IL COMMENTO Il virus e il cittadino untore e capro espiatorio
di LUCIANO VENIA
Le colpe gravi di una classe politica inadeguata, incerta e contraddittoria vengono ribaltate sulla comunita’ dei cittadini. Il popolo viene accusato di irresponsabilita’, leggerezza, menefreghismo quasi a essere unico colpevole della diffusione del virus mentre i grandi media oscurano nell’oblio la condotta del ceto dirigente e di certi ambiti decisionali in perenne reciproco contrasto. Si celano ritardi, errori, abusi. E’ il cittadino l’unico accusato di comodo fino a quando, si spera presto, la Magistratura non illuminera’ le responsabilita’ vere e le perseguira’ secondo le norme dell’ordinamento. Questa operazione di trasferimento delle censure dai colpevoli agli innocenti echeggia pratiche arcaiche dei popoli orientali. Il rito del capro espiatorio. Il sacerdote metteva le mani sulla testa del capro vivente e confessava su di lui tutte le colpe e ogni peccato. Carico di queste iniquita’ il capro veniva lasciato libero nel deserto. Oggi il deserto e’ una massa informe di individui anonimi ed omologati all’unico verbo della videocrazia liberista. Una moltitudine condizionata e priva di una solidita’ culturale dopo venti anni di crisi economica e di pensiero unico che viaggia nella rete e nei container da un capo all’altro del mondo. Infatti come affermava Galli della Loggia sul Corriere della Sera ogni crisi economica e’ innanzitutto una crisi di pensiero.
Ecco che il regime rossogiallo capitalcomunista rispolvera la buona idea degli untori, persone a cui dare ogni colpa salvando la monarchia e la corte. Come e’noto untore ev iene detto chi durante la peste di Milano del 1630, era sospettato di diffondere il contagio applicando a persone e cose unguenti infetti; abbastanza comune l’espressione “Va, va, povero untorello”, che nei “Promessi Sposi” del Manzoni un monatto rivolge a Renzo (facendola seguire dalle parole “non sarai tu quello che spianti Milano”), indirizzata a persona che si atteggia a gradasso, giudicata tuttavia incapace di fare effettivamente del male; e anche “Dagli all’u.!”, a proposito di vociferanti quanto immotivati atteggiamenti persecutori. Definizioni da Oxford Languages
Non vi puo’ essere quindi alcun dissenso poiche’ “ogni contenibile e’ contenuto nel contenitore” e ogni opposizione serve ad avvalorare il governo, ogni no serve solo a dare superiore credibilita’ al si di una maggioranza precostituita e plagiata cosi’ come insegna Ernst Junger in “Nel bosco” (Trattato del ribelle) edito da Adelphi. Non e’ mai colpevole allora un governo che nel bilancio riduce gli organici di medici e paramedici, cancella stanziamenti alla sanita’ pubblica, opera tagli consistenti di risorse, chiude gli ospedali, indica protocolli poi risultati inefficaci o scientemente scarta altre possibilita’ integrative di cura. No, la colpa della diffusione del virus deve essere imputata a chi passeggia vicino al mare per respirare e meditare, chi si espone al sole sulla spiaggia per recepire vitamina d che protegge dalla infezione, chi rincasa in ritardo, chi si allontana dal recinto che il regime ha disegnato senza contraddittorio, chi si ostina ad acquistare nel piccolo negozio di prossimita’ e non si mette in fila per consegnare i suoi soldi alle multinazionali dei supermercati e alla vorace delinquenza bancaria. Siete voi, siamo noi i colpevoli. Eppure sommersi da un mare di menzogne noi resistiamo, dobbiamo resistere. Come gli studenti davanti ai carri armati comunisti di piazza ten a men come i leoni della Folgore ad El Alamein ridotti a lottare a mani nude contro i carri armati inglesi. “Tutti ci credono già annegati, ma noi torniamo sempre a galla, portando addirittura, su dagli abissi, qualcosa che a nostro parere ha valore, e che forse un giorno brillerà anche agli occhi degli altri” dice Friedrich W. Nietzsche. Noi ci ostiniamo a innalzare il libro della Costituzione e della Liberta’.