IL COMMENTO Il restyling dello stadio “Mazzella”
DI ANTIMO PUCA
Lo stadio comunale Enzo Mazzella è il principale e più grande stadio di calcio di Ischia e ospita le partite casalinghe dell’Ischia Isolaverde. Prende il nome dal defunto Vincenzo Mazzella, ex sindaco di Ischia e artefice principale della costruzione dell’impianto. Fu inaugurato il 24 aprile 1988, in occasione della partita di Serie C1 della neopromossa Ischia Isolaverde, che affrontava la Puteolana (1-0, rete di Salvatore Buoncammino). Ha ospitato la fase finale del Campionato Primavera del 1995-1996, vinto dal Perugia che batté in finale (2-1 con una rete di Gennaro Gattuso) il Parma che schierava tra i pali un giovanissimo Gianluigi Buffon. C’è un grande prato verde, cantava l’ex presidente onorario del Bologna Gianni Morandi in «Un mondo d’amore». All’interno dello stadio un grande prato verde c’e già. Una voce che diventa sempre più forte fa sapere che grazie al piano PNRR arrivano tanti soldi con cui il sindaco, grazie all’amore per “la bella Ischia”, vuole trasformare il prato del Mazzella da naturale a sintetico (speriamo che prima della fine del mandato non proponga anche gli alberi sintetici!).
Quando vengono stanziati dei soldi bisogna saperli spendere. La pista di atletica deve urgentemente essere rifatta. Il campo ha necessità di avere un custode sempre gentile e disponibile a disposizione di tutti gli atleti ed i futuri atleti piuttosto che di un cerbero che gestisce il campo ad uso e consumo proprio. Altresì, il campo necessita di personale qualificato ed esperto per la cura del manto erboso. Il campo ha bisogno soprattutto dell’amore per lo sport. Il sindaco in questi giorni ha presenziato nel campo per i giochi dei bambini. È possibile che non si sia reso conto di tutto ciò? La cosa più grave: è possibile che nessuno dei consiglieri ed assessori si rendano conto di tutto ciò? Ma dove vivono? E noi ischitani in mano di chi affidiamo la nostra Ischia? Usare coperture sintetiche per i campi da calcio al posto di erba naturale pone seri problemi per la nostra isola. Una scelta politica miope, per quanto riguarda i cambiamenti climatici e in totale contrasto con le belle promesse fatte in campagna elettorale. Sono preferibili i prati naturali per una questione di minore impatto ambientale.
Il manto sintetico, che diversi studi (ad esempio una recente indagine di Fairwarning, o della Scuola Agraria di Monza) indicano come inquinante per il terreno e la falda acquifera, è dannoso alla salute delle persone a causa delle microparticelle sintetiche presenti. Questa Amministrazione sta facendo scelte in contraddizione con un vero e proprio modello di isola green a tutela della salute delle persone e dell’ambiente. Abbiamo un patrimonio da tutelare. Non possiamo disperderlo. Salvare la Terra è l’imperativo globale del nostro tempo; la Terra intesa come Pianeta, come globo in pericolo d’inquinamento e riscaldamento. Poi, però, in concreto, lasciamo che la grande industria sostituisca la terra e si sostituisca alla natura, mondo agricolo e ortofrutticolo. A me ricorda quel che dicevano Dostoevskij e Leopardi a proposito dell’umanità: chi ama l’umanità in generale di solito è indifferente se non ostile agli uomini reali e vicini. Amano l’umanità in astratto, la detestano in concreto, fino a sostituire gli uomini con creature artificiali, intelligenze artificiali, robot e postumani. Così sta succedendo con la terra, difesa in astratto, violata in concreto. La sostituzione della terra avviene ogni volta che si preferisce il sintetico al naturale, il geneticamente modificato al genuino. Il food delle multinazionali al cibo prodotto a chilometro zero. Dobbiamo invece difendere la terra, attraverso il PRINCIPIO DI PROSSIMITÀ. Cioè, a partire da ciò che è nostro e più vicino.Ripartire dalla prossimità è salvaguardare l’economia agricola e reale nostrana, a partire dal chilometro zero, il mondo contadino e la filiera conseguente, difendere il nostro habitat naturale. Il verde sintetico è un altro capitolo della guerra contro la natura.
Per rilanciare l’agricoltura, oltre i necessari atti concreti, c’è una scelta preliminare da compiere: tornare alla terra, amare e preservare la terra, a partire dalla propria. Le radici sono una risorsa primaria per conservare la nostra l’identità, salvaguardare il nesso vitale tra radici e frutti. Il filosofo contadino Gustave Thibon amava il Cielo e coltivava la Terra e pure viceversa, coltivava il cielo e amava la terra. Era credente e agricoltore e trasmise il suo amore per la terra a una pensatrice eterea che viveva nei cieli del pensiero, Simone Weil, che ospitò nella sua fattoria e fece lavorare nei suoi campi. Per salvaguardare i nostri beni culturali e naturali, i paesaggi e i territori, è necessario conservare la natura, la storia, la tradizione, le radici e i frutti. Il sindaco deve partire principalmente da considerazioni di natura sanitaria. E per farlo deve basarsi sul diritto di precauzione sancito anche dai regolamenti europei, dal momento che la salute pubblica ma anche l’ambiente sono messi a rischio dal verde sintetico. Il sindaco deve guardare alla tutela della nostra collettività e deve ragionare affrontando il tema della qualità. Il verde sintetico non garantisce benessere, qualità e nemmeno la nostra cultura e tradizione.
Il verde sintetico è riuscito a imporsi sul mercato, all’interno di bioreattori più simili a fabbriche che non ad aziende agricole, producendo maggiore disoccupazione, perché è più conveniente produrre in luoghi in cui non si tutela l’ambiente e i lavoratori, e incide anche sulla biodiversità. Il primato italiano nel mondo è nell’intreccio tra arte e natura, tra paesaggi e retaggi, tra cultura e cibo. Non si tratta di chiudersi in una sorta di autarchia naturale, ma di dare una risposta adeguata e concreta alla globalizzazione e alla standardizzazione planetaria del verde sintetico. E amare la Terra, la Terra tutta, ma a partire dalla propria. Misure per il recupero della biodiversità: gli habitat isolàni dovrebbero essere ripristinati e le aree agricole dovrebbero diventare un vettore di recupero della biodiversità.
Le Amministrazioni dovrebbero dimostrare attenzione all’ambiente in tutti gli ambiti, dagli incentivi alla mobilità dolce, alle scelte in tema di raccolta differenziata, ai progetti di protezione e valorizzazione delle aree verdi a corona dell’isola, all’obiettivo di decementificazione che dovrebbe accompagnare il percorso dei prossimi anni, al percorso di transizione energetica che dovrebbe essere introdotto con forza sugli ambiti pubblici.