IL COMMENTO Ischia combatta per il suo tribunale

DI LUIGI DELLA MONICA
Mi sono chiesto, più e più volte, perché la comunità isolana sia stata in grado di manifestare recisamente per gli abbattimenti delle abitazioni e giammai per la tematica della soppressione del Tribunale, oppure per il sottodimensionamento dei trasporti terrestri e marittimi, se si eccettua il pittoresco, quanto sterile, “caccavella day”, anni or sono. Una diffusa indifferenza che alberga nella mente del cittadino medio, il quale attende solo il giubileo laico con la ordinanza prefettizia del divieto di sbarco dei veicoli a targa campana, la quale presagisce l’inaugurazione della stagione dei 4 mesi estivi; un piccolo fuoco fatuo a Pasqua di ogni anno, per racimolare qualche spicciolo nei ponti primaverili e poi tutta forza a richiedere somme astronomiche per servizi obsoleti e di basso profilo, tutto motivato dalla frase lapidaria ricordata al forestiero: stai a Ischia, l’isola più bella del Mondo, taci e paga… Indubbiamente l’abusivismo di necessità merita attenzione mediatica e politica, perché stritolare un povero peccatore, per poi tacere a fronte di azioni macroscopiche commesse da soggetti potenti ed a scopo di grosso lucro, rischia di sconfessare l’operato della macchina statale.
Io penso che il peggior nemico della mentalità isolana sia proprio l’isola stessa: una realtà territoriale geomorfologicamente complessa che ingenera la sindrome dello “scoglio”, vale a dire una sorta di epidemia diffusa a non voler lasciare l’isola per nessun motivo al Mondo, se non per scelta voluttuaria, che ingabbia ciascuno di noi nella incapacità di relazionarsi alla terraferma, come se questa ci dovesse qualcosa, si dovrebbe pronare alla bellezza di Ischia, senza voler minimamente pensare che Capri è una dimensione a se stante e che Procida, progressivamente, scippa alla cugina fette rilevanti di turismo elioterapico, pur non avendo le terme. Non mi voglio ripetere con il mio trascorso articolo sulle terme di Milano, ma a fronte chi sostiene che l’aria padana sia imparagonabile a quella ischitana replico che il lago d’Iseo è nelle vicinanze di Abano Terme ed il lago di Garda nell’area nord ospita Sirmione, per non parlare del Sud Tirolo, che in Merano coniuga termalismo e settimana bianca per tutta la famiglia. Volete sapere il costo per due ore di fruizione della struttura tirolese in marzo 2025 ? Due adulti ed un bambino 54 euro. Nonostante ciò, la cittadinanza isolana dorme nel suo torpore, beandosi che qualche illuminato della penisola si inventi da solo tutti i rimedi delle carenze strutturali di Ischia, le finanzi con propri fondi, ma ci si è guardati bene dall’attingere i tristemente noti 350 milioni del Patto per lo Sviluppo, che non provocano manifestazioni collettive di sdegno, di riprovazione, di dibattito pubblico. Il Tribunale di Ischia starebbe per essere inghiottito nel gorgo della indifferenza dei 66.600 residenti isolani, se eccettuo i 400 avvocati, perché è solo affar loro la soppressione della sede distaccata di Napoli.
Eppure la battaglia ideologica risale nella storia del compianto Avv. Nello Mazzella, notissimo anche per l’associazione “Comune Unico”, ma proprio non fa breccia negli spiriti narcolettici degli ischitani. Alcuni bisbigli perfino sono compiaciuti di tale decisione, ormai chiaramente di matrice giudiziaria in senso stretto, perché Magistrati contro Avvocati hanno deciso tale sciagurata cesura della amministrazione della Giustizia. Non è mio compito sostituirmi all’Assoforense Ischia di cui faccio parte, non avendone né titoli, né deleghe, ma sono immensamente vicino al Presidente Alberto Morelli in questo giorno infausto, che vede una luce in fondo alla tempesta con l’avvento della consiliatura regionale dell’Avv. Maria Grazia Di Scala e della stretta coorte dei sei Sindaci. Il dramma è quello di constatare nei 25 anni di mia esperienza professionale che i cittadini su questa tematica rimangono inerti, oppure sono tifosi della soppressione o della permanenza in base all’avvocato di cui sono clienti, a seconda che sia strutturato in Napoli, oppure sia solo operativo sul territorio insulare. Una sorta di diatriba tra tifoserie, questo il modo di interpretare dalla gran parte degli ischitani i gridi di dolore dell’Avv. Giampaolo Buono, apparso nell’editoriale di domenica scorsa e sulla falsa riga delle parole dell’Avv. Alberto Morelli e dell’Avv. Cristiano Rossetti. Ischia deve mobilitarsi socialmente per recepire la gravità del problema Tribunale, senza che ormai ci giriamo intorno e continuiamo a logorarci gli animi. Il primo sito della infissione della Bandiera italiana è il Presidio Militare della Reggia di Ischia, a seguire i palazzi di città, ma la sede deputata alla effettività dei principi democratici rappresentati da quella Bandiera è proprio il Tribunale. Se il Consiglio Giudiziario ha ardito calpestare la dignità degli ischitani è accaduto perché la Magistratura ha chiaro il quadro della divisione e della incertezza sulla tematica nella coscienza della opinione pubblica, per cui ha compiuto questo drammatico gesto storico. Senza il suo Tribunale Ischia si retrocede a colonia di cura e di soggiorno dei potenti di turno della terraferma che ne apprezzano la bellezza, ma non la capacità di autodeterminarsi della sua popolazione, sempre pronta ad inchinarsi al fato, ma non combattere per cambiarlo, salve le dovute eccezioni.
Friederic Nietsche per superare culturalmente osava affermare “Dio è morto”, ma con la soppressione della sede distaccata del Tribunale, Ischia, la bella Ischia, muore. I due contendenti in una causa civile, oppure imputato e parte civile, nel brevissimo futuro sanno di dover dotare il proprio legale di un cospicuo fondo spese per le trasferte, anche se dimenticavo che la riforma del processo telematico ha risolto tutto… Molti non ricordano che il processo di Norimberga venne insediato proprio nel cuore pulsante della ideologia nazista, per piegare l’aberrazione germanica di questa brutale simbologia, che doveva eclissarsi con una sentenza di condanna emessa da un Tribunale, espressione delle libere istituzioni democratiche degli Alleati, vincitori del secondo conflitto mondiale. Il Mondo intero, dopo avere schiacciato i nazisti, in casa loro, nel punto nevralgico della loro propaganda ha inteso ostentare a quei criminali il principio del giusto processo che infligge una giusta condanna. Ischia, che ha un Tribunale nel suo territorio da oltre 300 anni risalenti al Re Carlo III di Borbone, ma le cui origini si perdono ancora prima nel vicereame spagnolo, osserva passivamente la perdita di questo presidio di legalità e non riesco ad immaginare un diverso atteggiamento, se nel futuro dislocassero i Comandi delle Forze dell’Ordine. Queste ultime senza un Magistrato di riferimento sul territorio non hanno la stessa valenza; la specificità del territorio, del contesto sociale da cui si origina una condotta oggettivamente antigiuridica, ai fini della formazione del convincimento del giudicante nella applicazione della legge al caso concreto viene del tutto a mancare. La soppressione di un Tribunale su di un territorio è frutto di una scelta strategica di marginalizzazione e sottomissione al potere centrale di quel territorio stesso, ma non basta che il mondo culturale e politico si mobiliti a contrastare questa scelta istituzionale, occorre che la gente, la comunità, l’utenza faccia capire il proprio dissenso.
Ischia non si tocca, ma devono dirlo gli ischitani in prima persona. La Magistratura artefice di questa brutalità deve ascoltare la voce di sofferenza dei cittadini isolani in prima persona, non dietro la comoda postazione internet con l’aria climatizzata, il silenzio dei privilegiati ad applicare un algoritmo telematico ed un servizio di scorta a disciplinare l’ingresso nelle proprie stanze del Potere. La giustizia è udienza sul territorio dove deve essere ripristinata, non è rinvio d’ufficio per avverse condizioni meteo in inverno e pausa feriale quando i collegamenti sono regolari in estate, ma ora la comunità isolana deve capire di essere vicina fisicamente ai Sindaci ed agli avvocati per contrastare questo vergognoso atto!
* AVVOCATO