IL COMMENTO Il messaggio educativo della natura
DI MICHELE ROMANO
Vedere Venezia, uno dei simboli più fascinosi e romantici della pura bellezza italica, sommersa dall’acqua, dal fango, dalla distruzione, da tragedie umane, induce cuore e mente verso una struggente tristezza ed angoscia che accomuniamo ai medesimi sentimenti che abbiamo provato davanti alle fiamme che hanno devastato la cattedrale di Notre Dame a Parigi, uno degli alti emblemi della civiltà occidentale che appare, giorno dopo giorno, sempre più in frantumazione.
Con tale stato d’animo constatiamo che la natura, con il suo linguaggio, i suoi segni, mette a nudo, svela come gli Stati, le Comunità vivono il loro rapporto con i territori, con l’ambiente in cui si vive. Dalle acque veneziane come dall’acciaio tarantino emerge una classe politica impazzita dentro una schizofrenia lacerante che investe tutti i settori della società del tutto contro tutti con una futile e distruttiva reciprocità accusatoria.
Cosa emerge? Che la “res publica” sta vivendo la propria agonia. Come dice il grande psichiatra Vittorio Andreoli,la cosa pubblica è stata saccheggiata seguendo lo stile del sacco di Roma, dei lanzichenecchi, dei barbari alla stregua di un magazzino da svuotare. Con tale arrembaggio si sta esaurendo la disponibilità ad offrirsi per la res publica, schiacciati dentro la pretesa di ciascuno di ottenere il più possibile tanto da ridurre le”polis” a siti da svuotare e non donare alcunché in cambio, utilizzando il pronome personale “IO” e l’aggettivo “MIO”.
Cosi la natura interviene con virulenza, per rammentare all’uomo la rottura del patto armonico con la medesima, nella delirante illusione di possederla. In tal senso, la natura non e quella matrigna di Leopardi ma la sorella arrabbiata che lancia un messaggio educativo al fratello cattivo, invitandolo alla riconciliazione, al rispetto dell’uno verso l’altra, per riprendere a camminare insieme verso il bene comune.
Ecco, assimilando tale pedagogia di servizio, si può salpare verso una lunga e alta navigazione che conduce ai porti del cambiamento, parola utilizzata, oggi, in modo effimero ed ingannevole, specialmente , ai danni degli ultimi dell’emisfero terrestre.
Postilla finale: Svolgendo lo sguardo alla cara polis micaelica apprezziamo il “pathos” per la convocazione straordinaria del consiglio comunale inerente al Pio Monte dei Marinai ma auspichiamo altrettanta intensità per le criticità strutturali della sanita, dell’ambiente, della mobilita che pongono l’isola in balia delle onde della mancanza di etica della responsabilità.
* FILOSOFO