LE OPINIONI

IL COMMENTO In bocca al lupo, ma che augurio è?

La brutta espressione “In bocca al lupo” è una forma sgradevole di  augurio da cui deriverebbe il significato pazzescamente immaginato e la pretesa della buona fortuna che si rivolge a chi sta per sottoporsi ad una prova rischiosa o difficile. Niente di più sbagliato. Sarà una mia fissazione, ma questo tipo di augurio dal significato letterale contraddittorio, proprio non mi va giù. Mai formulerei i miei sinceri auguri ad un’ amica, un amico o sia pure un semplice conoscente, con la fin troppo abusata e sconveniente espressione “In bocca al lupo.”

Secondo la mia convinzione e spero possa essere anche di tanti altri dopo aver letto e compreso questa mia nota, “In bocca al lupo” non può significare altro che ritrovarsi nella bocca del lupo senza se e senza ma. Perchè il lupo con la sua voglia famelica prima di mangiarti e mandarti a brandelli al Creatore non perde tempo a chiedere il permesso a nessuno prima di consumare indisturbato il suo prelibato…pasto. La gente si riempie la bocca con questo assurdo tipo di augurio e ne fa uso senza sapere esattamente cosa dice e cosa sta augurando all’amico o anche addirittura ad una persona cara di famiglia, fratello o sorella, padre o madre o cugino. C’è chi fa gli auguri al plurale dispensandoli in… abbondanza quando dice proprio così: “ Ti faccio tanti, tanti, tanti in bocca al lupo”. Roba da matti. Pare che questa formula abbia un’origine molto antica e che sia nata come augurio scaramantico per i cacciatori che andavano a caccia nei boschi. La loro risposta era “crepi il lupo” (crepare = morire, il lupo deve morire). La frase rituale aveva dunque l’intenzione di allontanare il pericolo. Ma ora gli auguri, usando l’animale feroce, vengono formulati ad ogni occasione affinchè all’amico capiti il meglio, anche se gli àuguri di finire nella bocca del lupo. Quindi non si capisce che augurio è.

Ma i ben pensanti per giustificare la loro strana formula di augurare il bene al prossimo, si attaccano a quella famosa leggenda che parla di una lupa buona che salvò due gemelli dalle acque del Tevere e li allevò con il suo latte: quei bambini erano Romolo e Remo, uno dei quali sarebbe diventato il mitico fondatore di Roma. La lupa li prese proprio con la bocca, come fanno i cani, i gatti e, in generale, i mammiferi a quattro zampe. Le madri in questo modo proteggono i loro cuccioli e così, secondo una versione più politicamente corretta e che va nella direzione della protezione degli animali, la bocca del lupo sarebbe un posto sicuro. Si rammenti però che questa leggenda generò anche un certo Caino…Ma anche la risposta che si dà a questo assurdo tipo di augurio tutto italiano, mi lascia perplesso laddove la contraddizione è evidente. Intanto all’augurio in bocca al lupo si risponde, come facevano gli antichi cacciatori, senza capire la partata della risposta, crepi il lupo. Quindi mentre si invoca l’animale a che tutto vada bene, dopo per tutta riconoscenza lo si vuole morto. Bel senso di gratitudine verso…l’amico lupo che a saperlo ti mangerebbe subito. Vikipendia spiega e suggerisce: “Qual è il modo giusto e corretto di rispondere alla frase, all’augurio “in bocca al lupo”? Intanto diciamo che non si dice imbocca al lupo anche perché imboccare il lupo probabilmente non è una saggia idea. Detto questo sicuramente non si risponde “crepi il lupo” cioè che il lupo muoia. Ferma tutto, prima di spiegare come si risponde correttamente spieghiamo che l’augurio in bocca al lupo significa ti auguro che vada tutto ok, tutto liscio o anche buona fortuna. Detto questo il modo giusto di rispondere è grazie o lunga vita al lupo o evviva il lupo”. QAuesto lo dice, ripeto, Wikipendia. Perché proprio il lupo? Già protagonista delle fiabe dello scrittore greco Esopo (620 a.C. – 564 a.C.) e dello scrittore latino Fedro (attivo nel I secolo d.C.) da sempre al lupo si sono associate le idee di un animale selvaggio, molto affamato, crudele, falso, pericoloso e violento. Per calmare quello terribile che terrorizzava la città di Gubbio,fu necessario addirittura l’intervento di san Francesco d’Assisi. Lo incontrò, con le sue parole riuscì a calmarlo e lo portò con sé nella piazza principale dove si radunò subito una folla che acclamava il miracolo e voleva ascoltare la predica del Santo: la pace fu fatta tra Gubbio e il lupo, perché i cittadini si impegnavano a nutrirlo e lui a non fare del male a nessuno. Ma la storia universalmente più famosa è di sicuro quella di Cappuccetto Rosso, dove il lupo, famelico e traditore, mangia la nonna e la bambina prima di essere ucciso dal guardiacaccia. Anche Pierino se la vede brutta con il lupo nell’opera del compositore russo Sergej Prokof’ev e i Tre Porcellini sono un’altra fiaba tradizionale europea in cui il lupo è sempre rappresentato come un animale feroce e cattivo. In ogni modo “crepi il lupo” o “evviva il Lupo” come risposta contraddittoria nei due sensi all’ “augurio” imbocca o in bocca al lupo, meglio cavarsela con la formula sicura “Buona Fotuna” o semplicemente “Tanti auguri” e “Augurissimi”.

antoniolubrsno1941@gmail.com

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Elena

In bocca al lupo è uno degli auguri più belli che di possano fare, perché ti augura di essere sempre al sicuro dai pericoli, proprio come quando si sta nella bocca di una mamma lupa che protegge i suoi cuccioli. Per questo è sbagliato dire crepi ma viva il lupo

Elena

Per dare ulteriore prova di ciò ricordo che i fondatori di Roma sono stati allattati da una lupa la quale li teneva appunto in bocca come i suoi cuccioli…

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