facciamolo per cause giuste, non inventiamoci “status” di minorità fasulli!

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