LE OPINIONI

IL COMMENTO Il parco della romanità

E’ difficile trovare, nella miriade di candidati regionali e di enunciazioni programmatiche, spunti nuovi ed interessanti. Cito due candidati che non conosco e non saprei valutare globalmente e che quindi non voterò, ma che hanno detto alcune cose assolutamente calzanti e coincidenti tra loro. Il primo candidato si chiama Vincenzo Magaldi e concorre per il PSI, collegato a De Luca Presidente. Magaldi dice: “I Campi Flegrei hanno un futuro possibile se saranno valorizzati guardando alla storia. Il comprensorio che dalla Baia di Trentaremi giunge fino a Capo Miseno va considerato un continuum urbanistico per storia, per peculiarità ambientali, per vocazione turistica. Occorre recuperare il concetto di Sistema Turistico Locale per fare dei Campi Flegrei un’area omogenea, potenziando il fascino di attrazione. In concreto l’idea innovativa e vincente che lancerò in Consiglio Regionale, potrebbe essere un Parco della Romanità, sfruttando l’esistenza di un grandioso percorso archeologico nel quale turisti e visitatori potrebbero calarsi in una suggestiva esperienza. L’altro candidato è Nicola Perna, di Più Europa, sempre collegato a De Luca Presidente. Questi ha annunciato “A Pozzuoli è nato l’Occidente disse l’archeologo inglese Paget. Questa città e l”intero circondario, incluse le isole, hanno bisogno di un percorso turistico integrato in grado di consentire ai visitatori di accedere ai siti archeologici e culturali del territorio flegreo, individuare le attività alberghiere e di ristorazione sul territorio, creare infopoint. A ciò va aggiunto il potenziamento dei trasporti per le isole “.

Ora, si dà il caso che, venerdì 18, si sia tenuto al Piazzale delle Alghe l’interessante Incontro di studi Aenaria tra Terra e Mare, Geologia e Archeologia sottomarine per la conoscenza di Ischia in età romana, moderato da Pasquale Raicaldo e con la partecipazione, oltre che della Responsabile della Soprintendenza di Archeologia,Belle Arti e Paesaggio, Tersa Elena Cinquantaquattro, anche di archeologi,geologi e vulcanologi. In particolare Maria Luisa Tardugno, nuova responsabile locale della Soprintendenza e Alessandra Benini hanno evidenziato i passi avanti nelle ricerche archeologiche sottomarine, con inediti reperti che dimostrano come Aenaria non sia stata affatto estranea alla presenza della civiltà romana nell’area Flegrea. Se è vero che Ischia è stata la prima colonia greca in Italia, non è vero che sia stata trascurata dalla civiltà romana. Aenaria era un luogo strategico e portuale di appoggio e transito per la portualità flegrea e i nobili avevano individuato anche la nostra isola come luogo d’incanto per stabilirvi qualche villa.

La dott.ssa Cinquantaquattro

E, molto probabilmente, quello che fece pendere la bilancia (con l’imperatore Tiberio) dalla parte di Capri, fu il ripetersi di fenomeni bradisismici o violenti ( terremoti) che fecero desistere i romani. E mentre gli abitanti stanziali dell’isola si limitavano, per resilienza, semplicemente a spostarsi da un luogo ad un altro dell’isola, ritenuto meno soggetto ad eventi calamitosi (tra l’altro impiegando intelligentemente i materiali di risulta dei luoghi disastrati) i romani ebbero delle alternative nell’ambito del golfo.Ora, quello che qui mi interessa sottolineare e proporre è l’inserimento delle lodevoli iniziative della Soprintendenza, delle Associazioni private che abbracciano e sponsorizzano il progetto, di Marina di Sant’Anna, nel più ampio ambito dell’Area Flegrea, creando un comprensorio turistico-archeologico di rilievo mondiale. Con tutto l’impegno e la buona volontà di chi, da anni e con sacrifici, lavora al Parco di Aenaria, rimarrebbe un’iniziativa ridotta rispetto alla potenzialità dell’intera Area Flegrea. Certo, mi rendo conto che si tratta di conciliare interessi di diversi enti locali e diversi privati che lavorano sui progetti parziali e locali. Ma questo non deve costituire un ostacolo e, un domani, l’ipotesi di candidare Ischia (o il solo Castello Aragonese) a Patrimonio Unesco dell’Umanità, avrebbe tutt’altre chances, nell’ipotesi di un grande Parco della Romanità dell’Area Flegrea, ferma restando che Ischia, accanto alla romanità, ha un passato greco superiore a chiunque. Solo per rafforzare tale idea, proverò a ricordare agli ischitani l’importanza dell’archeologia (in particolare sommersa) dell’Area Flegrea e i continui ritrovamenti di reperti eccezionali.

Intanto, pur in presenza del Covid, il Parco Archeologico dei Campi Flegrei ha fatto registrare ad agosto 2020, rispetto ad agosto 2019, un incremento del 300%. Tra Pozzuoli e Baia c’è un Parco Archeologico Sommerso che fa continuamente venire alla luce una specie di Atlantide sommersa unica al mondo (il bradisismo, inabissando la linea di costa romana, creò questa meraviglia subacquea). Splendide decorazioni pavimentali sono già state considerate “le più belle del mondo”. Già negli anni 20 del Novecento emersero le sculture di Afrodite e di una testa di Amazzone, elementi architettonici e le fistole acquarie (cosiddette idriche) con bolli imperali. Vent’anni dopo, il comandante Raimondo Bacher, campione della subacquea mondiale, evidenziò le strutture di Porto Jiulius. E vennero poi il Ninfeo di Claudio, un complesso termale e la villa di Caio Calpurzio Pisone. Nel 1969 venne scoperto il gruppo odissiaco di statue in marmo dell’abside del Ninfeo con le statue di Ulisse e il suo nocchiero, due statue di Dioniso ed altre statue marmoree, tutte esposte nel Castello Aragonese di Baia. Vogliamo prescindere da questo contesto? Vogliamo accontentarci del nostro Parco archeologico sommerso nella Baia di Sant’Anna e vantare il nostro porto romano , con uno splendido banchinamento in legno, circondato da officine artigianali e da qualche villa costiera? Credo che perderemmo una grande occasione. Noi siamo, a tutti gli effetti, parte (fondamentale) dell’Area Flegrea, nel bene come nel male (i fenomeni vulcanici che ci uniscono sono ad un tempo una risorsa della natura ma anche una minaccia perenne. Siamo talmente partecipi di questa realtà, che dovremmo assolutamente pronunciarci per tutti i progetti che riguardano quell’area. Non possiamo ignorare i problemi di bonifica di Bagnoli, non possiamo ignorare il destino di Città della Scienza, non possiamo tacere di fronte all’ipotesi (per la quale è stata rilasciata licenza in deroga, consenziente la Soprintendenza) di una grande Struttura carceraria in una zona notoriamente sismica e perennemente soggetta a bradisismo di 438.801 mc. Tutto ciò a immediato ridosso della zona di Bagnoli dove esistono e sono previste strutture turistico-alberghiere nonché Ricerche e Tecnologie avanzate del Piano Invitalia.

Tale collocazione del Carcere è in netto contrasto con tutto ciò che già esiste nei dintorni e con il Museo diffuso archeologico. C’è qualcuno, tra gli amministratori delle isole di Ischia e Procida, direttamente interessato ad elevare una voce di protesta? Anche Procida, che cosa ne pensa, dopo aver fatto tanto per far traslocare il Carcere dall’isola, aver istituito a Terra Murata un Museo Civico e progettato un futuro importante per Palazzo D’Avalos? E gli ischitani non hanno niente da dire? Allarghiamo la mente e gli orizzonti storici, geografici e strategici!

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