LE OPINIONI

IL COMMENTO Ischia chiama, Napoli risponde

DI LUIGI DELLA MONICA

Si è svolta nell’aula Metafora, Centro Direzionale di Napoli, Piazza Coperta Palazzo di Giustizia, una accorata assemblea dell’Assoforense Isola d’Ischia, la quale ha proclamato piena ed incondizionata astensione dalle udienze penali e civili, con il sostegno vivo, incondizionato e solidale del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli. L’Ente Superiore del Foro di Napoli, presieduto dal Suo giovane ed eccelso Avv. Carmine Foreste, da sempre vicino ed alleato alla reiezione del “pasticciaccio della via Michele Mazzella”, ha tuonato contro lo storno delle udienze penali dal territorio isolano, che preluderebbe anche al sistematico smantellamento del comparto civile.Il vice Presidente Avv. Alfredo Sorge stigmatizza che “Il Consiglio dell’Ordine è oggi come sempre in prima linea per rivendicare i diritti dei cittadini e dei colleghi dell’isola di Ischia. Per la prima volta una assemblea generale degli avvocati con contestuale astensione da tutte le udienze civili e penali per favorire la partecipazione a questo momento importante in cui verrà levata alta la voce dell’intera Avvocatura: no alla trattazione presso la sede di Napoli delle cause penali del tribunale di Ischia. Innumerevoli volte il presidente del tribunale è stato sollecitato dal Consiglio dell’Ordine ad indire la procedura di interpello per l’assegnazione di un nuovo magistrato togato che rappresenta una strada obbligata per scongiurare gli enormi disagi e pregiudizi, anche economici e di ordine pubblico, che il provvedimento sta procurando alla cittadinanza, alle forze dell’ordine (quali testi di P.G.) ed agli Avvocati ischitani. Dette richieste sono state disattese, con conseguenze assolutamente negative sulla durata dei processi e pregiudizio per tutte le parti e la cittadinanza. L’assemblea di oggi costituisce un importante tassello verso la revoca del recente provvedimento della presidenza del tribunale e verso l’accelerazione del preannunciato provvedimento governativo di stabilizzazione della stessa sede giudiziaria”.

Sottolinea il Consigliere Sergio Longhi che “La situazione è certamente grave e direi anche vergognosa. Appare davvero strano come non siano le Istituzioni stesse ad accorgersene e a darsi da fare perché tutto ciò non accada e perché il territorio in questione non perda questo presidio di legalità. Lo Stato centrale non corre ai ripari, non si cura di rimediare a questa anomalia gestionale, non prevedendo, invece che tamponare le emergenze; si approda al paradosso che sempre i cittadini, la classe forense, i Sindaci e gli altri attori Istituzionali locali devono accollarsi il fardello di protestare, manifestare, esporre il disagio a cose fatte. Non vi è stata la lungimiranza di alcuni politici e\o di alcuni Magistrati di ieri e di oggi a prevenire il fenomeno della irreversibile soppressione. Non è tollerabile una disattenzione inversamente proporzionale a quella giustamente dedicata al comparto scuola e sanità: la Giustizia è il cuore del corpo umano che costituisce la vita civile”. A mio sommesso avviso si tratta di uno smacco alla comunità, rispetto alla quale, è cronaca dei quotidiani delle scorse settimane, non esiste un metodo democratico ma coercitivo di indurre un Magistrato, disagiato perché deve ridursi al “livello” di un semplice pendolare, a celebrare le udienze sul territorio isolano. Tutti a Napoli, nella sede centrale, mentre l’isola sarà un ritrovo per pensionati e disoccupati o conviventi con la famiglia di origine. Vedete cari lettori, una sorella di mia nonna ischitana, al tempo, ci troviamo all’incirca l’immediato dopoguerra, anni ’50 veniva sull’isola a dispensare lezioni di pianoforte: il collegamento era costituito da un traghetto, chiamato vapore, al mattino ed uno la sera: stop! Stiamo davvero ritornando a quei periodi nefasti, ovvero di arretratezza socio-economica? Al momento, sembra di sì, perché abbiamo pochi magistrati napoletani avvezzi al mare e marcatamente deboli di stomaco, perché ad Ischia non vogliono venire, se non per le loro ferie estive.

Dimenticavo di ricordare alla utenza che per disposizioni interne, onde garantire l’avvicendamento dei sacrosanti – e non sono ironico in questo – piani ferie del personale addetto al comparto giudiziario, dai cancellieri, agli ufficiali, sino ai giudici, dalla metà di luglio al dieci settembre le udienze e le attività di supporto sono celebrate solo per le urgenze. Nel 2015 se ne venne il Premier Renzi a dichiarare demagogicamente che uno dei ritardi della Giustizia era proprio il privilegio dei 45 giorni di pausa feriale per il decorso dei termini processuali, tanto che lo riformò in giorni 30, dal 01 al 31 agosto: ottima intuizione, che ha aumentato i costi per la utenza, poiché gli avvocati devono rimanere vigili sentinelle dei diritti dei loro assistiti fino alla fine di luglio e rientrare dalle ferie una settimana prima della fine di agosto. La soppressione del Tribunale ad Ischia si iscrive in un quadro di disagio devastante, perchè proprio nei quadrimestri dall’autunno alla primavera inoltrata, allorquando la vita giudiziaria è al suo culmine, le udienza in area insulare sono frequentemente rinviate d’ufficio per avverse condizioni meteo, perché non si riesce per la magistratura togata a reperire una persona o più persone disponibili a trasferirsi stabilmente, ovvero a imbarcarsi da Napoli o da Pozzuoli al fine di servire con abnegazione ed amor di Patria, come invece fanno il corpo insegnante e quello sanitario; in estate, si assiste ad una più contenuta attività, se si eccettuano giugno e parte di settembre. Il mio contributo giornalistico non è teso a criticare aspramente quei giudici, i quali non sono inclini a lavorare su Ischia e per Ischia, perché le contrapposizioni di classe, per così dire lobbystiche, sono sempre nocive, ma è inevitabile sottolineare la discrasia, per cui un membro delle Forze dell’Ordine, ovvero del settore ospedaliero, possa ricevere un durissimo richiamo disciplinare nel caso si rifiuti di raggiungere le sede di servizio su di un’isola, mentre nel caso della persona del Giudice si possa ardire di chiudere un ufficio pubblico. Ribadisco che appartengo alla generazione del fenomeno “Mani Pulite”, di quei giovani arrabbiati e frustrati dalle violentissime morti di Falcone e di Borsellino, che avrebbero spaccato le pietre a testate, pur di ristabilire la legalità in quella Italia funestata e prostrata dalle ceneri della Prima Repubblica. I cittadini italiani, primi fra tutti gli ischitani, amano e rispettano i giudici, i tutori dell’Ordine e le persone di legge, ma non possono tollerare di essere abbandonati all’oblio istituzionale. Pertanto, si auspica un ripensamento del Palazzo del Potere dell’ultima ora, per garantire ad Ischia, la dignità di città e di presidio di legalità, in questo posso testimoniare storicamente l’Avvocatura isolana da oltre 30 anni non ha mai arretrato di un passo, ieri con i Presidenti ed i Direttivi dell’Assoforense Ischia, via via succedutisi nel tempo, ed oggi con la task force capitanata dall’Avv. Alberto Morelli ed i Suoi Consiglieri Avv.ti Immacolata Capuano, Cristiano Rossetti, Raffaele Pesce, Vito Manna, Carmine Passaro e Pasquale Pacifico, i quali tutti combatteranno come leoni.

* AVVOCATO

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