CRONACAPRIMO PIANO

Tribunale, adesso Gianpaolo Buono spera nel nuovo governo

Il futuro della sezione distaccata di Ischia e (forse) anche della sua stabilizzazione dipenderanno anche dalla composizione della nuova guida del paese: le speranze del presidente dell’Assoforense isolana affidate ad una interessante intervista al nostro giornale

Che cosa bisogna aspettarsi dal nuovo governo per mantenere il presidio giudiziario a Ischia, e quanto siete ottimisti e perché?

«La consapevolezza di battersi per un obiettivo giusto e sacrosanto è il punto di forza dell’azione intrapresa oltre un decennio fa. Le comunità isolane hanno il diritto di ottenere servizi pubblici efficienti sui propri territori, non potendo continuare a subire le mortificazioni da uno Stato centrale che finora le ha abbandonate a sé stesse. Tralasciando quello che ci vede interessati più da vicino (la stabilizzazione del Tribunale), il problema principale è costituito dal completo disinteresse che la Politica, in tutte le sue colorazioni, ha riservato, finora, a comunità letteralmente martoriate come quelle delle isole minori. Sanità, Pubblica istruzione, Giurisdizione, Trasporti rappresentano settori abbandonati al loro destino, che versano in condizione di completa inefficienza e degrado e rispetto ai qualil’approccio delle Istituzioni è stato sempre svogliato e poco attento».

«I governi “tecnici” ci hanno penalizzato. Confido ora in un governo “politico” che faccia assumere una centralità alla “condizione” delle comunità e dei servizi pubblici sui territori isolani, finora negata»

Un governo di matrice centro-destra cosa può cambiare in termini di interlocuzione e richieste?

«Iniziamo col dire che il Governo tecnico ci ha penalizzati non poco, perché tutte le preoccupazioni sono state, finora,concentrate sulla soluzione di gravissimi problemi come quelli legati alla pandemia, prima, e alla guerra in Ucraina ed alla economia, poi. Un governo “politico”agevola sempre e in ogni caso il confronto e, quindi, la interlocuzione rispetto a questioni come quelle legate ai territori isolani. Confido molto nella determinazione, concretezza e voglia di incidere del Governo di prossima formazione ed auspico che finalmente la “condizione” delle comunità e dei servizi pubblici sui territori isolani assuma una centralità finora negata».

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Nell’immediato è più ragionevole pensare a una nuova proroga o si punta alla stabilizzazione?

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«L’azione della Assoforense ischitana, supportata dai vertici dell’Avvocatura napoletana e nazionale, dal Presidente Ancim, Francesco Del Deo, e dai sindaci isolani è stata incessante, sia quando vi era ancora il Governo tecnico,che successivamente, durante la campagna elettorale. Le interlocuzioni sono avvenute, con estrema discrezione, con tutti i rappresentanti dei partiti politici.La certezza è che, ameno di tre mesi dalla scadenza del 31 dicembre, l’unico strumento idoneo a scongiurare il rischio della chiusura dei principali uffici giudiziari isolani sia quello della proroga. Non vi è tempo sufficiente per soluzioni come la stabilizzazione, che richiedono la elaborazione di un progetto alternativo di geografia giudiziaria con uffici dimensionati sulle realtà isolane».

«La certezza è che, a meno di tre mesi dalla scadenza del 31 dicembre, l’unico strumento idoneo a scongiurare il rischio della chiusura dei principali uffici giudiziari isolani sia quello della proroga»

Più in generale i nuovi interlocutori politici saranno in grado di dare finalmente il giusto riconoscimento alle isole minori?

«A fine luglio, grazie alla determinazione ed alla tenacia di Francesco Del Deo, si è verificato un fatto storico: la modifica dell’art. 119 della Costituzione, che ha sancito che le isole sono un “valore”e che la Repubblica è tenuta a rimuovere tutti gli ostacoli che si frappongono ad un loro pieno sviluppo. Il passaggio ulteriore dovrebbe essere scontato.La strada è tracciata ed il futuro Governo dovrà solo indicarci la ricetta per far sì che quelli isolani non appartengano più ad una sottospecie di cittadini, come avvenuto finora».

«Grazie a Francesco Del Deo si è verificata la storica modifica dell’art. 119 della Costituzione, che ha sancito che le isole sono un “valore”. La strada è tracciata ed il futuro Governo dovrà indicarci la ricetta per far sì che quelli isolani non siano più cittadini di serie b»

Secondo Lei le traversie giudiziarie che hanno interessato alcuni protagonisti politici isolani potrebbero essere state usate come alibi per non aver “spinto” molto a favore della stabilizzazione del tribunale?

«Sono fermamente convinto che la Politica abbia da tempo abdicato al suo ruolo ed alle prerogative che le sono proprie, lasciando che altri decidessero le sorti di quelli che continuo a ritenere gli unici Presidi di legalità sui territori isolani. Finché sarò alla guida dell’Avvocatura ischitana mi batterò, con tutte le mie forze, perché il destino dei Tribunali isolani non sia deciso da chi non ha alcuna legittimazione, ma persegue obiettivi propri, che nulla hanno a che fare con gli interessi delle collettività isolane».

Può essere più esplicito?

«Intelligenti pauca! Chiunque esamina le vicende del Tribunale di Ischia nell’ultimo decennio sa a che cosa mi riferisco ed a chi alludo quando dico che le sorti dell’ufficio giudiziario sono state stabilite da Poteri che nulla hanno a che fare con la Politica. E qui mi taccio!»

«La Politica da tempo ha abdicato al suo ruolo ed alle prerogative che le sono proprie, lasciando che altri decidessero le sorti di quelli che continuo a ritenere gli unici Presidi di legalità sui territori isolani»

Quanto le pesa, da Presidente dell’Assoforense, battersi per una causa come la conservazione del tribunale, sapendo che diversi avvocati vedono di buon’occhio la chiusura?

«Prima di essere rappresentante di una categoria professionale, sono cittadino e genitore, per cui ho a cuore le sorti dell’isola dove sono nato, abito ed opero. Per questo, continuo ad essere animato dall’intento, irrinunciabile e non negoziabile, di difendere strenuamente il territorio al quale appartengo e non permetterò a nessuno, per biechi ed egoistici calcoli, di impoverirlo. Sulle altre isole hanno iniziato dal ridimensionamento del Tribunale, per sopprimere, poi, la Agenzia delle entrate e gli Ospedali e trasferire le Scuole. Questo esempio sia di monito a tutti cittadini ischitani. La battaglia da condurre è per noi, ma soprattutto per le generazioni future. Gli avvocati ischitani non sono contro la permanenza del Tribunale, ma contro la condizione penosa in cui è stata relegata la Giurisdizione da chi, chiaramente ed evidentemente, non ha cuore le sorti dell’isola. Agli Avvocati tutti dico di resistere, resistere, resistere!».

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