LE OPINIONI

IL COMMENTO Il riscatto della natura, piante e animali in festa

In coincidenza con le domeniche ecologiche, che ci hanno fatto intravedere una possibile realtà diversa, fatta di lentezza, camminate, gioia di vivere in comunità e con i bambini liberi da preoccupazione di traffico, c’è stato un rilancio della Natura, un capovolgimento dell’antropocentrismo, in cui – improvvisamente – piante ed animali hanno fatto ingresso nella compartecipazione dell’Universo. Ed è un piacere che questo ribaltamento etico-filosofico si sia verificato e si sia potuto tangibilmente avvertire nella nostra isola, martoriata in agosto da lamentele per un eccesso di antropizzazione. Ed ancor più lusinghiero è che di questo fenomeno di attenzione per il “resto dell’Universo”, per “l’altra metà del cielo” protagonisti siano i giovani. Sembra proprio che la generazione dei ventenni e dei trentenni sia più sensibile ed attenta ai problemi di sostenibilità ambientale rispetto alle generazioni dei quarantenni e cinquantenni, votati a pseudo valori dell’effimero e ripiegati su un “eterno presente”, senza visione di futuro. Mi riferisco, in particolare a due eventi: a Piante in Festa, conclusosi domenica scorsa nella pineta Nenzi Bozzi e anche al fenomeno della deposizione di uova di tartaruga Caretta caretta sulla spiaggia di Forio.

Partiamo da quest’ultimo. Il surriscaldamento del mare, conseguenza del cambiamento climatico, sta determinando – tra l’altro – una contemporanea deposizione di uova di tartaruga, in particolare in Campania ma un po’ dappertutto, fino ad arrivare all’Italia settentrionale. Notizie di Caretta caretta che hanno deposto uova arrivano oltre che da Ischia anche da molti Comuni della costiera amalfitana, da alcune spiagge della Toscana e anche da spiagge del nord Italia, come Jesolo. Evidente che l’innalzamento della temperatura del mare sta provocando una trasmigrazione di alcune specie animali marine (in particolare le tartarughe) dal Sud del Mediterraneo al nord. Bene, in questo fenomeno di trasmigrazione animale, accanto all’intervento qualificato di organismi istituzionali preposti (Aree Marine Protette, Stazioni Zoologiche come l’Anton Dohrn) c’è stata un’ampia partecipazione di giovani e giovanissimi volontari, preoccupati della sorte di specie marine molto importanti. E veniamo a Piante in Festa. Tutto si origina da un Progetto nazionale finanziato dal Ministero del Lavoro, nell’ambito di un bando dedicato al Terzo Settore. Esiste una Rete nazionale di Associazioni dal nome esplicito “Si può fare!” che impegna centinaia di giovani a valorizzare i patrimoni pubblici delle comunità italiane. Dalla Campania al Trentino e al Friuli, 14 associazioni si impegnano al “riuso” di spazi pubblici. In tale ambito, i ragazzi del gruppo Needle, di cui fanno parte giovani d’Ischia, con soli 3 mila euro di dotazione, hanno lavorato ad una valorizzazione ed allestimento della pineta Nenzi Bozzi; hanno fatto un ottimo intervento, col patrocinio morale del Comune d’Ischia. Hanno allestito nella pineta installazioni in legno, facilmente riparabili o sostituibili, come pannelli illustrativi, panchine, tavoli e sedie per esposizioni e picnic. Inoltre hanno realizzato un Giardino secco Mediterraneo. Dopo aver censito il “Sistema urbano delle piante d’Ischia” (Nenzi Bozzi di 0,78 ha, Mirtina di 6,65 ha, Degli Artisti di 5,13 ha, e Pineta di Fiaiano di 18 ha) hanno mappato la Nenzi Bozzi e reso leggibile il censimento attraverso l’inquadramento ottico del QR-code. Infine, hanno ideato un percorso di “caccia al tesoro” per bambini, alla ricerca delle varie specie di piante.

La filosofia alla base di questi interventi è “l’agopuntura urbana”che altro non è che la chirurgica azione di recupero e riuso di spazi pubblici, rispondente alle indicazioni di base dei cittadini .Tessute le lodi per l’iniziativa, adesso rimane il problema di che cosa fare per il futuro, in quanto il finanziamento del Progetto, arrivato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, è stato esaurito in una serie parcellizzata di microfinanziamenti territoriali. Adesso spetta alle singole realtà comunali cogliere al volo l’ottima idea ed impostazione per darle continuità. I giovani impegnati nella Nenzi Bozzi ci hanno riferito che molti degli amministratori e consiglieri del Comune d’Ischia hanno espresso la volontà di dare continuità all’iniziativa, altrimenti il bel lavoro impostato non servirà a nulla e rischierebbe di andare perduto. Nella pianificazione di recupero e riuso delle pinete, oltre al Comune di Ischia bisognerebbe coinvolgere anche il Comune di Barano, proprietario della pineta di Fiaiano. Certo è che, al di là della valorizzazione di un bene che caratterizza la nostra “isola verde”, è anche un’occasione per riconciliare le istituzioni con i giovani, ai quali sta a cuore l’ecologia. I giovani sanno che per “riguadagnare” il futuro, devono impegnarsi per una svolta epocale. Lo dice Papa Francesco in ogni occasione, lo ha detto, in maniera categorica ed inappellabile il premier Draghi nel recente incontro EU-MED di 9 capi di Governo ad Atene: “Non possiamo ulteriormente ritardare la transizione ecologica e lo dobbiamo fare proteggendo i più deboli dagli inevitabili costi sociali che comporterà”. Tradotto in termini elementari, nel processo di riconversione, dobbiamo rendere protagonisti (anche sotto il profilo occupazionale) i giovani. E i giovani sono essenziali in questo processo, oltre che per l’entusiasmo che esprimono, anche per le loro competenze. Essi, che hanno compiuto studi importanti, scientifici o umanistici, hanno tutta l’attrezzatura culturale per capire da un lato la filosofia che è alla base della transizione, d’altro lato hanno le conoscenze scientifiche per attuare il cambiamento. I giovani si appassionano alla filosofia non come “materia eterea” ma come canovaccio di vita concreta, manuale del buon vivere.

I giovani sanno ormai che l’Universo vede “compartecipi” piante e animali, che l’Uomo è una creatura superiore per scienza e coscienza, ma proprio per questo deve rendersi conto che non è da solo su questa Terra. La filosofia insegna, da Giordano Bruno a Baruch Spinoza che c’è “Natura naturans” e “Natura naturata”, che la vita è un susseguirsi perpetuo di fenomeni di autogenerazione e generazione e, secondo un grande filosofo contemporaneo, Slavoy Zizek, quando parliamo di ribaltare l’antropocentrismo, dobbiamo stare attenti. Non dobbiamo commettere l’errore di ritenere che l’Uomo debba lasciare il campo alle piante e agli animali, ma che anzi oggi l’uomo ha un dovere maggiore di controllare i fenomeni naturali, la nostra alimentazione, l’uso del suolo, l’uso dell’energia e i conseguenti inquinamenti di aria, acqua e terreni. Paradossalmente potremmo dire che dobbiamo passare ad un “superantropomorfismo”, nel senso che l’uomo deve controllare i fenomeni naturali da noi stessi innescati. Infine, i giovani amano le espressioni artistiche che esaltano la Natura, dalla musica al teatro, dalla pittura alla danza. E, a proposito di danza, al Politeama di Napoli, il coreografo Virgilio Sieni rappresenta (dal 25 settembre) uno spettacolo green: danzatori che ballano tra le piante che essi stessi portano sul palcoscenico. Un giardino con danzatori. Sì, hanno ragione i ragazzi del Cantiere Giovani: Si può fare! Impegniamoci tutti.

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