IL COMMENTO Il fuoco, da Gerusalemme a Napoli e ai fuochi fatui di Ischia

Ci vorrebbe la potenza narrativa epica e storica di Lev Tolstoj per descrivere quanto è accaduto nei giorni scorsi in Israele, tra i massacri – da un lato – di civili palestinesi (anziani, donne, bambini) che continuano senza pietà, ad opera del governo di Netanyahu e – d’altro lato – da un enorme incendio che ha minacciato Gerusalemme, provocato l’evacuazione di migliaia di persone, bruciato migliaia di ettari di verde e su cui i terroristi di Hamas hanno sollecitato i palestinesi ad alimentare il fuoco con ogni mezzo e in ogni modo. Guerra, dunque, nel peggiore dei modi, ammesso che esistano modi migliori di praticare le guerre. E sulla nostra sponda italiana, o meglio napoletana, di fronte a noi isolani, la nostra città madre o matrigna (secondo i punti di vista) scoppia la Pace. Un maggio universale, che collega la metropoli partenopea al mondo del turismo internazionale, disvelando tutte le sue potenzialità e le sue risorse naturali, artistiche e storiche. E caso ha voluto che il Maggio dei Monumenti, manifestazione che si ripete negli anni, sia ispirato – quest’anno – al tema del Fuoco. Fuoco benefico, salvifico, rigeneratore, contro il Fuoco malefico, distruttore, guerrafondaio in Israele. Chi scrive non ha mai creduto che , da soli, gli eventi possano caratterizzare una località turistica e decretare il successo internazionale. L’evento ha successo solo se inserito in un quadro d’insieme e in una programmazione socio-economica della località. Questo vale per Napoli, come per Ischia, come per tutte le altre grandi destinazioni turistiche. E, restando a Napoli, anche il ricco calendario di eventi per il festeggiamento di Neapolis 2500 (anni dalla fondazione della città), pur ricchissima di spettacoli di alto livello (è incominciata in Piazza Plebiscito con 2500 ballerini della Scuola del San Carlo per Napoli Città Danzante) è stata criticata per esempio da Aurelio Musi, storico e giornalista, che su Repubblica ha scritto “Napoli 2500 un compleanno senza storia”, proprio perché, a suo avviso, manca la trasmissione al pubblico di un percorso storico. Manca il quadro di riferimento, senza il quale, gli eventi – pur di pregio – restano avulsi dal territorio, talché potrebbero svolgersi in una qualunque altra località.
E questo dovrebbe essere da lezione anche per Ischia, anch’essa innamorata degli eventi, spesso slegati dal contesto territoriale. Ed è l’errore madornale che commise anche Procida Capitale della Cultura. Ma torniamo al Fuoco di Napoli e quindi al Maggio dei Monumenti. Qui la logica degli eventi funziona meglio. Innanzi tutto i 320 eventi coinvolgeranno anche la periferia di Napoli. Ma, soprattutto, si radica alla storia e alle tradizioni culturali di Napoli, a iniziare dal tema scelto: il Fuoco. Fu Matilde Serao a scrivere e descrivere Napoli, cuore ardente, fuoco, passione e mente illuminata dalla creatività artistica. Il Fuoco della Pace contrapposta al Fuoco della Distruzione, al Fuoco delle bombe e degli incendi provocati. Negli anni precedenti il Maggio dei Monumenti si era ispirato agli altri elementi naturali. Acqua, Cielo e Terra. Altro elemento positivo (e anche in questo l’isola d’Ischia dovrebbe imparare) c’è un vasto coinvolgimento di Associazioni, istituzioni culturali, Enti, e non solo quelli politicamente più graditi. Sottolineo tra gli eventi in programma, la festa del fuoco – Napoli 1631 – 1737- che si svolgerà il 10 maggio. Viene, con essa, evocata l’eruzione del Vesuvio del 1631, nel cui ambito ci sarà anche un’importante esposizione al Museo di Capodimonte di oggetti e dipinti ispirati al Fuoco. Ma il Fuoco di Napoli non riguarda solo le eruzioni, ma anche la creatività dell’arte orafa del Borgo Orefici. Riguarda le torri e i bastioni di difesa. Il fuoco è tante cose. E’ anche ardore di impegno e di passione e a Napoli, dopo anni bui e di depressione, torna a palpitare la passione e l’entusiasmo. E non solo per il calcio, per il probabile quarto scudetto del Napoli calcio. E da questa passione, da questo fuoco che di nuovo si alimenta, Ischia dovrebbe farsi catturare. L’effetto di trascinamento della madre-matrigna Napoli dovrebbe funzionare e, diversamente dalla città, che ingloba bene e male di questo fiume turistico, Ischia potrebbe cernere il grano dal loglio, il buono dal cattivo, senza lasciarsi travolgere dalla “ piena” dell’overtourism. Ma deve saperlo fare! E gli amministratori locali devono avere una visione, un’idea programmatica, non devono limitarsi a respingere vergognosamente Piani che andrebbero migliorati con proposte integrative e correttive serie, come è accaduto col Piano Paesaggistico di Regione e Sopraintendenza e col Piano dei Servizi minimi dei Trasporti: Questi “respingimenti” non sono fuochi della passione, sono fuochi fatui, fiammelle da cimitero della politica.


