IL COMMENTO Il sogno di un miracolo ischitano
DI LUIGI DELLA MONICA
Qualche giorno fa sul Corriere della Sera mi è capitato di leggere una frase di P.I.F., il geniale autore siciliano de “la mafia uccide solo d’estate” che rievocava il termine con cui Tano Badalamenti definiva il martire Peppino Impastato: U’ scassaminchia.
Questa definizione poco garbata, che per il giovane neppure trentenne di Cinisi (inm provincia di Palermo) condusse alla morte violenta per mano di “cosa nostra”, se riflettiamo a mente fredda, è estensibile a tutti i mentori di legalità. Lo Stato, lento, lento ha vinto contro una omertà, un silenzio ed una complicità di alcuni compaesani, presunti amici degli amici, che avevano prestato la loro linda e pinta identità, ovvero i loro servizi professionali ad un figuro che alcuni sapevano, altri immaginavano che potesse essere, ma si sono voltati dall’altra parte.
Non voglio sembrare ossessivo o profetico di fantomatiche sciagure sull’argomento del potenziale rischio di infiltrazioni malavitose sull’isola, ma la mia sensibilità è stata colpita dalla fine terrena del mito di Gina Lollobrigida, una donna che ha celebrato la storia del neorealismo cinematografico ad Ischia. All’epoca del suo film “Campane a martello” del 1949, un’isola prostrata dagli stenti e dalle sofferenze della seconda guerra mondiale a poco, a poco mostrava il suo volto genuino e puro, impresso per sempre come prova indelebile della storia nella macchina da presa. Un’icona nostalgica che forse non tornerà mai, ma proprio per quella sua autenticità schietta ed autentica, di lì a poco avrebbe accolto i più famosi personaggi del Mondo: da Agnelli a Onassiss, da Maria Callas ad Angelo Rizzoli… Ebbene la Sig.ra Lollobrigida, già famosa in Francia di conto suo, in Italia, dopo appena tre o quattro anni dalla esperienza ischitana, salì alla ribalta con il personaggio della “Bersagliera”, indimenticabile scugnizza della povera Ciociaria, che denunciava le brutture della povertà e della sofferenza degli umili, delle persone che avevano un solo vestito ed un solo asino, ma che in fondo, in fondo sapevano amare e trovare la felicità nel sorriso degli altri.
Il povero paese di Sagliena in provincia di Frosinone, celebrato nella pellicola dell’Immenso De Sica – lo stesso di “Vacanze ad Ischia” 1957 – non era dissimile dalla crudeltà del pregiudizio che incontravano sull’isola d’Ischia i personaggi interpretati dalla Lollobrigida e da un’altra donna che faceva impazzire di passione gli uomini del tempo Yvonne Sanson. Oggi abbiamo dismesso quella indigenza, non esistono più gli stracci per lavorare e l’abito della festa, ma abiti griffati, macchine di lusso e conti correnti con saldi cospicui. Scusate un attimo. Ma non è lo stesso contesto sociale in cui si era mimetizzato Matteo Messina Denaro? Gli sono bastati un amico di vecchia data, un agricoltore ed un medico per rimanere invisibile almeno 15-20 anni dei suoi 30 di latitanza. Non credete che Ischia, come la inchiesta romana su “Mafia Capitale”, abbia le potenzialità per diventare una lavatrice di soldi, che si mimetizzano con quelli onesti? In questo quadro si inserisce la mia qualifica di “scassaminchia” di mentore di verità scomode, che potrebbero far storcere il naso a qualche benpensante e forse tentare di isolare, imbavagliare, imbrigliare il mio pensiero. No cari lettori, il mio umile contributo è scarnificare le coscienze degli indifferenti, rammentare che in questo momento storico, mediatico, sociale i bisogni di Ischia, le sofferenze dei nostri fratelli alluvionati di Casamicciola debbono essere quelli di tutti noi 68 mila abitanti e stringerci tutti insieme per portare delle proposte di aiuto strutturali, concordi e congrue. Non è più il tempo di dire: “dateci i soldi che poi ci pensiamo noi”; dobbiamo chiedere benefici specifici e circostanziati. Il lutto per le vittime e le ferite psicologiche conseguenziali alla perdita della casa, dell’ufficio, del posto di lavoro, sono pessimi consiglieri di lucidità, ma ci devono indurre a stringere i denti e mostrare l’orgoglio ischitano di risollevarsi velocemente e con grande senso di realtà. Se si aspetta che le soluzioni vengano dallo Stato, burocratizzato e macchinoso della terraferma, con il terremoto stiamo a cinque anni, con l’alluvione rischiamo di sforare.
Non verranno? Verranno lentamente? Ma mai si inizia, mai si riceverà risposta.
Il motivo di fungere da “scassamichia”, il Direttore mi passerà la terminologia prosaica, è quello di evitare di incorrere nell’errore della presunzione di saper fare tutto e di sapersi autogestire perché siamo isolani. L’isola è un valore aggiunto ed inestimabile, perché ricorda alla coscienza sociale che l’uomo in una comunità a stretto contatto con la natura può esemplificare un stile di vita maggiormente ecosostenibile e fare impresa, attraverso la green, la net e la blue economy (verde, telematica e azzurro del mare). In altri termini, non servono grattacieli, torri e giungle di cemento per fare economia, questo è il valore immateriale dell’isola d’Ischia. Ma la icona di isola più bella del Mondo, che ci è stata assegnata nel 2022, rischia di ritorcersi contro come un boomerang inarrestabile, se non ci coalizziamo per suggerire allo Stato rimedi correttivi dei siti disastrati: soltanto chi abita il territorio lo conosce profondamente e sa come migliorarlo! Ma sicuramente lo Stato è chiamato alla vigilanza rigorosa. Nella mia professione fanno male credetemi le voci delle persone che mi dicono: “avvocato io come avete detto voi ho denunciato, ma a cosa è servito? Perché hanno archiviato”; oppure altri che mi riferiscono aver chiesto aiuto contro il racket e l’usura hanno chiuso lo stesso le proprie attività economiche; ancora vedere i beni confiscati alla mafia venire gestiti con iter burocratici destinati ad individui con la pazienza di Giobbe.
Di tali beni immobili sappiano averne diversi sull’isola, ma non valorizzati socialmente o culturalmente, perché l’imperativo categorico è: un tetto? un bed, un breakfast. Cultura, cultura e sempre cultura, studio ed informazione donano l’emancipazione di un popolo sovrano e questa sovranità non si esercita attraverso i politici, ma grazie al diritto dovere di informazione che a volte, troppo spesso, è portato avanti dai “scassaminchia”, quelli stessi che giovani dal coraggio da leoni in mezzo ai draghi sputa fuoco, negli anni 70’, urlavano in faccia ai mafiosi che il mondo non gli apparteneva ed un gregge di indifferenti in quei 100 passi che separavano il covo dei malavitosi dalla casa del povero grande Peppino Impastato con il loro silenzio decretavano il potere di morte che si arrogò “Tano seduto Badalamenti” a mandare l’omicidio di un ragazzo.
Isolani non permettiamo che questo momento di debolezza ci faccia permeare da occulti fenomeni criminali. Alziamo la testa con dignità ed orgoglio, dimostriamo che la isola più bella del Mondo è abitata non da pitecussai, ma da ospitali persone di buona volontà e da grandi intelligenze precorritrici del progresso sociale ed economico italiano, del miracolo ischitano.
* AVVOCATO
Lieber Luigi, danke für Ihren aktuellen Kommentar, den ich, ebenso, wie alle vorigen, mit großem Interesse gelesen habe. Ich bin die Chris aus Berlin, die eine spezielle Liebe zu Ischia entwickelt hat, die soweit ging, dass mein Mann und ich im April 2020 für immer auf die Insel ziehen wollten. Dann machte Corona uns alles kaputt.
Ich verfolge täglich die Geschehnisse bei euch, habe dazu hier, bei Il Golf24, schon mehrere Kommentare geschrieben. Als diplomierte Wirtschafts-Ingenieurin habe ich einen etwas anderen Blick auf die Geschehnisse, sehe die Dinge weniger prosaisch. Die Hilfsgelder vom Staat, von der EU, müssen kommen, keine Frage. Aber, sie müssen dann auch optimal eingesetzt werden. Meiner Meinung nach für die Befestigung des Berges und dessen Abhänge. Vielleicht sollte man sich einmal auf der portugiesischen Insel Madeira die Wasserabflüsse von den Bergen ansehen, die sogenannten Levander. Dazu auch die Bewässerungssysteme. Der Epomeo muß dringendst “renoviert” werden, das A und O überhaupt, bevor man sich die Ortschaften darunter vornimmt. Terrassenfelder um den Berg anzulegen wird viele Jahre in Anspruch nehmen, aber auf Dauer mehr Sicherheiten für die Bewohner und auch Arbeitsplätze schaffen. Ja, es wird dauern, aber, es gilt, schnellstens mit den Arbeiten zu beginnen!!! Der Berg muß befestigt werden, daran besteht kein Zweifel mehr, oder? Casamicciola ist bis zum Ende dieser Arbeiten leider kein sicherer Ort mehr. Auch deshalb nicht, da hier die Gefahr eines Erdbebens besonders groß ist. Sicher möchte man nicht riskieren, was 1888 dort passiert ist, tausende Einwohner und Touristen zum Teil lebendig unter den Trümmern für immer begraben wurden. Nun kommen die Gefahren durch Erdrutsche noch dazu. Was nützt es, die schönste Insel der Welt zu sein, wenn sich kaum noch ein Tourist traut, dort Urlaub zu machen?
Die staatlichen Gelder müssen also erstrangig für Sicherheitsmaßnahmen eingesetzt werden, für die Gesundung des Epomeos! Aufforstungen, Terrassenfelder, Levander, Beseitigung von Immobilien, die dort nicht hingehören usw.
Würde mich über einen regen Meinungsaustausch freuen. Meine E-Mail-Adresse ist der Redaktion bekannt. Mit herzlichem Gruß aus Berlin, eure Chris
Condivido i suoi allarmismi, perché la “rinascita” dell’isola ha bisogno di fondi statali ingenti, e purtroppo l’odore di soldi attira le vespe come il miele! È un film già visto in Campania con la ricostruzione post terremoto dell’80, che ha determinato l’aumento esponenziale di truffe, clientele e camorra.
Non vorrei essere pessimista ma…ci vorrà quasi un miracolo affinché l’isola non si trasformi definitivamente nel peggior clone partenopeo del malaffare!