IL COMMENTO Ischia e il boom di turisti: è stata vera gloria?
di Mimmo Barra
Non me ne vogliano i sostenitori degli arrivi e i calcolatori seriali di numeri, specie quelli che hanno osservato, si fa per dire, i turisti sbarcati sull’isola d’Ischia questa estate. Il fenomeno era prevedibile, specie dopo il periodo di “chiusura forzata” e limitazione degli spostamenti. Credo però che oltre le migliaia di presenze le quali possono apparire vuote e senza sostanza se non c’è l’effetto di una ricaduta per una maggiore capacità di spesa sul territorio, il ragionamento debba spostarsi su un focus differente. Le presenze, è innegabile, ci sono state in particolare nei fine settimana. Della capacità di creare effetti consistenti, su come renderli stabili per risalire la china del turismo di massa e rilanciare in nuova veste il “turismo di ritorno” di alta qualità, al momento non mi pare un tema sufficientemente indagato. Perciò l’attenzione degli operatori deve abbandonare la “presunzione” dei grandi numeri e concentrarsi su come aumentare la qualità dei servizi e attirare turisti alla ricerca dell’esperienza, della cultura, del buon cibo e usa l’accoglienza come criterio di valutazione del luogo. Non dimenticando, è chiaro, il grande contributo che può e deve fornire la politica locale chiamata già da tempo ad assumere un ruolo di guida e coordinamento dell’economia e dei principali stakeholder dell’isola d’Ischia. Insomma il fine da raggiungere è riuscire a conquistare quelle persone che “si ritrovano a casa propria, pur spostandosi da casa”. Secondo gli ultimi dati, il 2021 sarà ancora l’anno ideale per intercettare i flussi provenienti dagli Stati confinanti con l’Italia non dimenticando altri paesi dell’Europa e finanche il Nord America che rappresentano il bacino principale. Quasi certamente nel 2022, Covid permettendo, anche grazie a Procida Capitale Italiana della Cultura si tenderà a un aumento dei flussi e dei numeri.
Da un certo punto di vista, se i primi quanto i secondi sono stati alti in questa stagione, è abbastanza semplice comprendere il facile entusiasmo dell’isola a “contarli” in un post periodo segnato da confinamenti forzati a causa della pandemia. L’invito che mi sento di rivolgere ai tanti operatori, molti dei quali amici e imprenditori instancabili, è di cambiare prospettiva. Magari iniziare a riflettere sulla possibilità di ridurre il numero complessivo dei posti letto aumentando la qualità delle camere, dei servizi e per conseguenza i prezzi tanto per i grandi quanto per piccoli gruppi alberghieri, dando la possibilità a chi non volesse continuare l’attività di riconvertire l’immobile con un cambio di destinazione d’uso da parte degli Enti preposti trasformandole in abitazioni, appartamenti o uffici prevedendo risorse ad hoc. È vero che gli ischitani sono “ospitali” ma bisogna cominciare a pensare che l’isola non può accogliere tutti, per di più una massa indistinta e senza regole. A giudicare dal tipo di ospiti e dalla confusione di questo ultimo mese di agosto, quale turismo vuole Ischia? Si tratta di un’isola che offre esperienze ai propri ospiti oppure di una caotica metropoli? Insomma, è divenuto inevitabile operare una scelta nella direzione di valorizzare i prodotti locali e puntare necessariamente alla destagionalizzazione avviandone il processo colmando i gap, lasciando stare l’entusiasmo per la battaglia estiva e accogliendo la grande sfida dei prossimi anni. Voglio ricordare ai cittadini e al tessuto economico-imprenditoriale che nel “Patto per lo Sviluppo dell’isola d’Ischia” di cui sono stato ideatore e promotore – firmato dalle amministrazioni nel 2015 – c’è anche l’intenzione di allungare la stagione turistica con tutte le occasioni di lavoro per i dipendenti del comparto turistico. Costruita per favorire una collaborazione tra amministrazioni più sinergica e una prospettiva più ampia possibile per il miglioramento dei servizi, può essere ripresa rimodellandola secondo le direttive e lo schema suggeriti dallo Stato Centrale. Gli enormi fondi stanziati dalla Comunità Europea attraverso il Recovery Fund che andranno ad aumentare le risorse stabilite nei POR della Regione Campania, sono il mezzo ideale e veloce per risolvere le criticità. Gestione del traffico, miglioramento dei trasporti pubblici, abbattimento dei confini amministrativi per i taxi come il loro impiego pure nei mesi invernali insieme alla ripresa delle tradizioni storico-culturali dei luoghi, sono tutti asset imprescindibili se si vuole confermare un trend positivo con ricadute reali sui cittadini dell’isola d’Ischia e sulla loro qualità di vita. Al contrario, come abbiamo visto in questi ultimi mesi, resterà soltanto chi è abituato a contare “numeri” freddi senza valutarne gli impatti concreti sul territorio. In qualche caso potrebbero servire soltanto a chi è abituato a giocare col pallottoliere per distrarsi dal vero lavoro di cui bisogna occuparsi.
*Già Commissario dell’Azienda di cura e soggiorno dell’isola d’Ischia – componente di ARETUR, Agenzia Regionale del Turismo
Mi sembra un buon inizio, ammesso che gli ischitani riescano mai ad aderire all’invito!
Il miraggio del toto-arrivi è notoriamente molto forte, anche se poi a guadagnarci davvero, restano sempre e solo le compagnie di navigazione ed i proprietari dei “bassi” isolani che affittano a nero!