CULTURA & SOCIETA'

IL COMMENTO Il sindaco della notte

Pasqua non può che essere un momento di riconciliazione, e non solo riferito all’immane sciagura della guerra in atto, ma perfino per le fratture più banali della società. Tra queste c’è l’annosa controversia tra i fans del by night da un lato e dall’altro i cittadini che, residenti nei pressi dei locali della movida, non riescono a riposare secondo i bioritmi normali del giorno e della notte. Ogni giorno la vita/ è una grande corrida/ ( Ma la notte no!). Sono i primi versi di una brillante canzone di Renzo Arbore, sigla di una trasmissione televisiva di successo (Quelli della notte), degli anni 80. Che stress, che stress, che stress di giorno (Ma la notte no!)… Lo diceva Neruda/che di giorno si suda (Ma la notte no!). Rispondeva Picasso/ io di giorno mi scasso (Ma la notte no!).

Un inno allo svago,alla musica, al ballo, alla notte. Ma con l’eleganza di cui solo uno showman di classe come Arbore è capace. Ecco il punto: come coniugare l’energia vitale giovanile ( e non solo giovanile), il ritmo della musica con il senso della misura,l’educazione, la convivenza umana. Nelle grandi città, e in particolare nei centri storici, sempre si scontrano due diverse e legittime esigenze: il diritto al divertimento ( alla base del quale non può mancare la musica e il ballo) e il diritto al riposo e alla quiete nelle ore notturne. L’isola d’Ischia vive questi problemi soprattutto nel periodo estivo. Questa Pasqua 2022 sembra aprire la stagione turistica con due spinte centrifughe: da un lato la paura e l’angoscia della guerra e del destino di intere popolazioni, da un altro la voglia irrefrenabile di riprendere a vivere, estenuati dalla pandemia, nel pieno dispiegamento delle energie psico-fisiche individuali. Si è constatato che, dopo due anni di pandemia e di contenimento delle relazioni e degli intrattenimenti di massa, la gente e i giovani in articolare hanno voglia di suoni,baldoria,allegria ( purtroppo di alcolici) a volte sfrenata ed incontenibile. Questo non deve erroneamente indurci a credere che la straziante guerra in Ucraina non turbi le coscienze dei cittadini campani e italiani. Al contrario, è proprio la consapevolezza della precarietà degli equilibri mondiali e la coscienza dell’incombenza dei cigni neri che la storia ci ripropone continuamente a spingerci a cogliere l’attimo di un’esistenza che scorre sempre più sul crinale dell’abisso (morale e vitale).

Ma, a seguito dell’esplosione di questa nuova voglia di vivere (Joie de vivre), i segnali che arrivano da Napoli e zone limitrofe vanno chiaramente nella direzione di una regolamentazione più rigida e stringente dei locali di intrattenimento. Il Comune di Napoli, a livello sperimentale, ha operato una stretta sugli orari di apertura e chiusura dei locali della notte, con ispezioni frequenti sulla rispondenza alle norme sanitarie, sulla regolarità dei rapporti con i lavoratori dipendenti, sull’erogazione di alcolici ai minorenni. E’ di moda il termine “malamovida”. Vengono sanzionati i parcheggiatori abusivi della sosta notturna di auto in prossimità dei locali per giovani. A Salerno hanno pensato di delocalizzare baretti, pub e discoteche dal centro urbano in locali costruiti dal Comune sotto la Piazza della Libertà, in prossimità del mare. A Pozzuoli è stato disposto un sequestro preventivo di una discoteca e sono stati denunciati i due titolari, in quanto non in possesso delle autorizzazioni previste dall’art.80 del Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza e privo perfino della licenza di “trattenimento danzante”. E’ infine notizia del fine settimana scorsa che, a Castellammare di Stabia, si sono affrontati e scontrati violentemente bande di ragazzini all’uscita dei locali del salotto buono della città,, che chiudono i battenti a tarda ora della notte.

Ora, premesso che non è facile contemperare le due legittime esigenze di “svago” e di “ordine”, ci possono e devono essere comunque modi di conciliarli. Nello specifico dell’isola d’Ischia, scontiamo la totale assenza di programmazione. Anche nei Comuni isolani dove comunque esiste un Piano Regolatore, di fatto non è mai stata precisata una “zonizzazione” per il trattenimento danzante. Lo stesso dicasi per la mancanza di moderni Piani commerciali e per la mancanza di zonizzazione per i livelli acustici. Fino ad una certa epoca è stato possibile godere di locali in spazi aperti, dislocati lontano dai centri abitati, dopodiché tali locali sono stati spinti e ingoiati nei centri abitati, allargatisi a macchia d’olio per il crescente abusivismo edilizio. E spesso si sono dovuti allocare in locali sottoposti rispetto al livello di strada , in condizioni poco areate e inadatte alla salute dei giovani. Registro, però, che il noto imprenditore della “night economy” ischitana, Marcello Bondavalli, ha acquisito altri locali nella Piazzetta dei Pini, occupando anche il piano superiore ex ristorante,trasformandolo in un’accogliente Suite Bistrot, adatto in particolare a feste, cerimonie ed eventi, per cui si va a riempire anche la fascia oraria pomeridiana e serale, oltre il By night.

In altre pareti d’Europa, hanno invece trovato un modo di risolvere il dilemma, senza mortificare né l’energia vitale dei giovani né il riposo dei residenti. Hanno creato una figura terza che, per esempio ad Amsterdam chiamano “Sindaco della notte” (nachtburgemeester). Tale figura, esistente anche in un centinaio di altre città europee,a volte è indipendente ed è scelto dalle parti in causa, altre volte è direttamente collegato al Comune (come una specie di “Difensore civico” o “ombudsman” che dir si voglia). La funzione di questa figura non è quella di “ascoltare” le lamentele, bensì quella di mediare continuamente tra residenti e locali della movida notturna. Nel caso di “Sindaco della notte” espressione diretta comunale, egli svolgerebbe il doppio compito di mediare ma anche di proporre all’amministrazione comunale soluzioni regolatorie. Il Corriere della Sera ha intervistato il Sindaco della notte di Amsterdam, che ha avuto anche l’idea di approfondire i problemi della “night economy” nelle città italiane di Torino e Bologna e ha precisato però che non esiste un modello unico applicabile alle diverse realtà, ma un arricchimento di conoscenza di più realtà urbane serve comunque ad ampliare la capacità di trovare soluzioni per la propria realtà da disciplinare. E’ lecito sperare che l’isola d’Ischia, da tutti ritenuta una gemma turistica,possa guardare con attenzione a questa soluzione dei problemi della notte, che è semplice, non rivoluzionaria, non costosa? E c’è qualche candidato , tra le liste elettorali dei Comuni isolani che a giugno o l’anno prossimo si sfideranno, interessato ad approfondire il tema? Ci potrà essere traccia di questa soluzione nei loro programmi (ammesso che abbiano intenzione di elaborare e proporre un programma elettorale)? Per riprendere il testo della canzone di Arbore: “Ogni giorno è una lotta/ Chi sta sopra e chi sotta (Ma la notte no!). Una cosa è certa: che, nella lotta quotidiana, chi sta sopra troppo spesso si dimentica di chi sta sotto.

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